Spettacolo
“Denuncio tutti-Lea Garofalo”, a Corato lo spettacolo sulla donna coraggio
domenica 31 marzo 2019
Agorà 2.0
Domenica 31 marzo, "Denuncio tutti-Lea Garofalo" di Giovanni Gentile, arriverà a Corato e sarà possibile vederlo a Corato presso l'associazione culturale AGORA' 2.0 alle 19.30.
Uno spettacolo a cui Gentile è particolarmente legato, anche perché «il personaggio di Lea, è una figura così grande, che diventa quasi epica, un esempio di essere umano che mi pongo come obiettivo personale.»
La storia che Giovanni porta sul palcoscenico è, ancora una volta, direttamente tratta dalla cronaca.
Lea Garofalo è una giovane donna che nel 2002 decise coraggiosamente, sapendo benissimo il rischio in cui sarebbe incorsa, di denunciare il mondo della 'Ndrangheta, facendo nomi, cognomi, riportando fatti, descrivendo i rapporti fra le famiglie criminali, ma anche le faide.
Lea in quell'ambiente fatto di violenza, prevaricazione, minacce e morte c'era nata e cresciuta, ma a un certo punto comprese l'assurdità di quella vita.
Il fratello Floriano Garofalo era il capo di una cosca locale, mentre il compagno, Carlo Cosco, da cui nel 1991 aveva avuto una figlia, un boss di spicco di una potente 'Ndrina.
Ma forse proprio la responsabilità di essere madre fu alla base del suo cambiamento.
Una storia di violenza, sopraffazione ma anche di desiderio, di libertà, armi che non uccidono ma che spaccano i meccanismi ben oliati dell'Ndrangheta.
Una lucida testimonianza che Giovanni Gentile porta superbamente in scena, grazie a un testo duro e lirico al tempo stesso, capace di incalzare lo spettatore, costringendolo, come in ogni suo spettacolo, non solo ad assistere ma inevitabilmente a reagire.
Sul palco, ovviamente, Barbara Grilli, attrice di straordinaria bravura che fa venire i brividi in sala, riportando in vita Lea.
Lo spettacolo è un'occasione per rendere omaggio a Lea Garofalo, una donna che non seppe piegarsi ma anche la possibilità per aiutare altre donne.
Uno spettacolo a cui Gentile è particolarmente legato, anche perché «il personaggio di Lea, è una figura così grande, che diventa quasi epica, un esempio di essere umano che mi pongo come obiettivo personale.»
La storia che Giovanni porta sul palcoscenico è, ancora una volta, direttamente tratta dalla cronaca.
Lea Garofalo è una giovane donna che nel 2002 decise coraggiosamente, sapendo benissimo il rischio in cui sarebbe incorsa, di denunciare il mondo della 'Ndrangheta, facendo nomi, cognomi, riportando fatti, descrivendo i rapporti fra le famiglie criminali, ma anche le faide.
Lea in quell'ambiente fatto di violenza, prevaricazione, minacce e morte c'era nata e cresciuta, ma a un certo punto comprese l'assurdità di quella vita.
Il fratello Floriano Garofalo era il capo di una cosca locale, mentre il compagno, Carlo Cosco, da cui nel 1991 aveva avuto una figlia, un boss di spicco di una potente 'Ndrina.
Ma forse proprio la responsabilità di essere madre fu alla base del suo cambiamento.
Una storia di violenza, sopraffazione ma anche di desiderio, di libertà, armi che non uccidono ma che spaccano i meccanismi ben oliati dell'Ndrangheta.
Una lucida testimonianza che Giovanni Gentile porta superbamente in scena, grazie a un testo duro e lirico al tempo stesso, capace di incalzare lo spettatore, costringendolo, come in ogni suo spettacolo, non solo ad assistere ma inevitabilmente a reagire.
Sul palco, ovviamente, Barbara Grilli, attrice di straordinaria bravura che fa venire i brividi in sala, riportando in vita Lea.
Lo spettacolo è un'occasione per rendere omaggio a Lea Garofalo, una donna che non seppe piegarsi ma anche la possibilità per aiutare altre donne.