Vincenzo Tedone replica al sindaco: «Il ricordo serve affinché nessuno dimentichi»
«Non è questione di orgoglio personale, non chiediamo di certo che il mondo si fermi, ma basterebbe un po' di rispetto»
mercoledì 10 luglio 2024
14.23
Proseguono le polemiche sulle commemorazioni per il prossimo 12 luglio, anniversario della strage dei treni sulla tratta Andria-Corato. Dopo la nota ufficiale a firma del sindaco Corrado De Benedittis, arriva la replica del papà di Francesco Tedone.
«Si sta facendo, di una "svista comunale" il classico discorso economico. Il patrocinio comunale per cui, tra l'altro, abbiamo già ringraziato l'assessore in carica e il comune stesso (e che coprono meno della metà delle spese) non può chiudere ferite aperte e non risolvono la rabbia relativa ad un evento che si svolgerà nella casa di tutti.
Se rispetto ad un giorno che dovrebbe essere di ricordo, al di là degli eventi in concomitanza, se ne fa un mero discorso economico di patrocinio allora crediamo di aver commesso un errore di valutazione in quanto "Komorebi" si è sempre tenuto con o senza il contributo comunale.
Non se ne fa un discorso della famiglia Tedone o di Francesco ma di rispetto di 23 vittime, 51 feriti e relative famiglie.
Ciò premesso è disarmante che il sindaco di un comune importante come Corato lanci nel dimenticatoio un incidente di rilevanza nazionale come quello del 12 luglio e metta tutto nelle mani della "consapevolezza proveniente dalle generazioni successive".
Se dal governo comunale non arriva neanche lo spunto al ricordo, è fisiologico che le persone dimentichino.
Il ricordo, così come affermato da tutte le famiglie subito dopo l'incidente, serve affinché nessuno dimentichi e affinché gli errori, di qualsiasi tipo, non vengano reiterati. Non di certo un orgoglio personale da sventolare ai quattro venti.
Così come nelle nostre dichiarazioni iniziali, non abbiamo nessuna pretesa e non chiediamo di certo che il mondo si fermi, ma basterebbe un po' di rispetto.
È scontato che l'evento che si terrà nel comune non impedisca nulla, ma è vero anche che il comune avrebbe potuto scegliere una data meno triste per l'esibizione.
In merito alla corona di fiori, sembra, a questo punto, un'idea di circostanza visto che noi e nessun'altra delle famiglie coinvolte, abbiamo ricevuto alcun invito a presenziare» conclude Vincenzo Tedone.
«Si sta facendo, di una "svista comunale" il classico discorso economico. Il patrocinio comunale per cui, tra l'altro, abbiamo già ringraziato l'assessore in carica e il comune stesso (e che coprono meno della metà delle spese) non può chiudere ferite aperte e non risolvono la rabbia relativa ad un evento che si svolgerà nella casa di tutti.
Se rispetto ad un giorno che dovrebbe essere di ricordo, al di là degli eventi in concomitanza, se ne fa un mero discorso economico di patrocinio allora crediamo di aver commesso un errore di valutazione in quanto "Komorebi" si è sempre tenuto con o senza il contributo comunale.
Non se ne fa un discorso della famiglia Tedone o di Francesco ma di rispetto di 23 vittime, 51 feriti e relative famiglie.
Ciò premesso è disarmante che il sindaco di un comune importante come Corato lanci nel dimenticatoio un incidente di rilevanza nazionale come quello del 12 luglio e metta tutto nelle mani della "consapevolezza proveniente dalle generazioni successive".
Se dal governo comunale non arriva neanche lo spunto al ricordo, è fisiologico che le persone dimentichino.
Il ricordo, così come affermato da tutte le famiglie subito dopo l'incidente, serve affinché nessuno dimentichi e affinché gli errori, di qualsiasi tipo, non vengano reiterati. Non di certo un orgoglio personale da sventolare ai quattro venti.
Così come nelle nostre dichiarazioni iniziali, non abbiamo nessuna pretesa e non chiediamo di certo che il mondo si fermi, ma basterebbe un po' di rispetto.
È scontato che l'evento che si terrà nel comune non impedisca nulla, ma è vero anche che il comune avrebbe potuto scegliere una data meno triste per l'esibizione.
In merito alla corona di fiori, sembra, a questo punto, un'idea di circostanza visto che noi e nessun'altra delle famiglie coinvolte, abbiamo ricevuto alcun invito a presenziare» conclude Vincenzo Tedone.