UniPuglia, arrivano fondi per i Patti Territoriali ma Corato e la Bat restano fuori

Montaruli interviene sul fallimento del Patto Territoriale Nord Barese Ofantino

giovedì 28 gennaio 2021 16.02
A distanza di quasi 10 anni i Patti territoriali tornano operativi: è stato, infatti, pubblicato il decreto che stabilisce le modalità e i termini per la ripartizione e il trasferimento delle risorse residue da utilizzare per il finanziamento di progetti volti allo sviluppo del tessuto imprenditoriale territoriale, anche mediante la sperimentazione di servizi innovativi a supporto delle imprese, nonché la disciplina per la loro attuazione.

In tema di Patti territoriali interviene la parlamentare Francesca Galizia, che ha fortemente voluto lo sblocco procedurale e per questo ha portato avanti un'azione che andasse nella direzione di una semplificazione delle normative, facilitando così l'avvio dei progetti e l'accesso ai fondi. «I Patti Territoriali figurano preziosi strumenti e canali di crescita dei nostri territori ed è per questo che ho cercato e ottenuto spesso confronti e dialoghi proficui con i presidenti di alcuni Patti Territoriali in Puglia. Mi sono poi attivata - ricorda la pentastellata -, supportata e affiancata da alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle, perché nell'ambito del Decreto Crescita dello scorso anno venissero inserite misure pensate per lo sviluppo dei territori, tra le quali quella concernente lo sblocco dei Patti Territoriali» (articolo 28 del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 34, convertito in legge 28 giugno 2019, n. 58).

A fronte della pubblicazione del decreto che anticipa l'uscita imminente di un bando ministeriale al quale potranno partecipare i soggetti responsabili di Patti territoriali ancora operativi, torna ad emergere la situazione, ormai al capolinea, del Patto Territoriale del Nord Barese Ofantino. Costituito nel 1998 dai comuni di Andria, Barletta, Bisceglie, Canosa di Puglia, Corato, Margherita di Savoia, Minervino Murge, San Ferdinando di Puglia, Spinazzola, Trani e Trinitapoli, è andato poi via via sfaldandosi contando, al termine della sua operatività, sul sostegno di Barletta, Corato, Margherita di Savoia, Minervino Murge e Spinazzola.

Ad intervenire a riguardo Savino Montaruli, Presidente UNIBAT: «La distruzione di quello che fu lo strumento pensato e costruito con lungimiranza per pianificare e strutturare lo sviluppo del territorio oggi provincia Bat, comprensivo del comune di Corato, fa oggi mangiare le mani a politichetti e polisindacalisti asserviti che hanno portato al fallimento di quell'azione pensata da coloro che, sindacalisti veri e politici autorevoli, oggi non sono più tra di noi».

Le parole di Montaruli tuonano come tamburo di morte e sono dirette a quanti «hanno deciso di far fallire quei nobili intenti portando il Patto Territoriale Nord Barese Ofantino alla cessazione delle proprie attività, con la fuoriuscita dei comuni che ne facevano parte e che ne diedero vita. Nel silenzio assordante dei nuovi galoppini della politica e del polisindacato cosiddetto "Rappresentativo" ma solo sulla carta, si assiste all'annuncio dell'attivista on. Francesca Galizia (M5S) la quale comunica che dopo dieci anni tornano ad operare sui territori i Patti Territoriali che possono ora usufruire delle disposizioni di cui al relativo decreto che stabilisce le modalità e i termini per la ripartizione e il trasferimento delle risorse residue».

Fondi pubblici destinati al finanziamento di progetti per lo sviluppo del tessuto imprenditoriale dei territori di competenza. Il Presidente Montaruli a tal proposito aggiunge: «Bene ha fatto l'onorevole Galizia a spingere affinché i fondi fossero resi disponibili ai Patti Territoriali ma quei fondi sono destinati unicamente ai Patti Territoriali che fossero ancora operativi quindi la domanda sorge spontanea: cosa succede per il Patto Territoriale Nord Barese Ofantino portato all'annientamento per cattiva gestione e mala politica?

L'onorevole Galizia sottolinea che il Patto Territoriale Nord Barese – Ofantino ha cessato la propria operatività circa dieci anni fa. Peccato che non faccia nomi e cognomi degli "autori" di tale disfatta. Sarebbe stato perlomeno interessante saperlo. Non vorremmo che quegli stessi distruttori oggi vogliano risalire sul carro azzoppato per mettere le mani su quei fondi pubblici. Sarebbe davvero drammatico oltre che becero e persino deplorevole ma in questo territorio ci sono personaggi capaci di tutto» – ha concluso il sindacalista andriese Savino Montaruli, evidentemente rivolgendosi non solamente al mondo della politica locale ma anche chiaramente a quello sindacale che le gira intorno.