Un gruppo di studenti Coratini a Napoli contro l'autonomia regionale differenziata
Tra i cinquemila partecipanti anche i ragazzi del liceo artistico Stupor Mundi
lunedì 18 marzo 2024
9.35
Sabato scorso più di cinquemila persone, tra cui liberi cittadini, comitati civici, sindaci, consiglieri comunali, associazioni e sindacati hanno partecipato a Napoli ad una manifestazione organizzata dai Comitati contro l'autonomia regionale differenziata, che è in discussione al Parlamento.
«Alla manifestazione c'eravamo anche noi, quasi sessanta studenti del Liceo Artistico "Federico II, Stupor mundi" di Corato. Siamo stati accolti dai promotori della manifestazione, dai giornalisti e fotografi con stupore e grande curiosità, quasi fossimo una specie rara. È vero, ci siamo presentati con i volti dipinti con i colori della bandiera italiana, con uno striscione di oltre 8 metri col disegno dell'Italia unita e 20 altri più piccoli che riportavano ciascuno una regione per rappresentare una Italia pre-risorgimentale e post decreto Calderoli, costituita da tanti staterelli regionali… ma non pensavamo di essere catapultati al centro dell'attenzione del corteo. Ce ne siamo resi conto subito, perché il mondo della scuola non risultava ufficialmente rappresentato salvo partecipazioni individuali.
Perché la scuola era assente? Dov'erano gli studenti, specialmente quelli del sud con i loro professori, che saranno duramente colpiti dalla autonomia differenziata? Perché nell'ora di educazione civica ci parlano di tutto, tranne di ciò che mina l'unità della Repubblica e i principi fondamentali della nostra Costituzione?
A scuola ci inondano di ore e ore di progetti, PCTO, orientamenti in entrata e in uscita, prove invalsi, interrogazioni e verifiche ecc… ma veniamo privati della consapevolezza di essere sull'orlo di un precipizio che ci trasformerà in cittadini di serie B, e che la nostra dignità dipenderà dalla fortuna o dalla sfortuna di risiedere in una regione piuttosto che in un'altra.
Per noi, è stato un giorno di grande e gioiosa partecipazione democratica e civile, un laboratorio a tutti gli effetti di cittadinanza attiva in cui avremmo gradito anche la presenza dei docenti. Abbiamo partecipato alla manifestazione di Napoli perché ci sentiamo responsabili del futuro della nostra Repubblica, che non può essere deciso senza di noi, per noi e su di noi, perciò abbiamo studiato l'autonomia differenziata e con coraggio abbiamo preso la parola davanti a più di cinquemila persone in questo modo: "Con l'autonomia regionale differenziata le autonomie aumenteranno e andranno a discapito non solo del sud ma anche del nord, perché il nord ha bisogno di noi, delle nostre risorse, dei nostri prodotti. Si vedranno subito i risultati di questa autonomia e noi non permetteremo che metterà in ginocchio il nostro Paese" (Giulia Dargenio).
"Parlo a nome di tutti gli studenti e i giovani che si trovano uniti nella lotta per un futuro stabile e certo. Noi siamo i prossimi politici, i prossimi lavoratori, coloro che manderanno avanti il nostro Paese. Ma come potremo portare avanti questo Paese se sarà frammentato e diviso? Siamo qui oggi perché vogliamo un futuro con opportunità e diritti uguali in tutto il Paese. È un nostro diritto. Soprattutto, non vogliamo il razzismo nel nostro stesso Paese. Vogliamo continuare ad amare tutta l'Italia unita e collaborativa" (Giorgia Piarulli).
"Oggi, dinanzi a tutta l'Italia, vogliamo ricordare che il nostro Paese è uno e indivisibile e vogliamo ricordare a chi vuole dividere il nostro Paese che non ci riuscirà perché noi sappiamo che cosa significa tenere stretti i nostri diritti e ricordiamoci che l'uguaglianza e la libertà sono i pilastri del nostro Paese" (Nicola Tacchio, rappresentate d'Istituto).
«Alla manifestazione c'eravamo anche noi, quasi sessanta studenti del Liceo Artistico "Federico II, Stupor mundi" di Corato. Siamo stati accolti dai promotori della manifestazione, dai giornalisti e fotografi con stupore e grande curiosità, quasi fossimo una specie rara. È vero, ci siamo presentati con i volti dipinti con i colori della bandiera italiana, con uno striscione di oltre 8 metri col disegno dell'Italia unita e 20 altri più piccoli che riportavano ciascuno una regione per rappresentare una Italia pre-risorgimentale e post decreto Calderoli, costituita da tanti staterelli regionali… ma non pensavamo di essere catapultati al centro dell'attenzione del corteo. Ce ne siamo resi conto subito, perché il mondo della scuola non risultava ufficialmente rappresentato salvo partecipazioni individuali.
Perché la scuola era assente? Dov'erano gli studenti, specialmente quelli del sud con i loro professori, che saranno duramente colpiti dalla autonomia differenziata? Perché nell'ora di educazione civica ci parlano di tutto, tranne di ciò che mina l'unità della Repubblica e i principi fondamentali della nostra Costituzione?
A scuola ci inondano di ore e ore di progetti, PCTO, orientamenti in entrata e in uscita, prove invalsi, interrogazioni e verifiche ecc… ma veniamo privati della consapevolezza di essere sull'orlo di un precipizio che ci trasformerà in cittadini di serie B, e che la nostra dignità dipenderà dalla fortuna o dalla sfortuna di risiedere in una regione piuttosto che in un'altra.
Per noi, è stato un giorno di grande e gioiosa partecipazione democratica e civile, un laboratorio a tutti gli effetti di cittadinanza attiva in cui avremmo gradito anche la presenza dei docenti. Abbiamo partecipato alla manifestazione di Napoli perché ci sentiamo responsabili del futuro della nostra Repubblica, che non può essere deciso senza di noi, per noi e su di noi, perciò abbiamo studiato l'autonomia differenziata e con coraggio abbiamo preso la parola davanti a più di cinquemila persone in questo modo: "Con l'autonomia regionale differenziata le autonomie aumenteranno e andranno a discapito non solo del sud ma anche del nord, perché il nord ha bisogno di noi, delle nostre risorse, dei nostri prodotti. Si vedranno subito i risultati di questa autonomia e noi non permetteremo che metterà in ginocchio il nostro Paese" (Giulia Dargenio).
"Parlo a nome di tutti gli studenti e i giovani che si trovano uniti nella lotta per un futuro stabile e certo. Noi siamo i prossimi politici, i prossimi lavoratori, coloro che manderanno avanti il nostro Paese. Ma come potremo portare avanti questo Paese se sarà frammentato e diviso? Siamo qui oggi perché vogliamo un futuro con opportunità e diritti uguali in tutto il Paese. È un nostro diritto. Soprattutto, non vogliamo il razzismo nel nostro stesso Paese. Vogliamo continuare ad amare tutta l'Italia unita e collaborativa" (Giorgia Piarulli).
"Oggi, dinanzi a tutta l'Italia, vogliamo ricordare che il nostro Paese è uno e indivisibile e vogliamo ricordare a chi vuole dividere il nostro Paese che non ci riuscirà perché noi sappiamo che cosa significa tenere stretti i nostri diritti e ricordiamoci che l'uguaglianza e la libertà sono i pilastri del nostro Paese" (Nicola Tacchio, rappresentate d'Istituto).