Studenti fuori sede, aumentano i prezzi degli affitti in tutta la Puglia

A Bari si registra un incremento dei prezzi dell'11%

lunedì 13 settembre 2021
Gli studenti in Puglia pagano meno gli affitti rispetto a quelli del nord, anche se i prezzi sono aumentati, e preferiscono stanze singole. Almeno stando quanto emerso da una indagine online che ha preso in esame studenti fuorisede tra i 18 e i 25 anni, promosso tra il 30 aprile 2021 ed il 06 giugno 2021, e che ha coinvolto 2.609 persone, tra cui studenti (83%), dottorandi/ricercatori/docenti (2,4%), e lavoratori - anche studenti lavoratori - (più dell'11,4%), che dichiarano che negli ultimi 12 mesi hanno vissuto o attualmente vivono in affitto nelle città di Pisa (47,3%), Bari (15%), Lecce (10,1%), Milano (4,5%), Torino (3,8%), Foggia (3,8%), Firenze (3,6%), Siena (2,7%), Brescia (1,6%).

Alla diffusione dell'indagine hanno contribuito in modo attivo anche alcune università, in particolare l'Università di Pisa (UniPI), il Politecnico di Bari (PoliBA) oltre all'Università di Foggia (UniFG) che spiega la percentuale più alta di risposte in queste città.

L'81,2% abita in un appartamento, di cui la gran parte occupa una singola (l'88,8%) mentre una piccola percentuale condivide con altri inquilini una stanza doppia (il 10,9%). I risultati hanno dunque confermato la tendenza - rafforzata nel periodo di Covid - di preferire e prendere in affitto camere singole (anziché doppie in condivisione) in appartamenti da condividere con altri 3-4 studenti con l'obiettivo di abbattere i costi della vita da studenti fuorisede.

Relativamente ai prezzi medi d'affitto (escluse le utenze), le città universitarie del Sud si confermano città universitarie dai costi più sostenibili. I costi più alti si registrano nelle grandi città come Milano e Firenze. In Puglia, Lecce registra un costo degli affitti medio inferiore ai 200 euro. Poco più del 52% degli affittuari dichiara di pagare un affitto compreso tra i 140-199 euro (anche se più di un significativo 30% si pone nella fascia tra i 200-239 euro), per un canone medio di 195 euro al mese. A Bari poco più del 44% degli intervistati paga tra i 200 e i 239 euro, mentre il 42,7% tra i 240-299 euro, con un canone medio mensile di 251 euro. A Foggia più del 46% afferma di pagare tra i 200 e i 239 euro, con un canone medio mensile di 227 euro.

Rispetto alle ultime indagini - che prendevano in considerazione solo gli studenti/esse delle città pugliesi - si riscontra un generale aumento del costo degli affitti su Bari (+11%, da 226 a 251 euro), Foggia (+20,1%, da 189 a 227 euro) e Lecce (+4,8%, da 186 a 195 euro).

Per quanto riguarda le informazioni sul contratto d'affitto, solo il 4,4% dichiara di non aver mai sottoscritto un contratto. Quasi la gran parte (l'83,5%) dichiara di aver sottoscritto un contratto d'affitto e di aver ricevuto copia con la ricevuta di registrazione presso l'Agenzia delle Entrate da parte del proprietario. Il 19,1% ricorda di aver sottoscritto un contratto a canone concordato, il 12,1% a canone transitorio ma il 68,8% non ricorda e/o non conosce la differenza tra i contratti. Relativamente alla possibilità della riduzione del canone causa Covid-19, introdotta dal governo come misura di sostegno durante i mesi di lockdown, il 28,7% dichiara di averla richiesta ma ha ricevuto un rifiuto da parte del proprietario. Solo il 20% afferma di aver trovato un accordo con il proprietario dell'immobile, il 27,8% non ha richiesto la riduzione del canone, mentre il 23,4% non ha mai saputo di questa possibilità.

Per quanto riguarda le modalità di ricerca dell'alloggio, è molto interessante il dato che emerge sull'utilizzo e la relazione tra canali online e offline: per la prima volta - e rispetto all'indagine di alcuni anni fa - i social network sorpassano gli altri canali e rappresentano ormai un "porto sicuro" per la ricerca di una casa. Per selezionare le case da visitare, i gruppi dedicati all'affitto e le pagine sono utilizzati dal 65,8% degli intervistati, seguiti da siti e portali specializzati nell'affitto (il 64,1%). I canali tradizionali vengono sempre meno consultati, come dimostrano i dati relativi agli annunci cartacei affissi sulle bacheche universitarie (l'8,3%, sempre più in calo), il passaparola (poco più del 15,2%) e le agenzie immobiliari (il 9,9%, dato in leggera risalita rispetto ai dati parziali dell'ultima indagine).