Sos alluvioni, Coldiretti lancia un nuovo allarme per le campagne
«Il nuovo Parlamento approvi la legge sul consumo del suolo»
domenica 18 settembre 2022
9.33
«Nello spazio di una generazione (25 anni) è scomparso più di un terreno agricolo su 4 (-28%) a causa dell'abbandono e della cementificazione che hanno ridotto la capacità di assorbimento della pioggia e messo a rischio l'ambiente e la sicurezza dei cittadini». È quanto rimarcato da Coldiretti Puglia a seguito dell'ultima ondata di maltempo che si è abbattuta sulla Bat (e in particolare Margherita di Savoia), il barese - con serre distrutte e campi di uva tavola allagati - e la Capitanata con alluvioni e grandinate che hanno colpito Ascoli Satriano, Deliceto e Cerignola.
«È evidente in Puglia la tendenza ad una tropicalizzazione del clima con le ultime ondate di nubifragi e grandinate che si sono abbattuti su terreni secchi i quali non riescono ad assorbire l'acqua che causa frane e smottamenti. Il rischio idrogeologico, con differente pericolosità idraulica e geomorfologica, riguarda il 100% dei comuni della Bat, il 95% dei territori di Brindisi e Foggia, il 90% dei comuni dell'Area Metropolitana di Bari e l'81% dei comuni leccesi. Sono 8098 i cittadini pugliesi esposti a frane e 119034 quelli esposti ad alluvioni» secondo le elaborazioni di Coldiretti Puglia sulla scorta dei dati Ispra.
«Eventi estremi che provocano danni perché colpiscono aree rese più fragili dalla cementificazione e dall'abbandono. Risultano "mangiati" 158695 ettari in Puglia, dove nel 2021 sono andati persi altri 500 ettari di campagne per colpa della cementificazione e dell'abbandono che ha ridotto la superficie agricola utilizzabile. Su un territorio meno ricco e più fragile per il consumo di suolo, inoltre, si abbattono i cambiamenti climatici con le precipitazioni sempre più intense e frequenti, con vere e proprie bombe d'acqua che il terreno non riesce ad assorbire e al siccità che ogni anno aggrava il rischio desertificazione» hanno aggiunto dall'organizzazione dei produttori agricoli.
«Sono 230 i comuni pugliesi a rischio frane e alluvioni e a pagarne i costi, oltre ai cittadini residenti soprattutto nelle aree rurali, sono proprio le 11692 imprese che operano su quei territori. Il consumo del suolo è avvenuto per il 67.5% in contesti prevalentemente agricoli o naturali, depauperando pezzi di territorio e deturpando il paesaggio, oltre ad impoverire il tessuto imprenditoriale agricolo pugliese.
Nell'immediato è necessario intervenire con aiuti concreti per aiutare le popolazioni colpite che si trovano in grande difficoltà anche nelle campagne. Occorre anche accelerare sull'approvazione della legge sul consumo di suolo che giace da anni in Parlamento e che potrebbe dotare l'Italia di uno strumento all'avanguardia per la protezione del suo territorio» hanno concluso da Coldiretti.
«È evidente in Puglia la tendenza ad una tropicalizzazione del clima con le ultime ondate di nubifragi e grandinate che si sono abbattuti su terreni secchi i quali non riescono ad assorbire l'acqua che causa frane e smottamenti. Il rischio idrogeologico, con differente pericolosità idraulica e geomorfologica, riguarda il 100% dei comuni della Bat, il 95% dei territori di Brindisi e Foggia, il 90% dei comuni dell'Area Metropolitana di Bari e l'81% dei comuni leccesi. Sono 8098 i cittadini pugliesi esposti a frane e 119034 quelli esposti ad alluvioni» secondo le elaborazioni di Coldiretti Puglia sulla scorta dei dati Ispra.
«Eventi estremi che provocano danni perché colpiscono aree rese più fragili dalla cementificazione e dall'abbandono. Risultano "mangiati" 158695 ettari in Puglia, dove nel 2021 sono andati persi altri 500 ettari di campagne per colpa della cementificazione e dell'abbandono che ha ridotto la superficie agricola utilizzabile. Su un territorio meno ricco e più fragile per il consumo di suolo, inoltre, si abbattono i cambiamenti climatici con le precipitazioni sempre più intense e frequenti, con vere e proprie bombe d'acqua che il terreno non riesce ad assorbire e al siccità che ogni anno aggrava il rischio desertificazione» hanno aggiunto dall'organizzazione dei produttori agricoli.
«Sono 230 i comuni pugliesi a rischio frane e alluvioni e a pagarne i costi, oltre ai cittadini residenti soprattutto nelle aree rurali, sono proprio le 11692 imprese che operano su quei territori. Il consumo del suolo è avvenuto per il 67.5% in contesti prevalentemente agricoli o naturali, depauperando pezzi di territorio e deturpando il paesaggio, oltre ad impoverire il tessuto imprenditoriale agricolo pugliese.
Nell'immediato è necessario intervenire con aiuti concreti per aiutare le popolazioni colpite che si trovano in grande difficoltà anche nelle campagne. Occorre anche accelerare sull'approvazione della legge sul consumo di suolo che giace da anni in Parlamento e che potrebbe dotare l'Italia di uno strumento all'avanguardia per la protezione del suo territorio» hanno concluso da Coldiretti.