Situazione Sport disastrosa: lo sfogo del delegato CONI di Corato Aldo Strippoli
Un’intervista a cuore aperto in cui, il nostro delegato, snocciola le varie problematiche di uno sport a Corato sempre più opaco e spento
sabato 14 ottobre 2023
8.37
Lo sport a Corato, si sa, non gode di ottima salute. Per questo abbiamo voluto chiedere a chi lo sport lo mastica quotidianamente, qual è la situazione nella nostra città ad Aldo Strippoli, delegato CONI di Corato.
Ci descriva la situazione dello sport a Corato:
«A Corato lo sport pullula di realtà vincenti. Certo, le più conosciute sono le solite, calcio, basket, pallavolo, ma dietro questi "colossi" ci sono tante eccellenze: Judo, Tennistavolo, Ginnastica Artistica, Ciclismo, per citarne alcuni, hanno grandi società alle spalle e concorrono per obiettivi ambiziosi e prestigiosi. Proprio per far conoscere tutte queste realtà alla cittadinanza, in qualità di delegato CONI, assieme agli amici Gianni Berardi, Francesco Roselli e Nico Como, abbiamo istituito il galà dello sport, in cui le cinquanta società sportive presenti sul territorio hanno finalmente ricevuto la giusta visibilità. Con un mare di difficoltà, siamo riusciti con le sole nostre forze o quasi, ad organizzare questo bellissimo evento. Ho dovuto trovare la bellezza di 2000€ in sponsor per far sì che l'evento si facesse. Tornando al livello dello sport cittadino, tante realtà hanno partecipato a campionati regionali e nazionali, con il judo che addirittura ha disputato i campionati europei. Oltre al calcio e al basket, c'è di più!»
Quali sono le principali difficoltà per una società sportiva?
«Il problema più grande e noto ai più è certamente quello della carenza di strutture sportive adeguate alle varie situazioni. L'annosa questione stadio Comunale e l'inadeguatezza del vetusto PalaLosito alle ambizioni della Corato a spicchi, sono solo la punta dell'iceberg di una situazione disastrosa a livello generale. E se già la situazione non è delle più rosee, anche "dall'alto" non c'è alcuna collaborazione: prendo l'esempio della palestra del "Fornelli", sede di allenamento di BaskIn, Volley giovanile e non per ultimo, luogo in cui i bambini della scuola elementare svolgono educazione fisica: parrebbe che a dicembre, dunque in pieno anno scolastico e con i campionati nel vivo, l'amministrazione avvierà dei lavori di ristrutturazione del luogo. Ora, ben vengano le migliorie, ma che siano attuate in tempi consoni! Che ne sarà dei centinaia di tesserati che quasi quotidianamente si allenano in quello spazio? Spero che l'amministrazione dia una soluzione di ripiego temporanea a questi ragazzi. Per il momento non vi sono notizie in merito. Non per ultimo, il problema delle istituzioni scolastiche che spesso scoraggiano la pratica sportiva a livello agonistico, perché troppo impegnativa e fonte di distrazione. L'educazione allo sport invece dovrebbe partire proprio tra i banchi di scuola».
E la questione sponsor? Quanto è complesso reperirli?
«La situazione è sotto gli occhi di tutti: Corato ha sul proprio territorio delle aziende eccezionali, realtà riconosciute in tutto il mondo, ma tali colossi preferiscono investire altrove, impoverendo di fatto lo sport della nostra città. Per le società sportive è complicatissimo reperire sponsorizzazioni a lungo termine, anzi, è già complesso di per sé, trovare fondi per organizzare i singoli eventi. Le società, quasi tutte, sono costrette ad auto-finanziarsi con le quote degli iscritti, ma spesso ciò non basta e sicuramente tale limite, impedisce alla squadra "x" dello sport "y" di effettuare il salto di qualità. Come un effetto domino poi, tale problematica ne crea un'altra: tutti gli atleti di talento che nascono nella nostra città, sono costretti ad andare via. Mia figlia per esempio, per fare il salto di qualità, si allena a Civitavecchia con una società che milita in Serie A, perché qui non ci sono possibilità di questo tipo».
Quanto l'amministrazione è vicina alle società sportive?
«Poco quanto nulla. A parole mi hanno sempre garantito massima vicinanza e disponibilità, nei fatti però non è mai accaduto ciò. Esempio lampante è stato il Gran Galà, richiesto nel lontano 2020. A gennaio di quest'anno siamo riusciti a farlo diventare realtà, ma il Comune ci ha stanziato meno della metà dei soldi promessi. Solo grazie alla disponibilità e all'amore per lo sport di Gianni Berardi ed altri amici, siamo riusciti a realizzarla. Cosa ancor più grave, delle riunioni a cadenza mensile che ci erano state promesse, per crescere tutti insieme, ne è stata fatta solo una, sintomo di un palese disinteresse delle istituzioni. Non vogliamo cose assurde, non vogliamo il Palazzetto nuovo in un anno o lo stadio nuovo in sei mesi, ci accontentiamo di piccoli segnali, che non ci sono per il momento. Ultimo episodio in ordine di tempo: il 23 settembre c'era la Notte Bianca dello Sport a livello europeo. Bene, la nostra amministrazione non era neanche a conoscenza di tale evento».
Perché secondo lei, tante realtà locali sono sconosciute ai più?
«Il Gran Galà ha dato modo di scoprire quante eccellenze sportive ci siano nel nostro paese. La cosa più grave è che questa "ignoranza" in materia, se passabile nel comune cittadino, non è assolutamente tollerabile nelle istituzioni. Non basta un selfie nella partita di cartello del sindaco o il post dell'assessore: la vicinanza al mondo dello sport si misura con altro. I like non servono, i like non migliorano la qualità del nostro sport. È possibile che dopo le dimissioni del presidente della Consulta allo Sport Aliberti, il Comune non abbia organizzato quantomeno una riunione per fare il punto della situazione? Io da delegato CONI ho creato un gruppo Whatsapp con tutte le società sportive, per crescere tutti insieme. Ad onor del vero però, anche molte società sportive pensano solo al loro orticello, senza pensare alla crescita del movimento, da cui ne gioverebbero tutti, anche i comuni cittadini. Molti forse hanno paura di inimicarsi l'amministrazione, pena la mancata concessione di piazze o luoghi pubblici. Io infatti, che ho sempre parlato senza paure, sono stato bloccato su Whatsapp e su tutti i social da un assessore che mi aveva precedentemente promesso di aiutarmi. Come può aiutarmi, se mi ha bloccato ovunque? È un atteggiamento non coerente con quanto detto in precedenza, in cui emergeva la sua volontà come Amministratore, di collaborare con noi. Infine, cosa incredibile, ho ricevuto un secco NO, quando ho richiesto al comune delle sedie, perché avevo intenzione di organizzare nella mia palestra un evento di beneficenza. Ma queste mi sono state negate con una scusa assurda».
Ci descriva la situazione dello sport a Corato:
«A Corato lo sport pullula di realtà vincenti. Certo, le più conosciute sono le solite, calcio, basket, pallavolo, ma dietro questi "colossi" ci sono tante eccellenze: Judo, Tennistavolo, Ginnastica Artistica, Ciclismo, per citarne alcuni, hanno grandi società alle spalle e concorrono per obiettivi ambiziosi e prestigiosi. Proprio per far conoscere tutte queste realtà alla cittadinanza, in qualità di delegato CONI, assieme agli amici Gianni Berardi, Francesco Roselli e Nico Como, abbiamo istituito il galà dello sport, in cui le cinquanta società sportive presenti sul territorio hanno finalmente ricevuto la giusta visibilità. Con un mare di difficoltà, siamo riusciti con le sole nostre forze o quasi, ad organizzare questo bellissimo evento. Ho dovuto trovare la bellezza di 2000€ in sponsor per far sì che l'evento si facesse. Tornando al livello dello sport cittadino, tante realtà hanno partecipato a campionati regionali e nazionali, con il judo che addirittura ha disputato i campionati europei. Oltre al calcio e al basket, c'è di più!»
Quali sono le principali difficoltà per una società sportiva?
«Il problema più grande e noto ai più è certamente quello della carenza di strutture sportive adeguate alle varie situazioni. L'annosa questione stadio Comunale e l'inadeguatezza del vetusto PalaLosito alle ambizioni della Corato a spicchi, sono solo la punta dell'iceberg di una situazione disastrosa a livello generale. E se già la situazione non è delle più rosee, anche "dall'alto" non c'è alcuna collaborazione: prendo l'esempio della palestra del "Fornelli", sede di allenamento di BaskIn, Volley giovanile e non per ultimo, luogo in cui i bambini della scuola elementare svolgono educazione fisica: parrebbe che a dicembre, dunque in pieno anno scolastico e con i campionati nel vivo, l'amministrazione avvierà dei lavori di ristrutturazione del luogo. Ora, ben vengano le migliorie, ma che siano attuate in tempi consoni! Che ne sarà dei centinaia di tesserati che quasi quotidianamente si allenano in quello spazio? Spero che l'amministrazione dia una soluzione di ripiego temporanea a questi ragazzi. Per il momento non vi sono notizie in merito. Non per ultimo, il problema delle istituzioni scolastiche che spesso scoraggiano la pratica sportiva a livello agonistico, perché troppo impegnativa e fonte di distrazione. L'educazione allo sport invece dovrebbe partire proprio tra i banchi di scuola».
E la questione sponsor? Quanto è complesso reperirli?
«La situazione è sotto gli occhi di tutti: Corato ha sul proprio territorio delle aziende eccezionali, realtà riconosciute in tutto il mondo, ma tali colossi preferiscono investire altrove, impoverendo di fatto lo sport della nostra città. Per le società sportive è complicatissimo reperire sponsorizzazioni a lungo termine, anzi, è già complesso di per sé, trovare fondi per organizzare i singoli eventi. Le società, quasi tutte, sono costrette ad auto-finanziarsi con le quote degli iscritti, ma spesso ciò non basta e sicuramente tale limite, impedisce alla squadra "x" dello sport "y" di effettuare il salto di qualità. Come un effetto domino poi, tale problematica ne crea un'altra: tutti gli atleti di talento che nascono nella nostra città, sono costretti ad andare via. Mia figlia per esempio, per fare il salto di qualità, si allena a Civitavecchia con una società che milita in Serie A, perché qui non ci sono possibilità di questo tipo».
Quanto l'amministrazione è vicina alle società sportive?
«Poco quanto nulla. A parole mi hanno sempre garantito massima vicinanza e disponibilità, nei fatti però non è mai accaduto ciò. Esempio lampante è stato il Gran Galà, richiesto nel lontano 2020. A gennaio di quest'anno siamo riusciti a farlo diventare realtà, ma il Comune ci ha stanziato meno della metà dei soldi promessi. Solo grazie alla disponibilità e all'amore per lo sport di Gianni Berardi ed altri amici, siamo riusciti a realizzarla. Cosa ancor più grave, delle riunioni a cadenza mensile che ci erano state promesse, per crescere tutti insieme, ne è stata fatta solo una, sintomo di un palese disinteresse delle istituzioni. Non vogliamo cose assurde, non vogliamo il Palazzetto nuovo in un anno o lo stadio nuovo in sei mesi, ci accontentiamo di piccoli segnali, che non ci sono per il momento. Ultimo episodio in ordine di tempo: il 23 settembre c'era la Notte Bianca dello Sport a livello europeo. Bene, la nostra amministrazione non era neanche a conoscenza di tale evento».
Perché secondo lei, tante realtà locali sono sconosciute ai più?
«Il Gran Galà ha dato modo di scoprire quante eccellenze sportive ci siano nel nostro paese. La cosa più grave è che questa "ignoranza" in materia, se passabile nel comune cittadino, non è assolutamente tollerabile nelle istituzioni. Non basta un selfie nella partita di cartello del sindaco o il post dell'assessore: la vicinanza al mondo dello sport si misura con altro. I like non servono, i like non migliorano la qualità del nostro sport. È possibile che dopo le dimissioni del presidente della Consulta allo Sport Aliberti, il Comune non abbia organizzato quantomeno una riunione per fare il punto della situazione? Io da delegato CONI ho creato un gruppo Whatsapp con tutte le società sportive, per crescere tutti insieme. Ad onor del vero però, anche molte società sportive pensano solo al loro orticello, senza pensare alla crescita del movimento, da cui ne gioverebbero tutti, anche i comuni cittadini. Molti forse hanno paura di inimicarsi l'amministrazione, pena la mancata concessione di piazze o luoghi pubblici. Io infatti, che ho sempre parlato senza paure, sono stato bloccato su Whatsapp e su tutti i social da un assessore che mi aveva precedentemente promesso di aiutarmi. Come può aiutarmi, se mi ha bloccato ovunque? È un atteggiamento non coerente con quanto detto in precedenza, in cui emergeva la sua volontà come Amministratore, di collaborare con noi. Infine, cosa incredibile, ho ricevuto un secco NO, quando ho richiesto al comune delle sedie, perché avevo intenzione di organizzare nella mia palestra un evento di beneficenza. Ma queste mi sono state negate con una scusa assurda».