Sentenza Viareggio, da Corato l'indignazione: "La prescrizione è uno scandalo"
Le parole di Anna Aloysi e Vincenzo Tedone
domenica 10 gennaio 2021
Mentre le famiglie delle vittime del disastro ferroviario del 12 luglio 2016 attendono il prosieguo del processo, arriva la sentenza della Corte di Cassazione sulla strage di Viareggio che cade come un fendente su tutte le famiglie in attesa di un verdetto sulle responsabilità della morte dei propri cari.
La Cassazione ha infatti dichiarato prescritti gli omicidi colposi per la strage di Viareggio a seguito dell'esclusione dell'aggravante della violazione delle norme sulla sicurezza nel lavoro. Tutto viene rinviato ora alla corte d'Appello di Firenze per la riapertura dell'appello bis.
Sulla tratta Corato-Andria della Ferrovia del nord barese, il 12 luglio 2016 rimasero ferite 51 persone e persero la vita 23 passeggeri. Nel disastro ferroviario di Viareggio del 29 giugno 2009 invece persero la vita 32 persone. Dall'8 gennaio, la sentenza di Cassazione ha destinato alla disperazione le famiglie delle vittime a cui viene privato un responsabile per la morte dei loro dispersi.
Un dispositivo complesso, quello emesso dalla Cassazione che ha colpito in modo profondo l'impianto delle accuse e delle responsabilità, confermando la responsabilità per il reato di disastro ferroviario colposo per numerosi imputati e annullando la sentenza per altri, escludendo la condanna di Rfi per la strage di Viareggio. Riconosciuto il risarcimento in favore di molte parti civili legittimate, è stato escluso invece per tutte le 22 associazioni che si erano costituite come parti civile nel processo.
La pronuncia di prescrizione comporta la necessità di una nuova valutazione della pena da irrogare ai ricorrenti, che sarà decisa dal giudice di appello.
Un duro colpo per i familiari che speravano nella giustizia. «Oggi si scrive una parola triste perchè nuovamente la parola prescrizione torna in un processo così importante per il Paese» - ha commentato Marco Piagentini, dell'associazione Il Mondo che vorrei onlus, che riunisce familiari delle vittime della strage di Viareggio del 29 giugno 2009.
Una sentenza che lascia certamente il segno anche nelle tante famiglie pugliesi che hanno vissuto il dramma della perdita dei propri famigliari nel disastro ferroviario del 12 luglio 2016. Sgomento misto a rabbia e delusione per chi attende con fiduciosa pazienza gli esiti di un percorso giudiziario tortuoso e colmo di ostacoli, dai cambiamenti nel collegio dei giudici al rinvio a causa della pandemia da coronavirus in corso. «Dopo undici anni e mezzo la sentenza finale della Corte di Cassazione è scandalosa. Chissà quale sorte spetterà a noi famigliari» - il commento che emerge dall'Associazione Anna Aloysi, che raccoglie alcuni dei famigliari delle vittime del disastro ferroviario del 12 luglio 2016.
La sentenza incute anche il timore di un precedente che potrebbe risultare a discapito del processo sull'incidente avvenuto sulla tratta Corato-Andria. «Sono indignato, non è giusto che queste famiglie non sappiano se c'è un colpevole per la morte dei loro famigliari e chi è. La giustizia avrebbe dovuto consentire di capire le colpe e non è giusto che cada la prescrizione su una vicenda giudiziaria drammatica» - le parole di Vincenzo Tedone, padre del giovane coratino Francesco Ludovico Tedone scomparso nel tragico incidente del 2016.
La Cassazione ha infatti dichiarato prescritti gli omicidi colposi per la strage di Viareggio a seguito dell'esclusione dell'aggravante della violazione delle norme sulla sicurezza nel lavoro. Tutto viene rinviato ora alla corte d'Appello di Firenze per la riapertura dell'appello bis.
Sulla tratta Corato-Andria della Ferrovia del nord barese, il 12 luglio 2016 rimasero ferite 51 persone e persero la vita 23 passeggeri. Nel disastro ferroviario di Viareggio del 29 giugno 2009 invece persero la vita 32 persone. Dall'8 gennaio, la sentenza di Cassazione ha destinato alla disperazione le famiglie delle vittime a cui viene privato un responsabile per la morte dei loro dispersi.
Un dispositivo complesso, quello emesso dalla Cassazione che ha colpito in modo profondo l'impianto delle accuse e delle responsabilità, confermando la responsabilità per il reato di disastro ferroviario colposo per numerosi imputati e annullando la sentenza per altri, escludendo la condanna di Rfi per la strage di Viareggio. Riconosciuto il risarcimento in favore di molte parti civili legittimate, è stato escluso invece per tutte le 22 associazioni che si erano costituite come parti civile nel processo.
La pronuncia di prescrizione comporta la necessità di una nuova valutazione della pena da irrogare ai ricorrenti, che sarà decisa dal giudice di appello.
Un duro colpo per i familiari che speravano nella giustizia. «Oggi si scrive una parola triste perchè nuovamente la parola prescrizione torna in un processo così importante per il Paese» - ha commentato Marco Piagentini, dell'associazione Il Mondo che vorrei onlus, che riunisce familiari delle vittime della strage di Viareggio del 29 giugno 2009.
Una sentenza che lascia certamente il segno anche nelle tante famiglie pugliesi che hanno vissuto il dramma della perdita dei propri famigliari nel disastro ferroviario del 12 luglio 2016. Sgomento misto a rabbia e delusione per chi attende con fiduciosa pazienza gli esiti di un percorso giudiziario tortuoso e colmo di ostacoli, dai cambiamenti nel collegio dei giudici al rinvio a causa della pandemia da coronavirus in corso. «Dopo undici anni e mezzo la sentenza finale della Corte di Cassazione è scandalosa. Chissà quale sorte spetterà a noi famigliari» - il commento che emerge dall'Associazione Anna Aloysi, che raccoglie alcuni dei famigliari delle vittime del disastro ferroviario del 12 luglio 2016.
La sentenza incute anche il timore di un precedente che potrebbe risultare a discapito del processo sull'incidente avvenuto sulla tratta Corato-Andria. «Sono indignato, non è giusto che queste famiglie non sappiano se c'è un colpevole per la morte dei loro famigliari e chi è. La giustizia avrebbe dovuto consentire di capire le colpe e non è giusto che cada la prescrizione su una vicenda giudiziaria drammatica» - le parole di Vincenzo Tedone, padre del giovane coratino Francesco Ludovico Tedone scomparso nel tragico incidente del 2016.