"Scimmietta”: il romanzo di una generazione? Presentata a Corato l'ultima fatica di Antonello Taranto

Il dibattito sullo squarcio sempre più attuale tra adolescenti e genitori prende luogo a Corato

sabato 4 marzo 2023 9.03
A cura di Aldo Balducci
Nella serata di ieri, presso la libreria Liber, si è tenuta la presentazione del romanzo "Scimmietta" del dottor Antonello Taranto, edito Nulla Die. L'evento, organizzato dalla Federazione Internazionale Donne Arti Professioni e Affari FIDAPA BPW Italy - sezione di Corato, ha visto crearsi un vivo, onesto e partecipato dialogo tra l'autore e la psicologa Sara Paganelli, socia Young della Fondazione.

L'acclamato scrittore, il quale romanzo appare tra i 10 finalisti del premio Giorgione, prima di dedicarsi alla vocazione per le lettere, ha esercitato l'attività di psichiatra per quarant'anni, oltre ad essere stato anche per un periodo della sua vita docente presso la Scuola di specializzazione in Psicologia clinica.

I racconti infatti sono in parte nati dall'esperienza lavorativa sul campo del dottore che ha sempre praticato "la disciplina dell'ascolto empatico e non giudicante"; proprio grazie a tale capacità il libro, come elogia in più battute la dottoressa Paganelli, è stato scritto con molta semplicità, in un modo che arriva diretto all'attenzione del lettore che potenzialmente potrebbe essere genitore. Taranto è riuscito con maestria a togliersi i panni dello psichiatra entrando nel linguaggio degli adolescenti, cercando ci capire ed intrepretare la fase rivelatoria che vivono.

Il romanzo orbita attorno alla figura di Scimmietta, una ragazza qualsiasi che verrà travolta da una serie di eventi combatterà contro la malattia e la dipendenza da droghe, ma l'intenzione sottesa dell'autore è quella di far capire al lettore in maniera lucida il percorso che ha portato a quella che sarà considerata l'ultima stazione del racconto.

La ragazza, alla ricerca del proprio sé, della propria identità e del proprio spazio nel mondo, fa parte di un contesto familiare nel quale i due genitori sono distratti dalla routine quotidiana. L'autore a questo punto è attento a sottolineare il fatto che non bisognerebbe colpevolizzare i genitori, vittima al pari dei propri figli, in quanto essi stessi sprovvisti alla vita.

Taranto e questo romanzo attuano dunque una sottile e attenta critica alle dinamiche sociali e le conseguenti aspettative, cercando di lasciare un messaggio nei lettori e nei presenti il compito di non essere "giudicanti e richiedenti" di un certo standard comportamentale, ma lasciando l'adolescente scoprire il proprio posto nel mondo.

La cittadinanza presente ha accolto positivamente questo squarcio riflessivo intervenendo criticamente durante il momento dedicato loro.