«Sbagliato parlare degli adolescenti in maniera negativa»

La riflessione di un lettore di CoratoViva sul ruolo dell'istituzione scolastica

martedì 29 novembre 2022 8.52
«Un articolo de "Il sole 24 ore" del 28 settembre 2021 intitolato "Scuola media in crisi: apprendimenti in calo e insegnanti in fuga" riportò la fotografia della Fondazione Agnelli sull'istituzione scolastica. Riassumendo per sommi capi: divari territoriali in aumento, professori senza formazione, didattica troppo tradizionale». Questo lo spunto per la riflessione di Antonio Piccolomo.

«La Fondazione Agnelli sottolinea come un orientamento ben svolto e ben recepito da ragazzi e famiglie per decisioni più consapevoli: i dati di ricerca mostrano che quando gli studenti scelgono gli indirizzi formativi che più rispondono alle proprie competenze e interessi, seguendo i consigli orientativi che derivano anche da prove psicoattitudinali, la probabilità di essere bocciati al primo anno delle superiori si riduce considerevolmente, mentre è quasi doppia per chi non segue il consiglio orientativo che la scuola deve fornire in terza media» ha affermato.

«Si parla sempre degli adolescenti, la maggior parte delle volte in maniera negativa. Posso garantirvi invece che non c'è nulla di più bello che parlare con loro. Ascoltare i loro pensieri, le loro emozioni, i loro desideri. In ogni uno di loro c'è del bello, ognuno di loro ha dei principi (forse molte volte nemmeno loro sanno di averli). Forza ragazzi: non arrendetevi, non sentitevi soli mai, ci sono le vostre famiglie che nel bene e nel male sono sempre con voi.

Poi ci sono alcune realtà scolastiche "singolari" come la scuola secondaria di primo grado. Molti ragazzi infatti si sentono sempre inadeguati e incompresi dal mondo scolastico. È luogo comune affermare: "Questi ragazzi sono sempre più soli, maleducati e magari con un'assenza di una famiglia alle spalle". Non è così!

Confrontandomi con alcuni giovani dai 13 ai 15 anni, è emersa la loro apatia nei confronti della scuola, vista come un'istituzione sterile, come se dovessero andarci solo perché è un loro dovere. Parlano di frustrazione, di stereotipie che avvengono nei loro confronti come se il primo giudizio fosse quello che conta, dopo di che tu sei quello che non vali. Che peccato! La scuola dovrebbe essere un luogo di inclusione, dovrebbe fare emergere ciò che di buono c'è in ogni ragazzo e nel tempo stesso dovrebbe prenderlo per mano e accompagnarlo verso le scelte future».