Ritorno a scuola, cosa succede in caso di positività? Il protocollo del Ministero della Salute

Possibili scenari e indicazioni sulla gestione di casi e focolai di COVID-19 in ambito scolastico

martedì 25 agosto 2020
A cura di Tiziana Di Gravina
Come si tornerà a scuola a settembre? Cosa succede se uno studente, insegnante operatore risulta positivo al Covid? E cosa accade ai contatti stretti? Sono alcune delle domande a cui viene data risposta dal documento recante Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell'infanzia, stilato da Istituto Superiore di Sanità, con Ministero della Salute, Ministero dell'Istruzione, INAIL, Fondazione Bruno Kessler, Regione EmiliaRomagna, Regione Veneto.

La riapertura della scuola, prevista nel mese di settembre, pone dal punto di vista epidemiologico un possibile aumento del rischio della circolazione del virus nella comunità. «La questione centrale delle decisioni di riapertura scolastica - si legge nel rapporto del 21 agosto - non è se le scuole debbano riaprire o meno, ma piuttosto come procedere con una riapertura scolastica più sicura attraverso la comprensione e la consapevolezza dei rischi per la salute pubblica, non solo sui bambini, sul personale scolastico e sui loro contatti sociali immediati, ma anche su un aumento della trasmissione a livello di virus comunitari».

Negli ultimi giorni si registra un nuovo aumento di contagi in Puglia, analogamente si osserva un'importante decrescita dell'età media dei casi. «È del tutto evidente - si specifica nel documento - che l'identificazione di strategie di controllo ottimali dipenderà dalla conoscenza dell'impatto della trasmissione nelle scuole sulla popolazione generale e quindi sulle categorie a rischio. Per questi motivi, non è al momento possibile sviluppare modelli previsionali solidi sull'effetto delle diverse strategie di intervento che potranno essere sviluppati man mano che si acquisirà conoscenza su aspetti specifici».

Il rapporto è destinato alle istituzioni scolastiche e dei servizi educativi dell'infanzia nonché ai Dipartimenti di Prevenzione del Servizio Sanitario Nazionale e a tutti coloro che potrebbero essere coinvolti nella risposta a livello di salute pubblica ai possibili casi e focolai di COVID-19 in ambito scolastico e dei servizi educativi dell'infanzia. Un documento che vuole fornire un supporto operativo ai decisori e agli operatori nel settore scolastico e nei Dipartimenti di Prevenzione, a pieno titolo coinvolti nel monitoraggio e nella risposta a casi sospetti/probabili e confermati di COVID-19 nonché nell'attuare strategie di prevenzione a livello comunitario, con indicazioni pratiche per la gestione di eventuali casi e focolai di SARS-CoV-2.

Intanto, partiranno in questi giorni anche in Puglia i test sierologici per il personale scolastico dai docenti al personale Ata. I prelievi, che restano volontari, dovranno concludersi 7 giorni prima dell'inizio delle lezioni, in caso di positività, al massimo entro 48 ore andrà effettuato il tampone.

Inoltre, il ministro per la famiglia Elena Bonetti ha proposto congedi retribuiti e diritto allo smart working per i genitori in caso di malattia o della quarantena di un bambino (che attualmente termina il 14 settembre).

Ogni istituto scolastico e servizio educativo dell'infanzia dovrà attenersi alle linee guida contenute nel documento del gruppo di lavoro dell'ISS che raccomanda di:

Ritorno a scuola per bambini 0-6 anni


I servizi educativi dell'infanzia presentano delle peculiarità didattiche/educative che non rendono possibile l'applicazione di alcune misure di prevenzione invece possibili per studenti di età maggiore, in particolare il mantenimento della distanza fisica di almeno un metro e l'uso di mascherine. Questo è un aspetto che deve essere tenuto in debita considerazione specialmente nella identificazione dei soggetti che ricadono nella definizione di contatto stretto. Per tale motivo è raccomandata una didattica a piccoli gruppi stabili (sia per i bambini che per gli educatori).

Bambini e studenti con fragilità


Si rende necessario garantire la tutela degli alunni con fragilità, in collaborazione con le strutture socio-sanitarie, la medicina di famiglia (es. PLS, MMG etc.), le famiglie e le associazioni che li rappresentano. Necessaria la priorità di screening in caso di segnalazione di casi nella stessa scuola frequentata per gli studenti che non possono indossare la mascherina o che hanno una fragilità che li pone a maggior rischio.

Cosa succede se

Un alunno presenta temperatura corporea al di sopra di 37,5°C o un sintomo compatibile con COVID-19, in ambito scolastico

Se il test è positivo? Si notifica il caso e si avvia la ricerca dei contatti e le azioni di sanificazione straordinaria della struttura scolastica nella sua parte interessata. Per il rientro in comunità bisognerà attendere la guarigione clinica (cioè la totale assenza di sintomi). I contatti stretti individuati dal Dipartimento di Prevenzione con le consuete attività di contact tracing, saranno posti in quarantena per 14 giorni dalla data dell'ultimo contatto con il caso confermato. La conferma di avvenuta guarigione prevede l'effettuazione di due tamponi a distanza di 24 ore l'uno dall'altro. Se entrambi i tamponi risulteranno negativi la persona potrà definirsi guarita, altrimenti proseguirà l'isolamento.

Se il test è negativo? A giudizio del pediatra o medico curante, si ripete il test a distanza di 2-3 gg. Il soggetto deve comunque restare a casa fino a guarigione clinica e a conferma negativa del secondo test.

Un alunno presenta febbre al di sopra di 37,5°C o un sintomo compatibile con COVID-19, presso il proprio domicilio

Stessa procedura nel caso in cui sia un operatore scolastico a presentare i sintomi. In caso di diagnosi di patologia diversa da COVID-19, il MMG redigerà una attestazione che l'operatore può rientrare scuola poiché è stato seguito il percorso diagnostico-terapeutico. Si sottolinea che gli operatori scolastici hanno una priorità nell'esecuzione dei test diagnostici.

In caso di positività di un alunno o operatore scolastico viene effettuata una sanificazione straordinaria della scuola.

In che caso viene chiusa la scuola? La chiusura di una scuola o parte della stessa dovrà essere valutata dal DdP in base al numero di casi confermati e di eventuali cluster e del livello di circolazione del virus all'interno della comunità. Un singolo caso confermato in una scuola non dovrebbe determinarne la chiusura soprattutto se la trasmissione nella comunità non è elevata. Inoltre, il DdP potrà prevedere l'invio di unità mobili per l'esecuzione di test diagnostici presso la struttura scolastica in base alla necessità di definire eventuale circolazione del virus.