Reperti di San Magno, «Già fruibili nel Museo della città e del territorio»

Le precisazioni sulla gestione dei reperti

martedì 2 febbraio 2021
In seguito alla richiesta sollevata dall'Archeoclub all'attenzione della Soprintendenza di riportare nel territorio di Corato i reperti rilevati presso la Necropoli di San Magno, interviene con accurate precisazioni Serena Petrone, Collaboratrice esterna della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bari.

«In nome del rispetto dei lettori e dei cittadini sensibili al valore dei Beni Culturali, e attenti alla storia locale, sento il dovere di precisare quanto riportato nell'articolo pubblicato il 1 febbraio dal titolo "L'Archeoclub alla Soprintendenza: restituite i reperti di San Magno" scritto a nome del sig. Iacovelli.

Si precisa che il materiale archeologico conservato presso il Museo della Città e del Territorio, attualmente chiuso per differenti motivazioni che non si ritiene di dover prendere in considerazione in questa sede, comprende n. 90 reperti provenienti da Località Colonnella, dal sito di Torrepaone e dalla necropoli di san Magno» - si legge nella nota esplicativa.

Il deposito del materiale archeologico è stato frutto di un'ampia, articolata e proficua collaborazione svoltasi dal 2005 al 2009, anno dell'inaugurazione del Museo, e continuata fino al 2014, tra Amministrazione Comunale, Sovrintendenza Archeologica e Architettonica, Archivio di Stato, e professionisti locali.

In particolare, la scrivente, incaricata dalla Sovrintendenza per i Beni Archeologici della Puglia, ha effettuato la selezione del materiale da esporre nel Museo Civico, in base a determinati criteri tecnici ed espositivi.

Da precisare lo stato frammentario dei reperti provenienti dalla raccolta di superficie di Torrepaone, oggetto, tra l'altro, della tesi di laurea della scrivente, cosi come la notevole frammentarietà del materiale proveniente da san Magno, come emerso già dagli scavi del prof. Striccoli e in quelli successivi, di cui l'ultimo riferibile al 2009.

I reperti, dunque, opportunamente selezionati, sono stati lavati, inventariati, fotografati, catalogati e stimati. Nel momento in cui si sono verificate le condizioni opportune per l'esposizione e la sicurezza dei beni, la Soprintendenza ha concesso, con prot. n. 3954 del 14/11/2014, l'autorizzazione al deposito temporaneo presso il Museo civico.

Si sottolinea con fermezza, inoltre, che è del tutto inappropriato utilizzare l'espressione "chiedere la restituzione" di un bene archeologico alla Sovrintendenza, in quanto il bene archeologico è di proprietà statale e che, qualora vi siano le condizioni, lo Stato, e quindi la Sovrintendenza, concede il deposito temporaneo, come sottolineato nel Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, e ribadito dalle numerose Circolari della Direzione Generale per i Beni Archeologici, e dalle Circolari della Direzione Generale per le Antichità sui depositi di materiali archeologici presso Musei ed Enti locali.

Si esprime, quindi, profonda perplessità dinanzi alle inopportune richieste espresse dalla neo nata associazione che intende "valorizzare pienamente i reperti e renderli fruibili", in quanto non si tiene conto che il materiale archeologico è stato già reso pienamente fruibile nelle bacheche della sala 1 del Museo della Città e del Territorio attraverso appositi apparati e opportuni strumenti didascalici e didattici.

Un invito, dunque, al cittadino attento ai Beni Culturali, al lettore serio e allo studioso corretto a vagliare le informazioni che vengono diffuse» - conclude Petrone.