Processo per la strage dei treni, nuova udienza
Depositate le note e le memorie delle parti civili
giovedì 10 novembre 2022
14.10
Si è tenuta giovedì mattina, nell'aula bunker del carcere di Trani, una nuova udienza del processo per il disastro ferroviario avvenuto il 12 luglio 2016 sulla tratta Corato-Andria della ferrovia del nordbarese, gestita da Ferrotramviaria. Un incidente che causò la morte di 23 persone e il riferimento di altre 50.
Gli imputati, per i quali l'accusa ha già chiesto 15 condanne a pene comprese fra i 12 anni e i 6 anni di reclusione, più una assoluzione, sono indiziati a vario titolo di disastro ferroviario, omicidio colposo plurimo e falso. L'accusa, nella requisitoria del 27 ottobre scorso, ha chiesto una sanzione amministrativa di 1 milione e 100 mila euro per la società che gestisce la linea, oltre alla revoca delle autorizzazioni, licenze e concessioni per l'esercizio dell'attività (fra cui il certificato per la sicurezza) per un anno e la confisca di 664.000 euro, somma che - secondo l'ipotesi del pubblico ministero - la società avrebbe dovuto investire per mettere in sicurezza la tratta con la realizzazione e l'uso del blocco conta assi.
Le parti civili, tra cui Regione Puglia, i comuni di Andria, Corato e Ruvo di Puglia, oltre ad alcune associazioni di consumatori (Codacons, Confconsumatori, Acu, Anmil, Gepa) e ad alcuni familiari delle vittime, hanno depositato le loro note e memorie sulle quali si è svolta anche una discussione.
La prossima udienza è fissata per il 24 novembre, quando toccherà alle difese di ministero delle infrastrutture, Ferrotramviaria e Regione Puglia.
Gli imputati, per i quali l'accusa ha già chiesto 15 condanne a pene comprese fra i 12 anni e i 6 anni di reclusione, più una assoluzione, sono indiziati a vario titolo di disastro ferroviario, omicidio colposo plurimo e falso. L'accusa, nella requisitoria del 27 ottobre scorso, ha chiesto una sanzione amministrativa di 1 milione e 100 mila euro per la società che gestisce la linea, oltre alla revoca delle autorizzazioni, licenze e concessioni per l'esercizio dell'attività (fra cui il certificato per la sicurezza) per un anno e la confisca di 664.000 euro, somma che - secondo l'ipotesi del pubblico ministero - la società avrebbe dovuto investire per mettere in sicurezza la tratta con la realizzazione e l'uso del blocco conta assi.
Le parti civili, tra cui Regione Puglia, i comuni di Andria, Corato e Ruvo di Puglia, oltre ad alcune associazioni di consumatori (Codacons, Confconsumatori, Acu, Anmil, Gepa) e ad alcuni familiari delle vittime, hanno depositato le loro note e memorie sulle quali si è svolta anche una discussione.
La prossima udienza è fissata per il 24 novembre, quando toccherà alle difese di ministero delle infrastrutture, Ferrotramviaria e Regione Puglia.