Processo "Giustizia svenduta", arrestato carabiniere
Il militare era il comandante del NOE di Bari
giovedì 18 marzo 2021
11.58
Si infittisce la trama di una delle vicende giudiziarie più delicate nella storia del tribunale di Trani, quella del processo "Giustizia Svenduta", che trae origine proprio da Corato con le accuse dell'imprenditore D'Introno nei confronti dei giudici Nardi e Savasta e il coinvolgimento anche di un ispettore di Polizia in servizio nella città di Corato.
Il gip distrettuale di Potenza ha infatti disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del tenente colonnello Angelo Colacicco, in servizio presso il comando dell'Undicesimo Reggimento Carabinieri Puglia, già comandante del Noe di Bari.
Il militare è accusato di depistaggio delle indagini condotte dalla Procura di Lecce sui magistrati di Trani e di calunnia in danno del pm di Lecce Roberta Licci. Reati che avrebbe commesso quando era al comando del Noe.
Colacicco, secondo quanto riferito da fonti di stampa, avrebbe fornito dichiarazioni false e reticenti in relazione agli accertamenti a carico dei magistrati di Trani, avrebbe accusato falsamente il pm Licci di averlo intimidito e minacciato durante l'esame testimoniale, e avrebbe tentato di convincere carabinieri di grado inferiore al suo di rendere davanti all'autorità dichiarazioni false, per confermare la sua versione dei fatti.
Il gip distrettuale di Potenza ha infatti disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del tenente colonnello Angelo Colacicco, in servizio presso il comando dell'Undicesimo Reggimento Carabinieri Puglia, già comandante del Noe di Bari.
Il militare è accusato di depistaggio delle indagini condotte dalla Procura di Lecce sui magistrati di Trani e di calunnia in danno del pm di Lecce Roberta Licci. Reati che avrebbe commesso quando era al comando del Noe.
Colacicco, secondo quanto riferito da fonti di stampa, avrebbe fornito dichiarazioni false e reticenti in relazione agli accertamenti a carico dei magistrati di Trani, avrebbe accusato falsamente il pm Licci di averlo intimidito e minacciato durante l'esame testimoniale, e avrebbe tentato di convincere carabinieri di grado inferiore al suo di rendere davanti all'autorità dichiarazioni false, per confermare la sua versione dei fatti.