Primavera Fest, piante rubate e installazioni distrutte: Corato non è pronta alla bellezza?
Nella prima settimana di Festival, si contano migliaia di euro di danni
giovedì 16 maggio 2024
13.12
La bellezza è un dono meraviglioso ma fragile, che può essere spazzata via da un soffio di vento, disperso dalla potenza distruttiva dell'inciviltà. Questo è ciò che sta accadendo a Corato, dove il Primavera Fest, inaugurato con l'intento di infondere colore e vita nel cuore storico della città, si sta trasformando in un triste teatro di distruzione.
Dal 10 maggio, le strade di Corato si sono vestite a festa, accogliendo cittadini e visitatori tra installazioni artistiche, piante e fiori che hanno trasformato il borgo in maniera vistosa. Ma questa trasformazione, invece di essere custodita come un tesoro, è stata violata da una serie di atti vandalici che gridano un messaggio chiaro: Corato non è pronta alla bellezza.
In soli sette giorni, il festival è stato macchiato da un "bollettino di guerra" che annuncia 376 piante fiorite sottratte, la farfalla di Piazza Di Vagno mutilata, le installazioni dell'arcobaleno e della margherita distrutti, senza dimenticare il recente danneggiamento della mostra "San Cataldo a Fumetti" sita in via Moschetti, con la distruzione di un cavalletto. Questi non sono semplici atti di vandalismo, ma il sintomo di una malattia sociale che corrode il senso civico e il rispetto per il bene comune.
L'organizzazione del festival sta facendo del suo meglio per riparare i danni (piante rimpinguate , installazioni in ristrutturazione), ma il vero problema rimane: una parte della popolazione di Corato sembra non comprendere il valore della bellezza e del decoro urbano. Non si tratta solo di un danno economico, che già si conta in migliaia di euro, ma di una ferita ben più profonda, quella inferta al tessuto culturale e sociale della città.
È tempo di riflettere su cosa significhi realmente vivere in una comunità. La città non è un parco giochi personale, né un palcoscenico su cui esibire la propria ignoranza. È un luogo da amare e rispettare, un patrimonio da valorizzare e proteggere. Corato ha bisogno di un risveglio collettivo, di un impegno condiviso per dimostrare che è, in effetti, pronta a custodire la bellezza che merita.
Fino a quando non ci sarà questo cambiamento di mentalità, ogni iniziativa, per quanto lodevole, sarà destinata a soccombere sotto i colpi di una minoranza distruttiva. È il momento di dire basta, di educare e sensibilizzare, affinché la bellezza possa finalmente trovare una casa sicura tra le vie della nostra amata (?) città.
Dal 10 maggio, le strade di Corato si sono vestite a festa, accogliendo cittadini e visitatori tra installazioni artistiche, piante e fiori che hanno trasformato il borgo in maniera vistosa. Ma questa trasformazione, invece di essere custodita come un tesoro, è stata violata da una serie di atti vandalici che gridano un messaggio chiaro: Corato non è pronta alla bellezza.
In soli sette giorni, il festival è stato macchiato da un "bollettino di guerra" che annuncia 376 piante fiorite sottratte, la farfalla di Piazza Di Vagno mutilata, le installazioni dell'arcobaleno e della margherita distrutti, senza dimenticare il recente danneggiamento della mostra "San Cataldo a Fumetti" sita in via Moschetti, con la distruzione di un cavalletto. Questi non sono semplici atti di vandalismo, ma il sintomo di una malattia sociale che corrode il senso civico e il rispetto per il bene comune.
L'organizzazione del festival sta facendo del suo meglio per riparare i danni (piante rimpinguate , installazioni in ristrutturazione), ma il vero problema rimane: una parte della popolazione di Corato sembra non comprendere il valore della bellezza e del decoro urbano. Non si tratta solo di un danno economico, che già si conta in migliaia di euro, ma di una ferita ben più profonda, quella inferta al tessuto culturale e sociale della città.
È tempo di riflettere su cosa significhi realmente vivere in una comunità. La città non è un parco giochi personale, né un palcoscenico su cui esibire la propria ignoranza. È un luogo da amare e rispettare, un patrimonio da valorizzare e proteggere. Corato ha bisogno di un risveglio collettivo, di un impegno condiviso per dimostrare che è, in effetti, pronta a custodire la bellezza che merita.
Fino a quando non ci sarà questo cambiamento di mentalità, ogni iniziativa, per quanto lodevole, sarà destinata a soccombere sotto i colpi di una minoranza distruttiva. È il momento di dire basta, di educare e sensibilizzare, affinché la bellezza possa finalmente trovare una casa sicura tra le vie della nostra amata (?) città.