Potere al Popolo: «Giustizia per Sacko»
«Ribadiamo il nostro essere contro questo governo razzista e fascista»
giovedì 7 giugno 2018
9.18
L'uccisione di Sacko Soumayla, il sindacalista di 29 anni che veniva dal Mali e che si batteva contro lo sfruttamento dei migranti, ha riacceso i riflettori sulle condizioni di lavoro dei migranti impegnati in agricoltura nel sud dell'Italia. La morte di Sacko, ucciso da una fucilata alla testa, si è verificata a poche ore da una frase pronunciata dal ministro dell'interno Salvini il quale affermava: «è finita la pacchia per i clandestini». Una frase che ha fatto tanto discutere e provocato reazioni, tra le quali quella congiunta di Potere al Popolo di Molfetta - Molfetta, Ruvo, Terlizzi, Corato e Bisceglie che hanno diffuso una nota che di seguito pubblichiamo.
Aveva 29 anni, veniva dal Mali. E si batteva contro lo sfruttamento dei migranti. è il migrante sindacalista ucciso sabato scorso a San Calogero, in provincia di Vibo Valentia, con una fucilata alla test
"I migranti rubano" questo è il luogo comune a cui ci hanno abituato, aiutati dai media mainstream, fin a giungere a portare al governo uno dei partiti che hanno fatto del razzismo, verso il Sud Italia e verso i migranti, il loro punto di forza, il partito di quel Borghezio che saliva su bus e treni per "disinfettarli" dai migranti e di quel Calderoli che
dava della scimmia a una ministra solo perché di colore diverso da quello padano o di quel Salvini delle ruspe per migranti e zingari.
Ed è con il luogo comune del "i migranti rubano" che si vuole tacere sull'omicidio di Soumalia Sacko avvenuto nella notte tra il 2 e 3 Giugno a San Calogero (Vibo Valentia), omicidio avvenuto poco dopo che il razzista Ministro Salvini diceva che era finita la pacchia per i migranti.
Chi era Sacko? Era un lavoratore, uno di quelli che guadagnano 2 euro all'ora per un lavoro sotto al sole per raccogliere pomodori da portare sulle nostre tavole a prezzi bassissimi e guadagni altissimi.
Chi era Sacko? Era padre di una bambina di 5 anni che ora non avrà un padre con cui trascorrere i momenti di pacchia cui tutti abbiamo diritto.
Chi era Sacko? Era una maliano di 30 anni, che oltre a lavorare, viveva in mutualismo con chi come lui aveva bisogno di costruire una catapecchia dove potere riposarsi tra una giornata e l'altra di lavoro, una catapecchia fatta di lamiere, quelle lamiere che stavano prendendo nella fabbrica abbandonata da 10 anni e dove Sacko è stato ucciso.
Chi era Sacko? Era un sindacalista dell'USB, si occupava dei diritti dei lavoratori migranti, quei diritti spesso e volentieri negati e che qualcuno definirebbe "pacchia".
"Sacko è stato ucciso da un contadino 43enne solo perché in quella fabbrica non ci si poteva avvicinare, perché probabile deposito di materiale radioattivo gestito dalla 'ndrangheta. (Al momento il presunto omicida risulta essere indagato, ndr)
Sacko è stato ucciso per mafia.
Sacko è una ulteriore vittima della mafia, e non è il primo migrante a essere vittima della mafia, ma così evidentemente non la pensa il ministro
Salvini che ci viene a dire che dalla Tunisia giungono criminali.
Sacko è una vittima della mafia, come tanti prima di lui.
Se c'è qualcuno che fa realmente la pacchia sono i mafiosi, spesso portatori di voti, che minacciano la nostra quotidianità, quella mafia che da sempre è intrecciata con i poteri dello Stato, quegli intrecci spesso negati da un'altra ministra di questo governo, quella Giulia Buongiorno avvocata di Andreotti e Berlusconi.
Ma sarà stato ucciso Sacko solo per essersi avvicinato ad un luogo "interdetto"? Sarà stato ucciso Sacko perchè un migrante? Oppure come tanti attivisti prima di lui è stato ucciso per la sua attività sindacale?" Sacko siamo noi tutti, perché al suo posto ci potevamo essere tutti.
Come Potere al Popolo ribadiamo il nostro essere antirazzisti e siamo vicini a tutti i fratelli migranti che lavorano e difendono la loro dignità di persone e lavoratori,
ribadiamo il nostro essere antimafia, ritenendo la mafia un frutto del sistema economico capitalistico e con esso connivente. Ribadiamo la nostra lotta per i diritti per tutti.
Ribadiamo il nostro essere contro questo governo razzista e fascista.
Giustizia per Sacko.
Aveva 29 anni, veniva dal Mali. E si batteva contro lo sfruttamento dei migranti. è il migrante sindacalista ucciso sabato scorso a San Calogero, in provincia di Vibo Valentia, con una fucilata alla test
"I migranti rubano" questo è il luogo comune a cui ci hanno abituato, aiutati dai media mainstream, fin a giungere a portare al governo uno dei partiti che hanno fatto del razzismo, verso il Sud Italia e verso i migranti, il loro punto di forza, il partito di quel Borghezio che saliva su bus e treni per "disinfettarli" dai migranti e di quel Calderoli che
dava della scimmia a una ministra solo perché di colore diverso da quello padano o di quel Salvini delle ruspe per migranti e zingari.
Ed è con il luogo comune del "i migranti rubano" che si vuole tacere sull'omicidio di Soumalia Sacko avvenuto nella notte tra il 2 e 3 Giugno a San Calogero (Vibo Valentia), omicidio avvenuto poco dopo che il razzista Ministro Salvini diceva che era finita la pacchia per i migranti.
Chi era Sacko? Era un lavoratore, uno di quelli che guadagnano 2 euro all'ora per un lavoro sotto al sole per raccogliere pomodori da portare sulle nostre tavole a prezzi bassissimi e guadagni altissimi.
Chi era Sacko? Era padre di una bambina di 5 anni che ora non avrà un padre con cui trascorrere i momenti di pacchia cui tutti abbiamo diritto.
Chi era Sacko? Era una maliano di 30 anni, che oltre a lavorare, viveva in mutualismo con chi come lui aveva bisogno di costruire una catapecchia dove potere riposarsi tra una giornata e l'altra di lavoro, una catapecchia fatta di lamiere, quelle lamiere che stavano prendendo nella fabbrica abbandonata da 10 anni e dove Sacko è stato ucciso.
Chi era Sacko? Era un sindacalista dell'USB, si occupava dei diritti dei lavoratori migranti, quei diritti spesso e volentieri negati e che qualcuno definirebbe "pacchia".
"Sacko è stato ucciso da un contadino 43enne solo perché in quella fabbrica non ci si poteva avvicinare, perché probabile deposito di materiale radioattivo gestito dalla 'ndrangheta. (Al momento il presunto omicida risulta essere indagato, ndr)
Sacko è stato ucciso per mafia.
Sacko è una ulteriore vittima della mafia, e non è il primo migrante a essere vittima della mafia, ma così evidentemente non la pensa il ministro
Salvini che ci viene a dire che dalla Tunisia giungono criminali.
Sacko è una vittima della mafia, come tanti prima di lui.
Se c'è qualcuno che fa realmente la pacchia sono i mafiosi, spesso portatori di voti, che minacciano la nostra quotidianità, quella mafia che da sempre è intrecciata con i poteri dello Stato, quegli intrecci spesso negati da un'altra ministra di questo governo, quella Giulia Buongiorno avvocata di Andreotti e Berlusconi.
Ma sarà stato ucciso Sacko solo per essersi avvicinato ad un luogo "interdetto"? Sarà stato ucciso Sacko perchè un migrante? Oppure come tanti attivisti prima di lui è stato ucciso per la sua attività sindacale?" Sacko siamo noi tutti, perché al suo posto ci potevamo essere tutti.
Come Potere al Popolo ribadiamo il nostro essere antirazzisti e siamo vicini a tutti i fratelli migranti che lavorano e difendono la loro dignità di persone e lavoratori,
ribadiamo il nostro essere antimafia, ritenendo la mafia un frutto del sistema economico capitalistico e con esso connivente. Ribadiamo la nostra lotta per i diritti per tutti.
Ribadiamo il nostro essere contro questo governo razzista e fascista.
Giustizia per Sacko.