Piazza Di Vagno, Legambiente: "Rinvenuti reperti del 1500"
I resti umani sono stati inviati in Australia per la datazione
lunedì 26 giugno 2017
10.12
Una nota del circolo di Legambiente "Angelo Vassallo"
Venerdì 23 la dottoressa Maria Rosaria De Palo, funzionaria della Soprintendenza, incaricata per la situazione di piazza Di Vagno, è venuta a Corato per fare un nuovo sopralluogo per vedere una parte dei resti degli edifici crollati nel 1922, di cui sono presenti una parte, sono conservati nel Museo della Città e del Territorio.
Alla visita hanno partecipato funzionari, un rappresentante dell'amministrazione ed Angela Paganelli come rappresentante di Rete Attiva insieme alla nostra delegazione composta dal presidente Pino Soldano e dal vicepresidente Giuseppe De Leo. E' stata anche visitata l'area del cantiere della piazza, la chiesa dei Cappuccini, dove sono conservate le tele del Sacro Monte e dell'antica chiesa di San Nicola. Questo momento ha fatto seguito ad un incontro che si è già tenuto a Bari nella sede della Soprintendenza per l'Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana, lo scorso 9 giugno insieme al Soprintendente Luigi La Rocca, dove la stessa delegazione ha evidenziato alcuni aspetti della situazione di Piazza di Vagno.
Già, da oltre due anni, avevamo sollecitato una serie di interventi e di azioni sulla situazione della piazza, chiedendo spiegazioni e delucidazioni. In sintesi, Legambiente ha chiesto che venisse attivato un percorso di archeologia preventiva. Questa è quell'attività di ricerca specializzata, si effettua con interventi, in aree sensibili, che comportano sondaggi diagnostici del terreno propedeutici ai progetti o ai lavori, scavi veri e propri, misure di salvaguardia, allo scopo di preservare e studiare elementi significativi del patrimonio archeologico eventualmente minacciati da lavori in corso. Non solo lo abbiamo pubblicamente evidenziato, affinché la popolazione sia opportunamente informata e le realtà sociali, per cercare di creare un percorso di partecipazione dell'associazionismo locale. I fatti ci hanno dato ragione: qualcosa è stato ritrovato.
Resti umani che sono stati rinvenuti, sono stati inviati in Australia per studi approfonditi e per individuare scientificamente la datazione.
Inoltre, nel corso dello scavo sono stati ritrovati del vasellame, ceramiche e monete risalenti al 1500. Ricordiamo che nell'area al 1922 vi erano ,il Palazzo Pedone, il Palazzo Pagano, il Chiesa del Monte di Pietà, il Palazzo Nuovo o Candido, il Convento dei Frati Minori Conventuali. Tutti questi reperti sono in fase di lavaggio, pulizia, studio per un'attenta analisi, classificazione e ricerche, per cui Legambiente e Rete Attiva hanno richiesto una conferenza per la presentazione pubblica degli scavi e degli studi.
Per quello che è stato verbalmente riferito nel corso dei sopralluoghi sulla piazza e dei reperti già presenti e raccolti, l'area sarebbe soggetta a vincolo archeologico, scongiurando la costruzione di quinte o manufatti di varie grandezze o cubature. L'area sarà coperta conservando ciò che sta sotto, le fondamenta dei vari palazzi, e quant'altro, facendo riappropriare la cittadinanza di uno spazio urbano e nel sottosuolo con chissà quali altre sorprese.
E' un altro risultato che porta a casa la nostra associazione che fa dell'ambientalismo scientifico e nella tutela dei beni comuni una forma di condivisone nel rispetto dei luoghi e della storia.
Venerdì 23 la dottoressa Maria Rosaria De Palo, funzionaria della Soprintendenza, incaricata per la situazione di piazza Di Vagno, è venuta a Corato per fare un nuovo sopralluogo per vedere una parte dei resti degli edifici crollati nel 1922, di cui sono presenti una parte, sono conservati nel Museo della Città e del Territorio.
Alla visita hanno partecipato funzionari, un rappresentante dell'amministrazione ed Angela Paganelli come rappresentante di Rete Attiva insieme alla nostra delegazione composta dal presidente Pino Soldano e dal vicepresidente Giuseppe De Leo. E' stata anche visitata l'area del cantiere della piazza, la chiesa dei Cappuccini, dove sono conservate le tele del Sacro Monte e dell'antica chiesa di San Nicola. Questo momento ha fatto seguito ad un incontro che si è già tenuto a Bari nella sede della Soprintendenza per l'Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana, lo scorso 9 giugno insieme al Soprintendente Luigi La Rocca, dove la stessa delegazione ha evidenziato alcuni aspetti della situazione di Piazza di Vagno.
Già, da oltre due anni, avevamo sollecitato una serie di interventi e di azioni sulla situazione della piazza, chiedendo spiegazioni e delucidazioni. In sintesi, Legambiente ha chiesto che venisse attivato un percorso di archeologia preventiva. Questa è quell'attività di ricerca specializzata, si effettua con interventi, in aree sensibili, che comportano sondaggi diagnostici del terreno propedeutici ai progetti o ai lavori, scavi veri e propri, misure di salvaguardia, allo scopo di preservare e studiare elementi significativi del patrimonio archeologico eventualmente minacciati da lavori in corso. Non solo lo abbiamo pubblicamente evidenziato, affinché la popolazione sia opportunamente informata e le realtà sociali, per cercare di creare un percorso di partecipazione dell'associazionismo locale. I fatti ci hanno dato ragione: qualcosa è stato ritrovato.
Resti umani che sono stati rinvenuti, sono stati inviati in Australia per studi approfonditi e per individuare scientificamente la datazione.
Inoltre, nel corso dello scavo sono stati ritrovati del vasellame, ceramiche e monete risalenti al 1500. Ricordiamo che nell'area al 1922 vi erano ,il Palazzo Pedone, il Palazzo Pagano, il Chiesa del Monte di Pietà, il Palazzo Nuovo o Candido, il Convento dei Frati Minori Conventuali. Tutti questi reperti sono in fase di lavaggio, pulizia, studio per un'attenta analisi, classificazione e ricerche, per cui Legambiente e Rete Attiva hanno richiesto una conferenza per la presentazione pubblica degli scavi e degli studi.
Per quello che è stato verbalmente riferito nel corso dei sopralluoghi sulla piazza e dei reperti già presenti e raccolti, l'area sarebbe soggetta a vincolo archeologico, scongiurando la costruzione di quinte o manufatti di varie grandezze o cubature. L'area sarà coperta conservando ciò che sta sotto, le fondamenta dei vari palazzi, e quant'altro, facendo riappropriare la cittadinanza di uno spazio urbano e nel sottosuolo con chissà quali altre sorprese.
E' un altro risultato che porta a casa la nostra associazione che fa dell'ambientalismo scientifico e nella tutela dei beni comuni una forma di condivisone nel rispetto dei luoghi e della storia.
Una precisazione della dott.ssa Marilena Torelli
Gentilissimi,
a seguito della pubblicazione della vostra nota relativa al sopralluogo effettuato lo scorso 23 giugno dalla dott.ssa Maria Rosaria DE PALO, Funzionaria della Soprintendenza per l'Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Bari, vorrei fare alcune precisazioni.
Intanto affermare che al suddetto incontro ha partecipato anche la sottoscritta in qualità di Responsabile di gestione del Museo della Città e del Territorio, Istituzione che a Corato conserva ed espone per finalità di studio e di educazione alcuni beni culturali cittadini, tra i quali, come si legge, parte del materiale lapideo proveniente dagli edifici esistenti in Piazza Di Vagno.
Ci tengo a precisare che la mia presenza durante i sopralluoghi era stata richiesta dall'archeologa, dott.ssa Valeria della Penna, e dalla dott.ssa de Palo, esponenti della Soprintendenza con cui siamo in contatto sin dall'inizio dei lavori di indagine archeologica per fornire supporto di carattere storico.
L'incontro ha chiarito l'azione della Soprintendenza ed è servito alla stessa per conoscere la storia, il percorso espositivo e gli spazi del Museo cittadino che potrebbe ospitare, al termine dei lavori, i reperti rinvenuti nell'area dell'indagine archeologica, a seguito di una conferenza pubblica nel segno della trasparenza e della piena volontà di informare la cittadinanza sugli esiti delle "scoperte" verificatesi.
Gentilissimi,
a seguito della pubblicazione della vostra nota relativa al sopralluogo effettuato lo scorso 23 giugno dalla dott.ssa Maria Rosaria DE PALO, Funzionaria della Soprintendenza per l'Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Bari, vorrei fare alcune precisazioni.
Intanto affermare che al suddetto incontro ha partecipato anche la sottoscritta in qualità di Responsabile di gestione del Museo della Città e del Territorio, Istituzione che a Corato conserva ed espone per finalità di studio e di educazione alcuni beni culturali cittadini, tra i quali, come si legge, parte del materiale lapideo proveniente dagli edifici esistenti in Piazza Di Vagno.
Ci tengo a precisare che la mia presenza durante i sopralluoghi era stata richiesta dall'archeologa, dott.ssa Valeria della Penna, e dalla dott.ssa de Palo, esponenti della Soprintendenza con cui siamo in contatto sin dall'inizio dei lavori di indagine archeologica per fornire supporto di carattere storico.
L'incontro ha chiarito l'azione della Soprintendenza ed è servito alla stessa per conoscere la storia, il percorso espositivo e gli spazi del Museo cittadino che potrebbe ospitare, al termine dei lavori, i reperti rinvenuti nell'area dell'indagine archeologica, a seguito di una conferenza pubblica nel segno della trasparenza e della piena volontà di informare la cittadinanza sugli esiti delle "scoperte" verificatesi.