Piazza Di Vagno: «Il nostro terzo Natale in gabbia»
Storia di un cantiere che ha messo in ginocchio le attività commerciali
lunedì 11 dicembre 2017
12.21
C'era una volta Piazza Di Vagno. C'era una volta, perché adesso non c'è più. Così come rischiano di sparire le speranze di quegli esercenti che in quella piazza, sul suo potenziale, avevano creduto sino ad investire tanto denaro.
In quella piazza, che era il centro della movida cittadina, ormai ci sono sei locali che a fatica si riempiono soltanto nel fine settimana.
Se da un lato il progetto di recupero della Piazza nasceva con i buoni propositi di dare ulteriore slancio all'economia del centro cittadino, dall'altro, nei fatti, ha dato una batosta di enormi dimensioni a quella stessa economia che voleva alimentare e, ulteriori ritardi nella consegna dei lavori sarebbero il colpo di grazia per chi ancora prova a resistere.
Perché, in tutta questa storia fatta di ritardi, di lavori che si interrompono, che riprendono, nei quali vengono impiegati pochi operai, ciò che è grave non è soltanto il calo vertiginoso del fatturato dei locali che insistono sulla piazza, ma la polverizzazione di almeno una decina di posti di lavoro.
«Sino all'apertura del cantiere impiegavamo personale per il servizio e per la cucina. Oggi non ne abbiamo più bisogno tanto si è ridotto il numero di clienti» spiegano alcuni esercenti della Piazza.
«Cala il nostro fatturato ma non i costi che sosteniamo: affitto, contributi, investimenti da ammortizzare rimangono sempre gli stessi. Di fatto ci viene negata la possibilità di lavorare» continuano.
In quella piazza hanno investito soprattutto giovani che hanno tentato la via imprenditoriale, fiduciosi nelle loro capacità e nella capacità di risposta della clientela. Clientela che oggi, inevitabilmente, deve spostarsi altrove per non trovarsi a un metro da un cantiere aperto. Un cantiere aperto nel 2015 e ancora non chiuso, nonostante il termine dei lavori fosse previsto nel 2016.
Che ci siano stati dei ritardi dovuti ai ritrovamenti effettuati durante gli scavi è noto. E lo comprendono anche gli esercenti che però ora, con rammarico, constatano: «È il nostro terzo Natale in gabbia».
Perché se altrove i locali possono persino pensare di aprire un dehor in cui ospitare i clienti, in Piazza Di Vagno è persino una impresa arrivarci. E quel che più fa male agli esercenti è il fatto di sentirsi abbandonati.
«Il 13 agosto, a estate inoltrata, è stata aperta una parte della piazza. Ora è stata chiusa nuovamente. Ma nessuno ci chiede di cosa abbiamo bisogno per superare questi intoppi che ricadono esclusivamente sulle nostre spalle e di chi abita nella piazza» lamentano gli esercenti. «Abbiamo perso la fiducia, non sappiamo più come farci sentire e la situazione peggiora giorno dopo giorno», continuano.
E quindi una domanda legittima, alla quale le istituzioni avrebbero dovuto rispondere senza che fosse stata loro posta: «Quanto ancora dovremo aspettare?».
Tra orari della zona a traffico limitato, della cui modifica si è discusso tanto e per la quale nulla si è fatto, chiusura della piazza e delle strade adiacenti, Piazza Di Vagno è illuminata soltanto dalle luci di quei locali semideserti. A qualche decina di metri invece, la bella Piazza Sedile, pullula di avventori.
Arriva Natale e per Piazza Di Vagno non c'è nulla. Quella che un tempo era la piazza più frequentata della città oggi è un problema per chi ha investito su di essa.
In conferenza stampa il sindaco ha dichiarato che "La mattina della Piazza" si svolgerà in piazza Di Vagno. Che succederà dopo quel giorno?
In quella piazza, che era il centro della movida cittadina, ormai ci sono sei locali che a fatica si riempiono soltanto nel fine settimana.
Se da un lato il progetto di recupero della Piazza nasceva con i buoni propositi di dare ulteriore slancio all'economia del centro cittadino, dall'altro, nei fatti, ha dato una batosta di enormi dimensioni a quella stessa economia che voleva alimentare e, ulteriori ritardi nella consegna dei lavori sarebbero il colpo di grazia per chi ancora prova a resistere.
Perché, in tutta questa storia fatta di ritardi, di lavori che si interrompono, che riprendono, nei quali vengono impiegati pochi operai, ciò che è grave non è soltanto il calo vertiginoso del fatturato dei locali che insistono sulla piazza, ma la polverizzazione di almeno una decina di posti di lavoro.
«Sino all'apertura del cantiere impiegavamo personale per il servizio e per la cucina. Oggi non ne abbiamo più bisogno tanto si è ridotto il numero di clienti» spiegano alcuni esercenti della Piazza.
«Cala il nostro fatturato ma non i costi che sosteniamo: affitto, contributi, investimenti da ammortizzare rimangono sempre gli stessi. Di fatto ci viene negata la possibilità di lavorare» continuano.
In quella piazza hanno investito soprattutto giovani che hanno tentato la via imprenditoriale, fiduciosi nelle loro capacità e nella capacità di risposta della clientela. Clientela che oggi, inevitabilmente, deve spostarsi altrove per non trovarsi a un metro da un cantiere aperto. Un cantiere aperto nel 2015 e ancora non chiuso, nonostante il termine dei lavori fosse previsto nel 2016.
Che ci siano stati dei ritardi dovuti ai ritrovamenti effettuati durante gli scavi è noto. E lo comprendono anche gli esercenti che però ora, con rammarico, constatano: «È il nostro terzo Natale in gabbia».
Perché se altrove i locali possono persino pensare di aprire un dehor in cui ospitare i clienti, in Piazza Di Vagno è persino una impresa arrivarci. E quel che più fa male agli esercenti è il fatto di sentirsi abbandonati.
«Il 13 agosto, a estate inoltrata, è stata aperta una parte della piazza. Ora è stata chiusa nuovamente. Ma nessuno ci chiede di cosa abbiamo bisogno per superare questi intoppi che ricadono esclusivamente sulle nostre spalle e di chi abita nella piazza» lamentano gli esercenti. «Abbiamo perso la fiducia, non sappiamo più come farci sentire e la situazione peggiora giorno dopo giorno», continuano.
E quindi una domanda legittima, alla quale le istituzioni avrebbero dovuto rispondere senza che fosse stata loro posta: «Quanto ancora dovremo aspettare?».
Tra orari della zona a traffico limitato, della cui modifica si è discusso tanto e per la quale nulla si è fatto, chiusura della piazza e delle strade adiacenti, Piazza Di Vagno è illuminata soltanto dalle luci di quei locali semideserti. A qualche decina di metri invece, la bella Piazza Sedile, pullula di avventori.
Arriva Natale e per Piazza Di Vagno non c'è nulla. Quella che un tempo era la piazza più frequentata della città oggi è un problema per chi ha investito su di essa.
In conferenza stampa il sindaco ha dichiarato che "La mattina della Piazza" si svolgerà in piazza Di Vagno. Che succederà dopo quel giorno?