Piazza Di Vagno, a che punto siamo? Legambiente lo chiede alla Sovrintendenza
Una nota del circolo coratino di Legambiente "Angelo Vassallo"
giovedì 15 giugno 2017
0.32
Venerdì 9 giugno una delegazione di Legambiente ed una rappresentanza di Rete Attiva si sono recati alla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bari.
Questa è l'organizzazione degli istituti periferici del Ministero per il territorio nazionale, raggruppata su base regionale.
«Da tempo stiamo seguendo la situazione di piazza Di Vagno della nostra città; dalle nostre comunicazioni costanti è stato possibile sensibilizzare l'ente locale per la possibilità di un premio in caso di scoperta, la necessità dell'individuazione di un archeologo che doveva essere individuato in fase preliminare per la raccolta, la documentazione e l'analisi delle tracce materiali che si potevano eventualmente trovare: da quelle architettoniche, ai manufatti, ma anche per quanto riguarda i resti biologici e umani, considerando che il primo maggio 1922 , da quanto risulta dalle informazioni storiche, il complesso crollò» scrive Legambiente in una nota.
«Contestualmente abbiamo coinvolto in questo processo dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MIBACT), fino agli organi periferici, perché si facesse chiarezza sulla situazione dell'intera area, in quanto organo giuridicamente preposto. Una delegazione di Legambiente, che ha tra le sue missions la tutela del paesaggio anche quello urbano, era stata l'unica e la sola associazione locale ad essere invitata ad un sopralluogo nel corso dello scavo nel mese di novembre, in cui verbalmente si rimandava ad un incontro pubblico per la presentazione di quanto era stato ritrovato, ma passati i mesi nulla si sapeva a riguardo. Pertanto, Legambiente ha scritto ed insistentemente sollecitato per avere informazioni al riguardo e conoscere quali passi intende attivare l'Ufficio competente e di leggere la documentazione fino ad ora prodotta» si legge nella premessa alla nota stampa.
«All'incontro tenutosi a Bari Legambiente ha incontrato i vertici della Soprintendenza, hanno partecipato: il dirigente, il Dr. Luigi LA ROCCA, Soprintendente per l'Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Bari e la Dr.ssa Maria Rosaria DE PALO, funzionario responsabile per lo scavo della Soprintendenza per l'Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Bari. Dall'incontro è emerso che i reperti sono in questo periodo in fase di studio per la realizzazione di un'attenta ed accurata documentazione. I ritrovamenti sono in fase di pulizia, di classificazione, di analisi e di studio da parte dell'archeologa individuata dal comune. Lo scavo ha avuto l' alternarsi di funzionari della soprintendenza perché chi ha preceduto la dottoressa De Palo è stato collocato a riposo. Dopo questo momento, sarà posto un vincolo alla piazza e il progetto dovrà essere ridefinito da parte dell'amministrazione comunale. Si desume che una quinta o un manufatto con le relative fondamenta, non potrebbero essere inserite all'interno del sottosuolo, dove insistevano Palazzo Pedone, Palazzo Pagano, Chiesa del Monte di Pietà, Palazzo Nuovo o Candido, o nel Convento dei Frati Minori Conventuali. A questo punto, la delegazione ha mostrato copia di un'istanza per un evento pubblico per mostrare quanto è stato rinvenuto al dirigente della Soprintendenza ed alla funzionaria preposta, che l'amministrazione ha ricevuto al protocollo in data 29 maggio u.s. , ma finora non ha ricevuto nessuna risposta da parte dell'amministrazione locale. Sono previsti ulteriori incontri per valutare e definire la situazione in atto. Legambiente continuerà a seguire la situazione con attenzione».
Questa è l'organizzazione degli istituti periferici del Ministero per il territorio nazionale, raggruppata su base regionale.
«Da tempo stiamo seguendo la situazione di piazza Di Vagno della nostra città; dalle nostre comunicazioni costanti è stato possibile sensibilizzare l'ente locale per la possibilità di un premio in caso di scoperta, la necessità dell'individuazione di un archeologo che doveva essere individuato in fase preliminare per la raccolta, la documentazione e l'analisi delle tracce materiali che si potevano eventualmente trovare: da quelle architettoniche, ai manufatti, ma anche per quanto riguarda i resti biologici e umani, considerando che il primo maggio 1922 , da quanto risulta dalle informazioni storiche, il complesso crollò» scrive Legambiente in una nota.
«Contestualmente abbiamo coinvolto in questo processo dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MIBACT), fino agli organi periferici, perché si facesse chiarezza sulla situazione dell'intera area, in quanto organo giuridicamente preposto. Una delegazione di Legambiente, che ha tra le sue missions la tutela del paesaggio anche quello urbano, era stata l'unica e la sola associazione locale ad essere invitata ad un sopralluogo nel corso dello scavo nel mese di novembre, in cui verbalmente si rimandava ad un incontro pubblico per la presentazione di quanto era stato ritrovato, ma passati i mesi nulla si sapeva a riguardo. Pertanto, Legambiente ha scritto ed insistentemente sollecitato per avere informazioni al riguardo e conoscere quali passi intende attivare l'Ufficio competente e di leggere la documentazione fino ad ora prodotta» si legge nella premessa alla nota stampa.
«All'incontro tenutosi a Bari Legambiente ha incontrato i vertici della Soprintendenza, hanno partecipato: il dirigente, il Dr. Luigi LA ROCCA, Soprintendente per l'Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Bari e la Dr.ssa Maria Rosaria DE PALO, funzionario responsabile per lo scavo della Soprintendenza per l'Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Bari. Dall'incontro è emerso che i reperti sono in questo periodo in fase di studio per la realizzazione di un'attenta ed accurata documentazione. I ritrovamenti sono in fase di pulizia, di classificazione, di analisi e di studio da parte dell'archeologa individuata dal comune. Lo scavo ha avuto l' alternarsi di funzionari della soprintendenza perché chi ha preceduto la dottoressa De Palo è stato collocato a riposo. Dopo questo momento, sarà posto un vincolo alla piazza e il progetto dovrà essere ridefinito da parte dell'amministrazione comunale. Si desume che una quinta o un manufatto con le relative fondamenta, non potrebbero essere inserite all'interno del sottosuolo, dove insistevano Palazzo Pedone, Palazzo Pagano, Chiesa del Monte di Pietà, Palazzo Nuovo o Candido, o nel Convento dei Frati Minori Conventuali. A questo punto, la delegazione ha mostrato copia di un'istanza per un evento pubblico per mostrare quanto è stato rinvenuto al dirigente della Soprintendenza ed alla funzionaria preposta, che l'amministrazione ha ricevuto al protocollo in data 29 maggio u.s. , ma finora non ha ricevuto nessuna risposta da parte dell'amministrazione locale. Sono previsti ulteriori incontri per valutare e definire la situazione in atto. Legambiente continuerà a seguire la situazione con attenzione».