Per non dimenticare: le opere di Rossana Bucci ricordano la Shoah

A Roma, esposizione in occasione della Giornata della Memoria

giovedì 25 gennaio 2018 14.22
In occasione della Giornata della Memoria, venerdì 26 gennaio 2018, alle ore 18.00 la Galleria "Spazio Area Contesa Arte" a Roma in collaborazione con l'organizzazione "Le sorelle" organizza un incontro sulla "Shoah e la Memoria" in ricordo della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, avvenuta nel 1945 da parte delle truppe dell'Armata Rossa, impegnate nella offensiva Vistola-Oder in direzione della Germania.

Il meeting si articolerà in due momenti significativi: un dibattito di apertura con attività su Portali Web realizzati da agenzia specializzata Every day Srl, proprio sul significato del Giorno della Memoria e la presentazione delle opere degli artisti partecipanti.Attraverso le opere si legge la sequenza dei visi e il loro flemmatico stupore. Quello disincantato che ti lascia con gli occhi nel vuoto per tanto tempo. Le espressioni, le emozioni, la rabbia e l'ironia parlano e racchiudono la tragedia di vicende umane dolorose,gli amici che improvvisamente si allontanano, il carcere, il viaggio in treno verso il campo di concentramento di Auschwitz, fino ad arrivare alla struggente testimonianza dell'uccisione delle persone care, lì la luce finisce e lo sguardo spento lento muore.

Rossana Bucci è tra gli artisti che hanno aderito alla Giornata della memoria per lo "Spazio Contesa Arte" insieme a Silvana Guerini, Sevasti Iallussi, Gabriele Moreschi, Barbara Guarini, Greta Teveroli , Riccardo Ancillotti, Fernando Faracosimo, Julia Chutva, Stefania Nicolini, Nicola Ciolfi.

Già l'istituto italiano di ricerca sulla Shoah , sin dagli anni sessanta, per primo ha iniziato a studiare approfonditamente il fenomeno delle leggi razziali e della deportazione dall'Italia ed a ricostruire nomi, famiglie e storie degli oltre ottomila deportati ebrei italiani.

Per questa mostra, l'artista rimodula la sua arte con un'opera dedicata a tema. I toni diventano più spenti, osa dire, quasi ombrosi, a ritrarre le storture di un uomo lupus per l'altro uomo. I suoi cieli questa volta si tingono di grigio. Proprio il grigio melanconico che parla di Auschwitz.

Sono temi forti a cui l'artista dichiara di non voler appartenere. La sua tecnica, i suoi mandala amano parlare di luce, di colori. I suoi strappi fisici su tela, così come li definisce la stessa Lucia Anelli, corrispondente per Juliet, in questa tela sono fortemente segnati. Usa la carta, si serve di semplice carta per raccontare uno screpolato subìto, di lasciti, delusioni, vuoti silenzi che non trovano spiegazione, di come un tutto possa essere divenuto niente. Ma è quella stessa carta screpolata a parlare e diventa il potere di una incisione indelebile.