Otto anni dalla tragedia sui binari tra Corato e Andria: per non dimenticare
Anche oggi le famiglie delle vittime hanno lasciato fiori e ricordi sul luogo dell'incidente
venerdì 12 luglio 2024
10.01
Rose bianche e girasoli, delicatamente lasciati sui binari che - nei ricordi dell'ormai lontano 12 luglio 2016 - rievocano ancora forte quella ferita lasciata dal drammatico impatto tra i treni in cui persero la vita 23 persone.
In questo luogo immerso nelle campagne aspre e assolate tra Corato e Andria, dove sono tornati a correre i treni sul doppio binario, anche questa mattina le famiglie delle vittime si sono ritrovate, in un triste appuntamento che serve a mantenere viva la memoria di chi non c'è più, ma sopravvive nei ricordi di tutti.
Questa sera, in memoria del giovane Francesco Tedone, si svolgeranno gli eventi dell'iniziativa "Komorebi" come ha ricordato il papà Vincenzo: «Komorebi rappresenta il raggio di sole che attraversa i rami degli alberi, quel raggio di sole che il nostro cuore cerca e che noi in questa commemorazione cerchiamo. Poca soddisfazione ma per noi parlare di Francesco è sentirlo vivo».
Sotto il sole caldo di luglio, che come quel giorno brucia la terra e l'anima, accompagnati da don Giuseppe Lobascio - parroco della Parrocchia Incoronata di Corato - tutti si sono riuniti per una preghiera dedicata a tutte le 23 vittime di quel tragico giorno.
In questo luogo immerso nelle campagne aspre e assolate tra Corato e Andria, dove sono tornati a correre i treni sul doppio binario, anche questa mattina le famiglie delle vittime si sono ritrovate, in un triste appuntamento che serve a mantenere viva la memoria di chi non c'è più, ma sopravvive nei ricordi di tutti.
Questa sera, in memoria del giovane Francesco Tedone, si svolgeranno gli eventi dell'iniziativa "Komorebi" come ha ricordato il papà Vincenzo: «Komorebi rappresenta il raggio di sole che attraversa i rami degli alberi, quel raggio di sole che il nostro cuore cerca e che noi in questa commemorazione cerchiamo. Poca soddisfazione ma per noi parlare di Francesco è sentirlo vivo».
Sotto il sole caldo di luglio, che come quel giorno brucia la terra e l'anima, accompagnati da don Giuseppe Lobascio - parroco della Parrocchia Incoronata di Corato - tutti si sono riuniti per una preghiera dedicata a tutte le 23 vittime di quel tragico giorno.