Omicidio a Corato, si è costituito anche il padre dei fratelli Pilato
L'uomo, di 52 anni, era a bordo della stessa auto quando i due avrebbero aperto il fuoco contro Nicola Manzi
martedì 17 dicembre 2024
15.45
Dopo i figli, il papà: si è costituito nelle scorse ore, infatti, anche Nicola Pilato, 52enne di Corato, padre dei fratelli Savino e Gabriele Pilato, di 22 e 18 anni, ritenuti i responsabili dell'omicidio del 50enne Nicola Manzi avvenuto lunedì sera alla periferia della città, in cella per omicidio e porto illecito di arma comune da sparo.
L'uomo ha deciso di presentarsi spontaneamente davanti agli investigatori. E prima di lui, era toccato ai suoi due figli, sottoposti a fermo di indiziato di delitto con le ipotesi di reato di omicidio e porto illecito di arma comune da sparo: tutti assistiti dall'avvocato Giovanni Battista Pavone, nell'interrogatorio davanti al pubblico ministero della Procura della Repubblica di Trani, Francesco Tosto, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, prima di essere condotti nel carcere di Trani.
Non erano ancora le ore 19.00 di ieri, quando Nicola Manzi, volto noto alle forze dell'ordine e padre di quel Domenico che, con suo cugino Domenico Patruno, il 1 agosto 2018, furono protagonisti dell'omicidio di Viktorian Pikaku, albanese di 23 anni ucciso in piazza Abbazia, si trovava sotto casa, in via Salvi, in compagnia della moglie e del fratello Michele, 41enne rimasto ferito. Secondo la ricostruzione inquirente, in strada sarebbe andata in scena una vera e propria sparatoria.
Ad agire sarebbero state tre persone (Nicola Pilato e i suoi due figli, Savino e Gabriele) che, a bordo di una Volkswagen Golf, avrebbero avvicinato i fratelli Manzi esplodendo alcuni colpi d'arma da fuoco: Nicola, «attinto da un colpo d'arma lunga da sparo», è morto sul colpo, mentre suo fratello Michele, anche lui colpito da un proiettile, è rimasto gravemente ferito: dopo essere stato sottoposto ad un intervento chirurgico al Di Venere di Carbonara è ricoverato in prognosi riservata.
È rimasta illesa, invece, la moglie di Manzi «che - sempre secondo le immagini di videosorveglianza - dopo aver raccolto la pistola che il marito aveva addosso ha inseguito gli assassini sparando a sua volta i colpi di pistola». Per questo, anche Marianna Balducci, moglie del morto, è stata portata in carcere per omicidio e porto illecito d'arma comune da sparo. Un assassinio eseguito con due armi «che non sono state trovate sul posto, né nella disponibilità delle persone fermate».
I militari hanno repertato sul posto almeno quattro bossoli, provenienti da due diverse armi «che - hanno fatto sapere gli inquirenti - non sono state rinvenute sul posto, né nella disponibilità delle persone fermate». I tre in attesa della decisione del Tribunale di Trani che valuterà «i presupposti del fermo», sono in carcere.
L'uomo ha deciso di presentarsi spontaneamente davanti agli investigatori. E prima di lui, era toccato ai suoi due figli, sottoposti a fermo di indiziato di delitto con le ipotesi di reato di omicidio e porto illecito di arma comune da sparo: tutti assistiti dall'avvocato Giovanni Battista Pavone, nell'interrogatorio davanti al pubblico ministero della Procura della Repubblica di Trani, Francesco Tosto, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, prima di essere condotti nel carcere di Trani.
Non erano ancora le ore 19.00 di ieri, quando Nicola Manzi, volto noto alle forze dell'ordine e padre di quel Domenico che, con suo cugino Domenico Patruno, il 1 agosto 2018, furono protagonisti dell'omicidio di Viktorian Pikaku, albanese di 23 anni ucciso in piazza Abbazia, si trovava sotto casa, in via Salvi, in compagnia della moglie e del fratello Michele, 41enne rimasto ferito. Secondo la ricostruzione inquirente, in strada sarebbe andata in scena una vera e propria sparatoria.
Ad agire sarebbero state tre persone (Nicola Pilato e i suoi due figli, Savino e Gabriele) che, a bordo di una Volkswagen Golf, avrebbero avvicinato i fratelli Manzi esplodendo alcuni colpi d'arma da fuoco: Nicola, «attinto da un colpo d'arma lunga da sparo», è morto sul colpo, mentre suo fratello Michele, anche lui colpito da un proiettile, è rimasto gravemente ferito: dopo essere stato sottoposto ad un intervento chirurgico al Di Venere di Carbonara è ricoverato in prognosi riservata.
È rimasta illesa, invece, la moglie di Manzi «che - sempre secondo le immagini di videosorveglianza - dopo aver raccolto la pistola che il marito aveva addosso ha inseguito gli assassini sparando a sua volta i colpi di pistola». Per questo, anche Marianna Balducci, moglie del morto, è stata portata in carcere per omicidio e porto illecito d'arma comune da sparo. Un assassinio eseguito con due armi «che non sono state trovate sul posto, né nella disponibilità delle persone fermate».
I militari hanno repertato sul posto almeno quattro bossoli, provenienti da due diverse armi «che - hanno fatto sapere gli inquirenti - non sono state rinvenute sul posto, né nella disponibilità delle persone fermate». I tre in attesa della decisione del Tribunale di Trani che valuterà «i presupposti del fermo», sono in carcere.