Omicidio a Corato, funerali in forma privata per il 50enne Nicola Manzi

La decisione del questore di Bari per motivi di ordine pubblico e di sicurezza dei cittadini

lunedì 23 dicembre 2024 12.10
A cura di Nicola Miccione
I funerali di Nicola Manzi, l'uomo di 50 anni ucciso a Corato il 16 dicembre scorso mentre si trovava sotto casa, in via Salvi, si sono svolti questa mattina in forma privata. A vietare le esequie pubbliche, che si sarebbero dovute svolgere nella parrocchia di San Gerardo Maiella, è stato il questore di Bari, Massimo Gambino.

Il dirigente generale ha ordinato che il trasporto del feretro fosse diretto tra il Policlinico barese e il cimitero di Corato, dunque senza corteo, e che «il rito funebre e la tumulazione» si svolgessero all'alba «in forma strettamente privata con tutte le cautele volte ad assicurare la tutela dell'ordine pubblico e delle sicurezza dei cittadini» coratini. La salma dell'uomo è stata restituita alla famiglia disposta dal pubblico ministero della Procura della Repubblica di Trani, Francesco Tosto.

L'esame autoptico, curato dal professor Antonio De Donno nell'Istituto di Medicina Legale del Policlinico, ha evidenziato come l'uomo, volto conosciuto alle forze dell'ordine e arrestato nell'operazione "Logos" contro il clan Loiudice, sia morto per i colpi di fucile che l'hanno raggiunto all'addome. I risultati dell'autopsia, però, non sono stati ancora resi noti e il medico legale avrà 60 giorni di tempo per poter elaborare il referto dopo gli esami istologici svolti sul cadavere della vittima.

Per l'omicidio del 50enne e il ferimento di suo fratello Michele di nove anni più giovane, sono in carcere Nicola, Savino e Gabriele Pilato, rispettivamente cognato e nipoti della vittima, di 52, 22 e di 18 anni, considerati i presunti responsabili del delitto. Sono accusati a vario titolo di omicidio, porto abusivo d'arma da fuoco e tentato omicidio. È invece ai domiciliari, la moglie di Nicola Manzi, la 48enne Marianna Balducci, accusata di tentato omicidio e porto abusivo d'arma da fuoco.

La donna avrebbe inseguito i tre indagati e fatto fuoco contro di loro usando la pistola del marito. Secondo quanto ricostruito dalla videosorveglianza, i Pilato, a bordo di una Volkswagen Golf guidata dal 22enne, avrebbero avvicinato i due fratelli Manzi. Il primo a scendere sarebbe stato proprio il conducente, seguito da suo padre Nicola e da suo fratello Gabriele. Sarebbe stato proprio quest'ultimo, 18enne, a «prelevare dal sedile anteriore un fucile e sparare verso Nicola Manzi».

Non solo: avrebbe diretto «i colpi di fucile verso Michele Manzi», mentre suo fratello Savino «fuggiva». Secondo quanto emerso, Balducci, rimasta illesa, avrebbe partecipato alla sparatoria, puntando «una pistola contro i tre Pilato». Durante l'interrogatorio, avrebbe riferito di contrasti famigliari tra il marito e i tre indagati.