Nuovi richiedenti asilo in città? Tedeschi: «Corato ha già dato»

Dura la reazione delle opposizioni. Mazzone: «Tedeschi lancia messaggi pericolosi»

venerdì 7 luglio 2017 10.35
A cura di Aldo Diaferia
"Immigrati qua basta!" Con queste parole, il consigliere comunale Sergio Tedeschi ha voluto introdurre ieri in consiglio comunale, il tema scottante dell'immigrazione puntando l'attenzione su alcune voci che vorrebbero l'arrivo di nuovi richiedenti asilo nella nostra città e su presunte situazioni di disagio dovute alla continua apertura dei centri d'accoglienza nei confronti del numero crescente di soggetti richiedenti asilo.

"Corato ha già dato, da e non deve più dare" tuona il consigliere sostenendo che la cittadina di Corato «ha già fatto molto in materia di accoglienza» e auspicando il momento di porre un freno e spronare anche gli altri comuni a fare altrettanto.

Non usa mezzi termini Tedeschi quando denuncia apertamente la presunta situazione di degrado dovuta alla permanenza di immigrati nel nostro paese, mostrando apprezzamenti nei confronti delle ultime disposizioni governative in materia, citando il più recente decreto Minnito che propone rilevanti novità come la nascita di nuovi Centri di permanenza per il rimpatrio nelle Regioni (per un totale di 1600 posti), l'eliminazione di un grado di giudizio per i ricorsi, la riduzione dei tempi per la richiesta d'asilo e la possibilità per i richiedenti di svolgere lavori di pubblica utilità gratuiti e volontari.

Dichiarazioni pesanti quelle del consigliere di maggioranza Sergio Tedeschi, alle quali si oppongono fermamente i consiglieri coratini di opposizione tra i quali Tommaso Loiodice ha voluto ricordare che anche noi italiani un tempo "Siamo stati un popolo costretto a vivere e subire il fenomeno di emigrazione o immigrazione", e prosegue: "Ritengo che il governo abbia lavorato bene ma questo non significa esimersi e abbandonare le persone al loro destino".

Più dure invece le parole della consigliera Valeria Mazzone nei confronti della posizione di Tedeschi. Secondo la consigliera di Un cantiere in comune infatti: "E' avvilente e pericoloso lanciare da questi banchi messaggi del calibro di quelli lanciati da Tedeschi. Se la sua idea è che i disagi nelle piazze sono dovuti solo agli immigrati la questione diventa ridicola".

Il Comune di Corato, nel 2013, è entrato a far parte del "Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati" (SPRAR) la rete di Enti Locali che – per la realizzazione di progetti di accoglienza integrata – accedono, nei limiti delle risorse disponibili, al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo disposto dal Ministero dell'interno.

Si tratta di un progetto curato a livello nazionale dal Servizio Centrale dello SPRAR e coordinato dal Ministero dell'Interno, Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione. In questa maniera i Comuni, con il prezioso supporto delle realtà del terzo settore, garantiscono interventi di "accoglienza integrata" che superano la sola distribuzione di vitto e alloggio, contemplando altresì misure di informazione, accompagnamento sociale, assistenza e orientamento, attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-economico.
Corato dunque aderendo allo SPRAR, accoglie oggi una trentina di soggetti richiedenti asilo.

Chiare, su questo tema, le parole del sindaco: "Siamo stati e continuiamo a essere fautori di perequazione di ospitalità al di là di tutte le questioni che si possono fare sui recenti flussi migratori. Non può essere questo solo un problema di alcune città né può essere affidato al caso dell'iniziativa privata o del terzo settore. Insieme al presidente di anci Puglia Luigi Perrone e il prefetto di Bari ci siamo incontrati Lunedì per chiedere un intensificazione tra comuni e prefettura. Verranno indotte altre gare prefettizie per cercare altri posti che vadano a coprire il surplus di carico immigrati della provincia di Bari. Siamo passati da un carico di circa 2400 unità a inizio 2017 a quello attuale di oltre le 3400 unità e questo ci preoccupa. I comuni, che grazie al sistema SPRAR coprono il rapporto 2,5 a 1000, sono esclusi da ulteriori carichi, pertanto il nostro obbiettivo è quello di far confluire nel progetto SPRAR tutte le strutture disponibile per l'accoglienza in modo da raggiungere quel rapporto".