Nabil Bey e Massimo Collazzo portano sulla Murgia coratina i versi del siriano Nizār Tawfīq Qabbānī
L'evento si inserisce nella rassegna culturale di Posta Mangieri "Une Monde La Lune"
giovedì 24 agosto 2017
10.01
I versi del poeta siriano Nizār Tawfīq Qabbānī. La voce suadente del palestinese Nabil Salameh, in arte Nabil Bey – fondatore dei "Radiodervish"–, cui è affidata la lettura di Qabbānī nella sua lingua madre, l'arabo. E Massimo Colazzo, che canterà quei versi in italiano. Ecco "Disegnare con le parole", lo spettacolo di musica e parole nato dalla collaborazione fra i due e Carlo Mazzotta di scena sabato 26 agosto sull'aia di "Posta Mangìeri", a Corato (strada esterna Piede Piccolo, km 7).
Così "Une Monde La Lune", la rassegna proposta dall'agriturismo coratino, abbraccia la cultura del Vicino Oriente, senza barriere, e torna con un viaggio sensoriale nella poesia di uno fra i più importanti poeti arabi contemporanei grazie alla cornice musicale e, quindi, alle ambientazioni sonore scelte dal duo.
Se le letture sono tratte da "Le mie poesie più belle" – prima traduzione italiana di un'antologia completa di Qabbānī, uscita nel 2016 per le edizioni "Jouvence" – la dualità narrativa vuole condurre l'ascoltatore prima dentro i suoni originali delle liriche, attraverso la musicalità dei versi declamati in arabo. Poi il mistero si dissolve, e le immagini "disegnate dal poeta con le parole" acquistano nuovo vigore quando gli stessi versi prendono forma in italiano.
Amore, erotismo, sesso e l'emancipazione della donna nella società araba i temi principali dell'opera di Qabbānī, secondo cui "la poesia è la patria delle cose che si ribellano a loro stesse, e delle forme che rifuggono la propria forma".
Così "Une Monde La Lune", la rassegna proposta dall'agriturismo coratino, abbraccia la cultura del Vicino Oriente, senza barriere, e torna con un viaggio sensoriale nella poesia di uno fra i più importanti poeti arabi contemporanei grazie alla cornice musicale e, quindi, alle ambientazioni sonore scelte dal duo.
Se le letture sono tratte da "Le mie poesie più belle" – prima traduzione italiana di un'antologia completa di Qabbānī, uscita nel 2016 per le edizioni "Jouvence" – la dualità narrativa vuole condurre l'ascoltatore prima dentro i suoni originali delle liriche, attraverso la musicalità dei versi declamati in arabo. Poi il mistero si dissolve, e le immagini "disegnate dal poeta con le parole" acquistano nuovo vigore quando gli stessi versi prendono forma in italiano.
Amore, erotismo, sesso e l'emancipazione della donna nella società araba i temi principali dell'opera di Qabbānī, secondo cui "la poesia è la patria delle cose che si ribellano a loro stesse, e delle forme che rifuggono la propria forma".