Mazzilli e il mandato esplorativo per risolvere la crisi amministrativa

Addio alla maggioranza politica, si cerca il tredicesimo

martedì 23 gennaio 2018 13.15
A cura di Giuseppe Di Bisceglie
Una settimana. Soltanto sette giorni per risolvere una crisi amministrativa che sta logorando la seppur strenua resistenza del sindaco Massimo Mazzilli.

I fatti dell'ultimo consiglio comunale, l'imprevisto "salto della staccionata" del consigliere Fabrizio Ventura con i veleni che ne sono scaturiti, non hanno salvato il sindaco Mazzilli ma hanno messo in evidenza un'altra crisi: quella delle opposizioni ed in particolare quella del "Cantiere" di Renato Bucci.

Se la marcia indietro di Ventura sia stata legata ad un reale ripensamento o, come sostengono dal Cantiere, da pressioni o addirittura minacce legate alla professione dell'ex esponente del Cantiere, solo Ventura può saperlo o chi lo ha eventualmente pressato. Quel che c'era da dire a proposito di questa - comunque brutta - pagina di politica cittadina lo hanno ampiamente detto i consiglieri nella massima assise cittadina e crediamo che il fatto si commenti da solo. Eviteremo, pertanto, di spendere parole sull'argomento.

Il dato politico, crediamo, sia ciò che più interessa di questo indecoroso spettacolo al quale la cittadinanza sta assistendo.

Il sindaco Mazzilli, da quanto emerso dall'ultimo consiglio comunale, non ha i numeri per governare. Né tanto meno potrà più contare su una maggioranza politica. Questo è fuori dubbio. Ciò che Mazzilli ora cerca è una maggioranza numerica, per concludere il mandato amministrativo e fare in modo che nessun commissario prefettizio metta piede a Palazzo di Città. E con la maggioranza numerica non si possono (o almeno non si dovrebbero) adottare atti importanti come può essere, ad esempio, il Piano Urbanistico Generale, del quale si sono perse le tracce ormai da troppo tempo.

Dall'ultimo consiglio comunale, però, Mazzilli sembra non aver fatto passi in avanti. Una riunione saltata, un'altra convocata e tenutasi ieri sera dalla quale non sarebbe emersa alcuna particolare novità. Né tanto meno alcun movimento in giunta o le dimissioni - richieste dal sindaco - dei consigli di amministrazione delle società comunali.

Il tempo scorre e tutto è fermo. O forse c'è del fuoco sotto la cenere? È di questa mattina l'attacco di Forza Italia Giovani (leggasi Forza Italia) al consigliere Franco Caputo, vero ago della bilancia (ancor più di Ventura) dell'insuccesso della mozione di sfiducia (che non potrà più essere presentata almeno per i prossimi sei mesi).

Non è, infatti, Ventura ad aver salvato Mazzilli, ma l'astensione di Franco Caputo. Una astensione che, domani, potrebbe diventare sostegno all'amministrazione o mannaia per la stessa. O addirittura determinare continui pareggi nelle votazioni e quindi totale immobilismo. Lo stesso immobilismo che portò Caputo a firmare per la caduta dell'amministrazione guidata da Renato Bucci.

Il governo di scopo, ad oggi, sembra essere l'unica soluzione possibile per risolvere la crisi e far lavorare - finalmente - l'amministrazione comunale sinora, come denunciato in consiglio comunale, ingessata. E, a quanto pare, l'idea di concordare dei punti programmatici con le opposizioni e di affidare ad una giunta tecnica il governo della città, è più volte venuta fuori nel corso delle riunioni convocate dal sindaco con i "suoi". Ma non è andata in porto.

Va dato atto al sindaco di aver riconosciuto la gravità della situazione. Egli stesso affermò in consiglio che, non avendo i numeri, non si sarebbe arroccato nella giunta né avrebbe praticato accanimento terapeutico per tenere in vita la sua amministrazione.

Caputo non sarà il tredicesimo. Almeno così ha affermato. Ma Ventura insegna: neanche le firme sono vincolanti.