Mazzette all'Asl, anche Perrone ammette: «Ho regalato le porte all'ingegnere»
Ieri ci sono stati anche gli interrogatori di garanzia di Andriani, dell’imprenditore Murgolo e dell’agente di rappresentanza Rucci
martedì 19 novembre 2024
9.45
Ha risposto alle domande del giudice per le indagini preliminari Cataldo Perrone, imprenditore ai domiciliari per corruzione e falso su un appalto bandito dalla Asl di Bari nel 2023. Perrone è uno dei quattro indagati ai domiciliari nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Bari sulle presunte tangenti in cambio di vari appalti.
A Perrone è contestato un episodio di corruzione e di falso relativamente ad un appalto da oltre 362mila euro relativo alla sostituzione delle canne fumarie della centrale termica dell'ospedale Di Venere. Secondo l'accusa, avrebbe consegnato all'ex funzionario Asl Nicola Iacobellis (in carcere) e alla moglie Paola Andriani (ai domiciliari, non ha risposto al gip) «utilità consistite nel pagamento di vari articoli» come una porta blindata, porte interne ed elementi di arredo del bagno.
Perrone ha ammesso di aver consegnato questi articoli, ma ha sottolineato di averlo fatto a titolo di «omaggio», anche «inopportuno», escludendo collegamenti con vari accordi illeciti. Quanto all'ipotesi di falso - è accusato insieme a Iacobellis di aver attestato falsamente il termine dei lavori al 29 dicembre 2023, in realtà conclusi a luglio 2024 - ha sostenuto che quella diversa datazione della fine dei lavori per lui fosse irrilevante, e che si trattasse di un'esigenza della Asl barese.
Il suo avvocato, Mario Malcangi, ha chiesto la revoca della misura cautelare e, in alternativa, la sostituzione con l'interdizione dall'attività. Ieri ci sono stati anche gli interrogatori di Paola Andriani, dell'imprenditore Nicola Murgolo e dell'agente di rappresentanza Giuseppe Rucci: i tre sono rimasti in silenzio davanti al gip.
A Perrone è contestato un episodio di corruzione e di falso relativamente ad un appalto da oltre 362mila euro relativo alla sostituzione delle canne fumarie della centrale termica dell'ospedale Di Venere. Secondo l'accusa, avrebbe consegnato all'ex funzionario Asl Nicola Iacobellis (in carcere) e alla moglie Paola Andriani (ai domiciliari, non ha risposto al gip) «utilità consistite nel pagamento di vari articoli» come una porta blindata, porte interne ed elementi di arredo del bagno.
Perrone ha ammesso di aver consegnato questi articoli, ma ha sottolineato di averlo fatto a titolo di «omaggio», anche «inopportuno», escludendo collegamenti con vari accordi illeciti. Quanto all'ipotesi di falso - è accusato insieme a Iacobellis di aver attestato falsamente il termine dei lavori al 29 dicembre 2023, in realtà conclusi a luglio 2024 - ha sostenuto che quella diversa datazione della fine dei lavori per lui fosse irrilevante, e che si trattasse di un'esigenza della Asl barese.
Il suo avvocato, Mario Malcangi, ha chiesto la revoca della misura cautelare e, in alternativa, la sostituzione con l'interdizione dall'attività. Ieri ci sono stati anche gli interrogatori di Paola Andriani, dell'imprenditore Nicola Murgolo e dell'agente di rappresentanza Giuseppe Rucci: i tre sono rimasti in silenzio davanti al gip.