Mascherine made in Puglia? Sì grazie. Ma Regione e Protezione Civile importano dall'estero
A Corato brevettata la macchina che ha fronteggiato l'emergenza del lockdown
lunedì 17 maggio 2021
10.43
Fece il giro dell'Italia, durante la prima ondata di pandemia, la notizia che una azienda pugliese, la Mbl Solutions di Corato, avesse programmato e brevettato una macchina in grado di produrre 100 mascherine ffp2 al minuto in un periodo in cui il prodotto scarseggiava e veniva importato dall'estero a costi esorbitanti e con enormi difficoltà.
Molte aziende, durante lo scorso lockdown, hanno riconvertito la loro produzione dedicandosi alla produzione di mascherine. Lo hanno fatto per necessità propria e della collettività. Il Covid 19, allora, faceva molta più paura di adesso.
Ormai le mascherine sono diventate una consuetudine per chiunque. Non c'è più l'effetto novità e anche il mercato si è adeguato alla necessità di rendere disponibile il prodotto. E quelle aziende che avevano fatto investimenti per riconvertire la loro produzione ora fanno i conti con la concorrenza straniera. La Regione Puglia, la Protezione Civile, sembrano aver dimenticato il grande lavoro svolto in Puglia e in Italia durante la prima ondata. Oggi si acquista dall'estero e non è difficile imbattersi in prodotti che non siano conformi ai requisiti di sicurezza.
E' di qualche settimana fa la notizia del sequestro in Puglia di circa 4 milioni di mascherine FFP2 contraffatte, che dovranno essere riconsegnate perché facenti parte della tipologia di cui la Guardia di Finanza di Gorizia ha disposto il sequestro in tutta Italia in quanto risultate non a norma.
Il tema delle mascherine e dei dispositivi di protezione individuale si riaccende con prepotenza in un momento in cui, con le riaperture e la tendenza sempre più dirompente alle occasioni di contatto e assembramento, sarà fondamentale anche con la campagna di vaccinazione di massa proteggersi e proteggere gli altri. E si riaccende anche il tema della sicurezza dei dispositivi, spesso al centro di inquietanti scoperte che minano l'affidabilità di prodotti dalla dubbia provenienza e affidabilità.
Sono tante le aziende che stanno utilizzando gli impianti Made in Puglia: una delle ultime è la Gielle Srl, azienda pugliese di Barletta, che vanta una pluriennale esperienza nel settore della lavorazione dell'abbigliamento.
«La pandemia ha completamente stravolto la vita di milioni di persone» – spiega l'Ing. Luigi Maldera, General Manager della MBL Solutions. «Allo stesso modo le imprese di tutto il mondo stanno tuttora vivendo la necessità di rivedere i propri modelli di business. L'innovazione, in questo contesto, è un tassello fondamentale per la ripartenza e per una ancor più necessaria competitività delle aziende del Sud, che in alcuni settori hanno accusato il colpo della crisi. Nel nostro piccolo abbiamo offerto la possibilità a molte aziende, operanti in settori che stanno particolarmente vivendo la crisi, di riconvertirsi producendo un bene come le mascherine diventato fondamentale, ma fornendo loro tutti gli strumenti per immettere sul mercato prodotti sicuri, certificati e Made in Italy. Il nostro invito è quello di sensibilizzare la Regione Puglia, la Protezione Civile e gli italiani ad acquistare dpi prodotti in Italia e non importati»..
Molte aziende, durante lo scorso lockdown, hanno riconvertito la loro produzione dedicandosi alla produzione di mascherine. Lo hanno fatto per necessità propria e della collettività. Il Covid 19, allora, faceva molta più paura di adesso.
Ormai le mascherine sono diventate una consuetudine per chiunque. Non c'è più l'effetto novità e anche il mercato si è adeguato alla necessità di rendere disponibile il prodotto. E quelle aziende che avevano fatto investimenti per riconvertire la loro produzione ora fanno i conti con la concorrenza straniera. La Regione Puglia, la Protezione Civile, sembrano aver dimenticato il grande lavoro svolto in Puglia e in Italia durante la prima ondata. Oggi si acquista dall'estero e non è difficile imbattersi in prodotti che non siano conformi ai requisiti di sicurezza.
E' di qualche settimana fa la notizia del sequestro in Puglia di circa 4 milioni di mascherine FFP2 contraffatte, che dovranno essere riconsegnate perché facenti parte della tipologia di cui la Guardia di Finanza di Gorizia ha disposto il sequestro in tutta Italia in quanto risultate non a norma.
Il tema delle mascherine e dei dispositivi di protezione individuale si riaccende con prepotenza in un momento in cui, con le riaperture e la tendenza sempre più dirompente alle occasioni di contatto e assembramento, sarà fondamentale anche con la campagna di vaccinazione di massa proteggersi e proteggere gli altri. E si riaccende anche il tema della sicurezza dei dispositivi, spesso al centro di inquietanti scoperte che minano l'affidabilità di prodotti dalla dubbia provenienza e affidabilità.
Sono tante le aziende che stanno utilizzando gli impianti Made in Puglia: una delle ultime è la Gielle Srl, azienda pugliese di Barletta, che vanta una pluriennale esperienza nel settore della lavorazione dell'abbigliamento.
«La pandemia ha completamente stravolto la vita di milioni di persone» – spiega l'Ing. Luigi Maldera, General Manager della MBL Solutions. «Allo stesso modo le imprese di tutto il mondo stanno tuttora vivendo la necessità di rivedere i propri modelli di business. L'innovazione, in questo contesto, è un tassello fondamentale per la ripartenza e per una ancor più necessaria competitività delle aziende del Sud, che in alcuni settori hanno accusato il colpo della crisi. Nel nostro piccolo abbiamo offerto la possibilità a molte aziende, operanti in settori che stanno particolarmente vivendo la crisi, di riconvertirsi producendo un bene come le mascherine diventato fondamentale, ma fornendo loro tutti gli strumenti per immettere sul mercato prodotti sicuri, certificati e Made in Italy. Il nostro invito è quello di sensibilizzare la Regione Puglia, la Protezione Civile e gli italiani ad acquistare dpi prodotti in Italia e non importati»..