Le opposizioni chiedono l'annullamento della seduta del Consiglio Comunale
Denuncia congiunta dei partiti di minoranza al prefetto
martedì 10 ottobre 2017
20.54
Il ritardo con il quale si è celebrata la seduta odierna del consiglio comunale, terminata dopo appena 40 minuti dal suo inizio, rischia di diventare oggetto di valutazione da parte del prefetto punto le forze di minoranza infatti sono uscite dall'aula dopo aver più volte richiesto che si procedesse all'appello dei presenti al fine di dare avvio alla seduta. La seduta iniziata con oltre 40 minuti di ritardo dopo che i consiglieri di opposizione si erano allontanati dall'aula. La condotta del presidente del consiglio comunale e del segretario generale ha indotto le forze di minoranza a scrivere direttamente al prefetto per stigmatizzare l'accaduto e chiedere l'annullamento della seduta nel consiglio. Riportiamo di seguito il testo integrale della missiva sottoscritta dai consiglieri di opposizione.
I sottoscritti, Renato Bucci, Cataldo Fiore, Daniele De Benedittis, Valeria Mazzone, Paolo Loizzo, Fabrizio Ventura, Giuseppe Roselli, Vito Bovino, Rosalba Marcone, nella qualità di consiglieri comunali di gruppi di minoranza del Comune di Corato, espongono quanto segue:
per la data odierna, 10.10.2017, era convocato in prima convocazione per le ore 18,00, il Consiglio Comunale del Comune di Corato, per la trattazione dei punti all'ordine del giorno indicati nell'avviso di convocazione che si allega alla presente.
Alle ore 18,30, essendo decorso il termine massimo di trenta minuti dall'orario fissato per l'inizio della seduta, previsto dall'art. 68 co. 4 del regolamento sul funzionamento del consiglio comunale, veniva richiesto dal consigliere Loizzo che si procedesse con gli adempimenti preliminari all'apertura, ovvero la verifica dei presenti e del numero legale, ai sensi dei commi 1, 2, 3 del predetto art. 68.
Il Presidente del Consiglio Comunale, Ignazio Salerno, non ha raccolto l'invito del consigliere Loizzo.
Successivamente in ulteriori due occasioni, a distanza di pochi minuti l'una dall'altra, su iniziativa dei consiglieri Valeria Mazzone e Vito Bovino, è stato nuovamente sollecitato l'avvio degli adempimenti di cui all'art. 68 cit.
Ciononostante, ancora il Presidente del Consiglio Comunale ha tergiversato, sostenendo di non poter avviare le procedure per assenza del segretario.
A quel punto, alle ore 18,45, i consiglieri dei gruppi di minoranza hanno abbandonato l'aula, essendo da considerarsi deserta la seduta.
Quand'anche l'assenza del segretario, che peraltro era presente in sede, potesse giustificare l'inerzia del presidente, sta di fatto che quella stessa assenza - ove mai ritenuta decisiva e dirimente costituiva impedimento, da considerarsi definitivo decorsi trenta minuti, alla regolare celebrazione della seduta, con inevitabile necessità di aggiornamento in seduta di seconda convocazione (prevista per venerdì 13 ottobre p.v.).
Appare evidente, infatti, che l"orario d'inizio di una seduta di un consiglio comunale non può essere affidata indefinitamente ed aleatoriamente all'arrivo di un segretario anche oltre il termine massimo consentito dal regolamento, fermo restando che le funzioni di segretario possono essere espletate anche da altri in sua sostituzione.
E' accaduto invece che, usciti dall'aula i consiglieri di minoranza, il Presidente del Consiglio Comunale, dopo alcuni minuti, alle ore 18,48 secondo i comunicati dei media locali, ha avviato le procedure di verifica del numero legale ed ha regolarmente costituito la seduta, pur in assenza dei consiglieri che, nel frattempo, si erano legittimamente allontanati dall'aula.
La condotta del Presidente del Consiglio Comunale nonché del Segretario Comunale, il quale a propria volta avrebbe dovuto rifiutare di procedere all'appello, essendo decorsi i termini, ha gravemente leso i diritti dei sottoscritti consiglieri comunali, illegittimamente estromessi dalla partecipazione ad una seduta di consiglio comunale insediatasi di fatto in modo del tutto proditorio ed irregolare, dopo che erano definitivamente spirati, come sopra evidenziato, i termini massimi per la verifica del numero legale, e nonostante tale circostanza fosse stata per tre volte segnalata dai consiglieri di minoranza.
Si invita S.E. ad esercitare ogni prerogativa del Suo Ufficio al fine di stigmatizzare le circostanze e le condotte sopra enunciate, ed adottare ogni conseguente ed opportuno provvedimento; in particolare, salva ogni altra o diversa determinazione, i sottoscritti ritengono che sia doveroso l'annullamento, pur in autotutela, della seduta illegittimamente celebratasi in data odierna, con conseguente rinnovazione della trattazione dei punti all'ordine del giorno in seduta di seconda convocazione o per altra seduta a convocarsi ex novo in prima convocazione.
Si evidenzia, ad ogni buon fine, che nell'ambito degli argomenti a trattarsi e poi effettivamente illegittimamente trattati (tranne uno di essi rinviato per assenza del parere dei revisori dei conti) - nel corso della seduta di consiglio comunale convocata per la data odierna si annovera anche la ratifica di un atto di giunta comunale implicante variazione d'urgenza al bilancio di previsione dell'ente, nonchè l'approvazione del documento unico di programmazione, la revisione straordinaria delle partecipazioni ex art. 24 d.lgs 19.08.2016 n. 175 e l'approvazione del bilancio consolidato.
I sottoscritti, Renato Bucci, Cataldo Fiore, Daniele De Benedittis, Valeria Mazzone, Paolo Loizzo, Fabrizio Ventura, Giuseppe Roselli, Vito Bovino, Rosalba Marcone, nella qualità di consiglieri comunali di gruppi di minoranza del Comune di Corato, espongono quanto segue:
per la data odierna, 10.10.2017, era convocato in prima convocazione per le ore 18,00, il Consiglio Comunale del Comune di Corato, per la trattazione dei punti all'ordine del giorno indicati nell'avviso di convocazione che si allega alla presente.
Alle ore 18,30, essendo decorso il termine massimo di trenta minuti dall'orario fissato per l'inizio della seduta, previsto dall'art. 68 co. 4 del regolamento sul funzionamento del consiglio comunale, veniva richiesto dal consigliere Loizzo che si procedesse con gli adempimenti preliminari all'apertura, ovvero la verifica dei presenti e del numero legale, ai sensi dei commi 1, 2, 3 del predetto art. 68.
Il Presidente del Consiglio Comunale, Ignazio Salerno, non ha raccolto l'invito del consigliere Loizzo.
Successivamente in ulteriori due occasioni, a distanza di pochi minuti l'una dall'altra, su iniziativa dei consiglieri Valeria Mazzone e Vito Bovino, è stato nuovamente sollecitato l'avvio degli adempimenti di cui all'art. 68 cit.
Ciononostante, ancora il Presidente del Consiglio Comunale ha tergiversato, sostenendo di non poter avviare le procedure per assenza del segretario.
A quel punto, alle ore 18,45, i consiglieri dei gruppi di minoranza hanno abbandonato l'aula, essendo da considerarsi deserta la seduta.
Quand'anche l'assenza del segretario, che peraltro era presente in sede, potesse giustificare l'inerzia del presidente, sta di fatto che quella stessa assenza - ove mai ritenuta decisiva e dirimente costituiva impedimento, da considerarsi definitivo decorsi trenta minuti, alla regolare celebrazione della seduta, con inevitabile necessità di aggiornamento in seduta di seconda convocazione (prevista per venerdì 13 ottobre p.v.).
Appare evidente, infatti, che l"orario d'inizio di una seduta di un consiglio comunale non può essere affidata indefinitamente ed aleatoriamente all'arrivo di un segretario anche oltre il termine massimo consentito dal regolamento, fermo restando che le funzioni di segretario possono essere espletate anche da altri in sua sostituzione.
E' accaduto invece che, usciti dall'aula i consiglieri di minoranza, il Presidente del Consiglio Comunale, dopo alcuni minuti, alle ore 18,48 secondo i comunicati dei media locali, ha avviato le procedure di verifica del numero legale ed ha regolarmente costituito la seduta, pur in assenza dei consiglieri che, nel frattempo, si erano legittimamente allontanati dall'aula.
La condotta del Presidente del Consiglio Comunale nonché del Segretario Comunale, il quale a propria volta avrebbe dovuto rifiutare di procedere all'appello, essendo decorsi i termini, ha gravemente leso i diritti dei sottoscritti consiglieri comunali, illegittimamente estromessi dalla partecipazione ad una seduta di consiglio comunale insediatasi di fatto in modo del tutto proditorio ed irregolare, dopo che erano definitivamente spirati, come sopra evidenziato, i termini massimi per la verifica del numero legale, e nonostante tale circostanza fosse stata per tre volte segnalata dai consiglieri di minoranza.
Si invita S.E. ad esercitare ogni prerogativa del Suo Ufficio al fine di stigmatizzare le circostanze e le condotte sopra enunciate, ed adottare ogni conseguente ed opportuno provvedimento; in particolare, salva ogni altra o diversa determinazione, i sottoscritti ritengono che sia doveroso l'annullamento, pur in autotutela, della seduta illegittimamente celebratasi in data odierna, con conseguente rinnovazione della trattazione dei punti all'ordine del giorno in seduta di seconda convocazione o per altra seduta a convocarsi ex novo in prima convocazione.
Si evidenzia, ad ogni buon fine, che nell'ambito degli argomenti a trattarsi e poi effettivamente illegittimamente trattati (tranne uno di essi rinviato per assenza del parere dei revisori dei conti) - nel corso della seduta di consiglio comunale convocata per la data odierna si annovera anche la ratifica di un atto di giunta comunale implicante variazione d'urgenza al bilancio di previsione dell'ente, nonchè l'approvazione del documento unico di programmazione, la revisione straordinaria delle partecipazioni ex art. 24 d.lgs 19.08.2016 n. 175 e l'approvazione del bilancio consolidato.