"La sfida della legalità", iniziative in ricordo della strage di Capaci
Momento di riflessione e svelamento di uno stendardo dedicato ai giudici Falcone e Borsellino
sabato 21 maggio 2022
7.35
Lunedì 23 maggio 2022, in occasione del trentennale della strage di Capaci, la comunità coratina onorerà la memoria del giudice Falcone, della moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato, e degli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
In programma, a partire dalle ore 17, il posizionamento di una corona di fiori in via Giovanni Falcone e Francesca Morvillo; a seguire, un momento di riflessione nel chiostro di Palazzo di Città, quindi un minuto di silenzio alle 17:57 (in corrispondenza dell'orario in cui fu eseguito l'attentato) e lo svelamento di uno stendardo dedicato ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
L'iniziativa è organizzata con il patrocinio dell'Associazione "Avviso Pubblico. Enti locali e Regioni contro mafie e corruzione".
«A trent'anni dell'uccisione del giudice Giovanni Falcone, s'impone la necessità di aprire una riflessione sul rapporto tra legalità, società e Istituzioni nel nostro Paese e nella nostra città» ha commentato il Sindaco Corrado De Benedittis nel messaggio diffuso per la ricorrenza.
«L'attentato di Capaci segnò un punto di non ritorno sul piano del dibattito pubblico. Nessuno potè continuare a negare, come si era fatto per decenni, che il fenomeno mafioso era un problema nazionale, che richiedeva una presa di coscienza collettiva e una reazione generale del Paese. Fu Giovanni Falcone a parlare di mafia, come di una questione nazionale e internazionale, da affrontare su molteplici piani.
La sua morte, insieme a quella della moglie Francesca Morvillo magistrato e degli agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, scosse profondamente la Nazione, che seppe reagire.
Nel nome di Giovanni Falcone si delineò, soprattutto, un nuovo protagonismo del mondo giovanile, che si mobilitò intuendo che la lotta alle mafie e alla corruzione era ormai divenuta una questione di sopravvivenza generazionale e democratica.
In questi trent'anni, importanti sono state le novità normative introdotte nella legislazione.
Grande è stato il lavoro svolto dalla Scuola Italiana.
Di spessore, è stata l'opera delle Chiese di ogni confessione.
Oggi, però, è forte il rischio di una regressione sociale e culturale e di un nuovo avanzamento del crimine organizzato, a fronte della crisi economica e di un generale calo dell'attenzione mediatica.
Il Comune di Corato,per specifica volontà di questa Amministrazione, ha aderito, da alcuni mesi,all'associazione nazionale "Avviso Pubblico - Enti locali e Regioni contro le mafie e la corruzione".
Il fine è quello di fare rete per promuovere buone pratiche amministrative,arginare fenomeni corruttivi e togliere spazi a derive criminali.
Siamo una città vivace, che, per fortuna, si rivolge alle Istituzioni, per chiedere risposte, in termini di qualità e diritti.
Giovani Falcone, a tal proposito, ci ha insegnato che la sfida quotidiana è fare dello Stato legale il modello vincente».
In programma, a partire dalle ore 17, il posizionamento di una corona di fiori in via Giovanni Falcone e Francesca Morvillo; a seguire, un momento di riflessione nel chiostro di Palazzo di Città, quindi un minuto di silenzio alle 17:57 (in corrispondenza dell'orario in cui fu eseguito l'attentato) e lo svelamento di uno stendardo dedicato ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
L'iniziativa è organizzata con il patrocinio dell'Associazione "Avviso Pubblico. Enti locali e Regioni contro mafie e corruzione".
«A trent'anni dell'uccisione del giudice Giovanni Falcone, s'impone la necessità di aprire una riflessione sul rapporto tra legalità, società e Istituzioni nel nostro Paese e nella nostra città» ha commentato il Sindaco Corrado De Benedittis nel messaggio diffuso per la ricorrenza.
«L'attentato di Capaci segnò un punto di non ritorno sul piano del dibattito pubblico. Nessuno potè continuare a negare, come si era fatto per decenni, che il fenomeno mafioso era un problema nazionale, che richiedeva una presa di coscienza collettiva e una reazione generale del Paese. Fu Giovanni Falcone a parlare di mafia, come di una questione nazionale e internazionale, da affrontare su molteplici piani.
La sua morte, insieme a quella della moglie Francesca Morvillo magistrato e degli agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, scosse profondamente la Nazione, che seppe reagire.
Nel nome di Giovanni Falcone si delineò, soprattutto, un nuovo protagonismo del mondo giovanile, che si mobilitò intuendo che la lotta alle mafie e alla corruzione era ormai divenuta una questione di sopravvivenza generazionale e democratica.
In questi trent'anni, importanti sono state le novità normative introdotte nella legislazione.
Grande è stato il lavoro svolto dalla Scuola Italiana.
Di spessore, è stata l'opera delle Chiese di ogni confessione.
Oggi, però, è forte il rischio di una regressione sociale e culturale e di un nuovo avanzamento del crimine organizzato, a fronte della crisi economica e di un generale calo dell'attenzione mediatica.
Il Comune di Corato,per specifica volontà di questa Amministrazione, ha aderito, da alcuni mesi,all'associazione nazionale "Avviso Pubblico - Enti locali e Regioni contro le mafie e la corruzione".
Il fine è quello di fare rete per promuovere buone pratiche amministrative,arginare fenomeni corruttivi e togliere spazi a derive criminali.
Siamo una città vivace, che, per fortuna, si rivolge alle Istituzioni, per chiedere risposte, in termini di qualità e diritti.
Giovani Falcone, a tal proposito, ci ha insegnato che la sfida quotidiana è fare dello Stato legale il modello vincente».