"La notte dell'Oriani", notte di orgoglio liceale
Arte, cultura e creatività in una serata da ricordare
sabato 13 gennaio 2018
19.33
Lo straniero in tutte le sue sfaccettature, con uno sguardo alla classicità e alle esperienze di vita dei ragazzi. Questo è stato il tema della quarta edizione de "La Notte Bianca dei licei", iniziativa nata nel 2014 dal professor Rocco Sghembra, docente di Acireale del liceo "Gulli e Pennisi", cresciuto in maniera esponenziale (60 scuole nel 2014, 150 nel 2015, 237 nel 2016, 388 nel 2017 e oltre 400 scuole quest'anno).
Affiliato sin dagli esordi all'iniziativa, grazie all'ottima intuizione della preside Angela Adduci e del team di professori che dagli albori ha creduto fortemente nel progetto, quest'ultimo è cresciuto in dedizione, impegno e qualità, edizione dopo edizione, mettendo a punto una sinergia operativa efficace ed importante dal punto di vista formativo ed identitario.
Che la Notte Bianca dei Licei sia ormai un evento culturale "socialmente rilevante" lo dicono i numeri e lo dice la portata delle iniziative che in tutta la penisola si svolgono in questa serata dedicata alla cultura. La creatività invece, la cura nelle esibizioni, la passione e il senso di appartenenza che questi ragazzi mettono in mostra in questa occasione speciale, la si può percepire solo assistendo dal vivo a questa serata che ha coinvolto un centinaio di liceali.
L'impegno e la bravura dei ragazzi non sono passati inosservati al numerosissimo pubblico accorso, composto da genitori, docenti e aperto e a chiunque avesse gradito prendere parte alla serata.
Impegno e bravura che non sono passati inosservati nemmeno alla preside del Liceo Classico Oriani Angela Adduci: «Abbiamo creduto sin dall'inizio al progetto. Questa notte che ci congloba è la notte dell'orgoglio liceale. Crediamo fortemente in questo tipo di scuola e nella formazione che questa scuola dà ai ragazzi. Vedere tutto ciò che i ragazzi hanno preparato per questa serata mi inorgoglisce come preside e come persona perché, guidati sapientemente dai nostri professori, sono riusciti a tirare fuori seminari e rappresentazioni di alto livello sul tema dello straniero, a partire dai ragazzi di IV ginnasio».
Dello stesso avviso la professoressa Maria Giovanna Di Canio, tra le coordinatrici dell'evento: «Questa serata è un calcio a tutti coloro che sostengono che il liceo classico sia morto, inutile. Il lavoro svolto è stato di altissimo livello e molti seminari ci hanno sorpreso positivamente e commosso, come quello tenuto da ragazzi di IV ginnasio dell'indirizzo psicologico sociale sull'estraneità che spesso nella società moderna uomini e donne vivono quotidianamente. Lo spessore culturale del lavoro ci ha dato l'ennesima conferma che il liceo classico è vivo, è vegeto e serve ancora alla società».
Dopo una serie di seminari, tenuti dagli stessi alunni su tematiche afferenti alla concezione di straniero (dalla cucina latina, passando per una mostra fotografica dedicata alla "città dell'accoglienza" Camini, fino a proiezioni di cortometraggi o semplici dibattiti), spazio all'estro e alla creatività messa in scena dai ragazzi dell'Oriani. Così si sono succeduti balli, performance canore, piccole pièce teatrali, alcune dal fortissimo impatto emotivo, e monologhi fino a mezzanotte inoltrata.
Una serata atipica, passata non in un qualsiasi bar della città, per le vie del centro o davanti ad uno smartphone, ma tutti insieme nel contenitore sociale e culturale per eccellenza, la scuola. Tutti insieme, tutti per esprimere all'unisono l'univoco messaggio che si può fare scuola anche con l'estro, con l'arte, con l'espressività. E non necessariamente dietro un banco di legno.
Affiliato sin dagli esordi all'iniziativa, grazie all'ottima intuizione della preside Angela Adduci e del team di professori che dagli albori ha creduto fortemente nel progetto, quest'ultimo è cresciuto in dedizione, impegno e qualità, edizione dopo edizione, mettendo a punto una sinergia operativa efficace ed importante dal punto di vista formativo ed identitario.
Che la Notte Bianca dei Licei sia ormai un evento culturale "socialmente rilevante" lo dicono i numeri e lo dice la portata delle iniziative che in tutta la penisola si svolgono in questa serata dedicata alla cultura. La creatività invece, la cura nelle esibizioni, la passione e il senso di appartenenza che questi ragazzi mettono in mostra in questa occasione speciale, la si può percepire solo assistendo dal vivo a questa serata che ha coinvolto un centinaio di liceali.
L'impegno e la bravura dei ragazzi non sono passati inosservati al numerosissimo pubblico accorso, composto da genitori, docenti e aperto e a chiunque avesse gradito prendere parte alla serata.
Impegno e bravura che non sono passati inosservati nemmeno alla preside del Liceo Classico Oriani Angela Adduci: «Abbiamo creduto sin dall'inizio al progetto. Questa notte che ci congloba è la notte dell'orgoglio liceale. Crediamo fortemente in questo tipo di scuola e nella formazione che questa scuola dà ai ragazzi. Vedere tutto ciò che i ragazzi hanno preparato per questa serata mi inorgoglisce come preside e come persona perché, guidati sapientemente dai nostri professori, sono riusciti a tirare fuori seminari e rappresentazioni di alto livello sul tema dello straniero, a partire dai ragazzi di IV ginnasio».
Dello stesso avviso la professoressa Maria Giovanna Di Canio, tra le coordinatrici dell'evento: «Questa serata è un calcio a tutti coloro che sostengono che il liceo classico sia morto, inutile. Il lavoro svolto è stato di altissimo livello e molti seminari ci hanno sorpreso positivamente e commosso, come quello tenuto da ragazzi di IV ginnasio dell'indirizzo psicologico sociale sull'estraneità che spesso nella società moderna uomini e donne vivono quotidianamente. Lo spessore culturale del lavoro ci ha dato l'ennesima conferma che il liceo classico è vivo, è vegeto e serve ancora alla società».
Dopo una serie di seminari, tenuti dagli stessi alunni su tematiche afferenti alla concezione di straniero (dalla cucina latina, passando per una mostra fotografica dedicata alla "città dell'accoglienza" Camini, fino a proiezioni di cortometraggi o semplici dibattiti), spazio all'estro e alla creatività messa in scena dai ragazzi dell'Oriani. Così si sono succeduti balli, performance canore, piccole pièce teatrali, alcune dal fortissimo impatto emotivo, e monologhi fino a mezzanotte inoltrata.
Una serata atipica, passata non in un qualsiasi bar della città, per le vie del centro o davanti ad uno smartphone, ma tutti insieme nel contenitore sociale e culturale per eccellenza, la scuola. Tutti insieme, tutti per esprimere all'unisono l'univoco messaggio che si può fare scuola anche con l'estro, con l'arte, con l'espressività. E non necessariamente dietro un banco di legno.