La FIDAPA al cinema con "Una Donna Promettente"

Una storia forte per il numeroso pubblico dell'Alfieri

martedì 28 marzo 2023 18.57
A cura di Martina Musto
Penultimo appuntamento con la sez. FIDAPA e il cinema Alfieri di Corato con il film "Una Donna Promettente". Il pubblico torna a casa sgomento.

Una donna promettente è il titolo di per sé controverso del film scelto per aprire la terza serata di rassegna. Il sito web mymovies.it lo definisce «il film più ideologico del cinema hollywoodiano contemporaneo, è una riflessione in chiave dark sulla cultura dello stupro e la sua accettazione come sistema di potere».

Non è difficile, quindi, comprendere quali siano i temi che l'associazione femminile ha voluto mettere in discussione con questa pellicola: la violenza sessuale e il sistema giudiziario. Sebbene la storia fosse ambientata nell'America progressista, osserviamo come le falle insistano e persistano dovunque.

Una donna promettente porta alla luce un problema significativo all'interno del sistema di istruzione americano, quello dei Colleges e delle Università facoltose che, pur di proteggere la loro immagine agli occhi del mondo, chiudono i propri davanti alle infinite denunce di abusi, molestie e stupri avvenuti sotto i loro tetti "protetti". Se anche lo sfondo della storia si basa su fatti molto precisi, ci rendiamo conto che la violenza, la rabbia e la dominazione incontrollata da parte dell'uomo siano alberi con diverse ramificazioni.

Cassie è tormentata da un evento traumatico che ha ridefinito la sua vita e, da allora, sembra anche darle uno scopo per andare avanti. Cassie è arrabbiata con il mondo, si chiede come sia possibile dimenticare una violenza. Come sia possibile evitare di guardarsi allo specchio e vedere il nome di un uomo sulla nostra pelle, tornare sé stesse dopo che il nostro corpo e la nostra mente sono stati violati.

Se la giustizia è rimasta una passiva spettatrice, allora Cassie ne fonderà una tutta sua.
Al termine dello spettacolo, gli spettatori erano un po' confusi, non riuscivano a dare un parere a questo film. Senza dubbio, non erano abituati ad un continuo battibecco tra umorismo e tragedia. È proprio per l'innovazione della trama, della regia, della sceneggiatura che il film ha vinto numerosi premi tra i quali anche BAFTA e OSCAR.

Sicuramente l'originalità regna sul presentare temi così delicati, in un vortice di colonne sonore bizzarre e divertenti. È il tipico caso in cui la musica contrasta la narrazione, sempre allegra e divertente anche in momenti di tristezza e compassione.

Forse è proprio per questo che non si riesce a sentire alcuna catarsi alla fine. Tuttavia, inconsapevolmente, il film lascia dentro lo spettatore uno strascico lucente di vittoria, perché, in qualche modo, anche nelle tante apparenti sconfitte delle donne vittime di violenza, si nasconde la vittoria del coraggio e del rialzarsi sempre.

Ne consegue che qualcosa non accade nella nostra cerchia di affetti, non ci tange. Proviamo dispiacere, disgusto, il giorno dopo però dimentichiamo. Da qui la negligenza, la falsa sicurezza dei "ma è successo lì, noi qui stiamo bene", "era ubriaca, poteva evitare", "pretende rispetto dagli uomini se si veste in quel modo?", "poverina, se non stava bene perché è rimasta in quella relazione tossica?".

È il paradigma del cittadino del mondo: incurante delle tragedie fin quando ne diventa una vittima.
Dovremmo agire come se la donna colpita in Afghanistan o America o Europa fossimo noi.

È ora che le donne si vestano come vogliono, prendano decisioni senza conseguenze, tornino a casa senza aver paura di essere seguite.

Vogliamo un mondo sicuro, che aspettiamo a renderlo tale?