La Corato del Novecento in mostra all'Oriani: un'iniziativa dei ragazzi del servizio civile

Una mostra fotografica per far rivivere il passato

mercoledì 29 novembre 2017 10.02
A cura di Aldo Diaferia
Come ogni anno, anche questa volta la Pro Loco "Quadratum" ha indetto un progetto che ha visto coinvolti i ragazzi del servizio civile di Corato.

"La fotografia: memoria storica di un secolo" è il tema del progetto curato da due giovani volontari, Leonardo Testino e Simona Caldara entusiasti del lavoro svolto.

Emozionati nel descrivere e mostrare al pubblico le varie fasi del progetto culminate nell'allestimento di una mostra fotografica all'interno dell'Agorà del liceo classico Oriani, i due giovani coratini, volontari del servizio civile, sono stati affiancati durante i lavori, dall'Operatrice locale di Progetto Marika Mosca e il Presidente della Pro Loco Gerardo Strippoli.

I due, orgogliosi per il lavoro svolto dai ragazzi, non hanno esitato a mostrare la loro gioia e commozione al pubblico presente martedì 28 durante la presentazione della mostra fotografica.

Ma ora entriamo nel vivo del progetto: si è trattato di un duro lavoro di ricerca negli archivi storici di Corato per reperire le foto, espressione del secolo passato. Molte delle foto esposte appartengono alla collezione privata di Rino Scarnera, vero cultore della storia di Corato, altre sono state fornite da privati cittadini che hanno voluto offrire un contributo a questa iniziativa.

Nella mostra fotografica sono esposte fotografie emblematiche di tradizioni passate, con un particolare focus sulla vita nel novecento: divise per categorie, troviamo esposti scatti di mezzi di trasporto del secolo scorso, mestieri ormai "obsoleti", tradizioni del piccolo paese che era un tempo Corato, scatti di matrimoni e giochi nelle strade ma anche poesie in vernacolo.

In fondo si tratta di far rivivere la storia attraverso la fotografia, dare voce ad un tempo passato che vive ancora nei ricordi di qualcuno, dei più anziani o di coloro che in quegli anni hanno vissuto la propria infanzia. Si tratta di fermarsi un attimo e riflettere sull'inesorabile fluire del tempo che tutto trasforma ma che non cancella il passato, un passato che deve essere conservato e tramandato alle generazioni future.
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