La carezza di Papa Francesco e la gioia di Mauro
L'emozionante incontro tra il Pontefice e il giovane
giovedì 24 maggio 2018
9.48
Mauro è un ragazzo di 41 anni. È marito ed è papà di un bambino di un anno ed ha un grande entusiasmo.
Mauro è una persona solare ed ha tanti amici. In passato ha svolto l'attività di catechista presso la parrocchia Sacra Famiglia di Corato. Ora purtroppo Mauro ha dovuto rinunciare a questa esperienza di catechista, ma non a quelle amicizie che negli anni ha coltivato presso la parrocchia.
Mauro, infatti, alcuni anni è affetto da una malattia neurodegenerativa, la SLA, che in maniera galoppante lo ha costretto a letto. Non si muove e non parla, ma comunica costantemente con il puntatore ottico. Mauro ha fatto di necessità virtù: il sintetizzatore vocale è il suo strumento per comunicare qualsiasi cosa, per esprimere le sue emozioni, per gioire e comunicare lo sconforto, per raccontare i suoi desideri e condividere le sue opinioni.
Ed è proprio tramite quel puntatore ottico che Mauro ha comunicato a due suoi amici sacerdoti l'enorme desiderio di poter incontrare Papa Francesco, la cui figura - come ci ha raccontato sua sorella - gli ha sempre infuso serenità e vicinanza.
Un desiderio irrealizzabile? Forse sì... ma i due sacerdoti, amici di Mauro, non si sono persi d'animo ed hanno esperito ogni strada per poter fare in modo che Papa Francesco conoscesse la storia di Mauro e accettasse di incontrarlo. E ieri, con immensa gioia, quell'incontro finalmente c'è stato. Un incontro privato tra Mauro e Papa Francesco. Un incontro che, siamo certi, entrambi porteranno nel cuore.
Con un'ambulanza Mauro e la sua famiglia, accompagnati da un sacerdote, hanno raggiunto l'abitazione del pontefice. Il Papa, prima di rientrare nelle sue stanze, ha scelto di salire su quell'ambulanza e donare una carezza a Mauro. Non sappiamo cosa Francesco abbia detto a Mauro e mai lo chiederemo. È giusto che l'intimità di quel momento rimanga nella mente e nel cuore di chi lo ha vissuto.
La trepidante gioia di aver incontrato il pontefice si leggeva chiara negli occhi di Mauro. La commozione di Bergoglio nell'aver incontrato un giovane con così tanta forza è racchiusa in quella frase, lasciata a don Vito Martinelli: «Grazie per avermi fatto incontrare Mauro».
Nulla è più forte della forza d'animo. Mauro ce lo insegna e ci lascia un'immagine di gioia e speranza. La stessa immagine che, siamo certi, ha ispirato la carezza del pontefice.
Mauro è una persona solare ed ha tanti amici. In passato ha svolto l'attività di catechista presso la parrocchia Sacra Famiglia di Corato. Ora purtroppo Mauro ha dovuto rinunciare a questa esperienza di catechista, ma non a quelle amicizie che negli anni ha coltivato presso la parrocchia.
Mauro, infatti, alcuni anni è affetto da una malattia neurodegenerativa, la SLA, che in maniera galoppante lo ha costretto a letto. Non si muove e non parla, ma comunica costantemente con il puntatore ottico. Mauro ha fatto di necessità virtù: il sintetizzatore vocale è il suo strumento per comunicare qualsiasi cosa, per esprimere le sue emozioni, per gioire e comunicare lo sconforto, per raccontare i suoi desideri e condividere le sue opinioni.
Ed è proprio tramite quel puntatore ottico che Mauro ha comunicato a due suoi amici sacerdoti l'enorme desiderio di poter incontrare Papa Francesco, la cui figura - come ci ha raccontato sua sorella - gli ha sempre infuso serenità e vicinanza.
Un desiderio irrealizzabile? Forse sì... ma i due sacerdoti, amici di Mauro, non si sono persi d'animo ed hanno esperito ogni strada per poter fare in modo che Papa Francesco conoscesse la storia di Mauro e accettasse di incontrarlo. E ieri, con immensa gioia, quell'incontro finalmente c'è stato. Un incontro privato tra Mauro e Papa Francesco. Un incontro che, siamo certi, entrambi porteranno nel cuore.
Con un'ambulanza Mauro e la sua famiglia, accompagnati da un sacerdote, hanno raggiunto l'abitazione del pontefice. Il Papa, prima di rientrare nelle sue stanze, ha scelto di salire su quell'ambulanza e donare una carezza a Mauro. Non sappiamo cosa Francesco abbia detto a Mauro e mai lo chiederemo. È giusto che l'intimità di quel momento rimanga nella mente e nel cuore di chi lo ha vissuto.
La trepidante gioia di aver incontrato il pontefice si leggeva chiara negli occhi di Mauro. La commozione di Bergoglio nell'aver incontrato un giovane con così tanta forza è racchiusa in quella frase, lasciata a don Vito Martinelli: «Grazie per avermi fatto incontrare Mauro».
Nulla è più forte della forza d'animo. Mauro ce lo insegna e ci lascia un'immagine di gioia e speranza. La stessa immagine che, siamo certi, ha ispirato la carezza del pontefice.