L'artista coratino Gregorio Sgarra si racconta: «Voglio continuare a ricercare me stesso nell'arte»
Intervista in occasione nell'inaugurazione della mostra personale "Sacri sguardi" a Noci
martedì 24 settembre 2024
"Sacri sguardi" è il titolo della mostra personale dell'artista coratino Gregorio Sgarra, inaugurata sabato 21 settembre a Noci e organizzata da Anastasio Mottola e Antonio Natile. Il suggestivo chiostro della chiesa di San Domenico fa da cornice all'esposizione che si apre con un omaggio alla cultura bizantina: i dipinti sono realizzati con la tecnica antica della tempera all'uovo e i fondi sono coperti con foglia oro. Nella sezione successiva sono esposti dipinti che si ispirano all'arte sacra del XVII secolo.
Dopo aver conseguito la Laurea presso l'Accademia di Belle Arti di Bari, Sgarra viene scelto per rappresentare l'istituto presso l'ExpoArte di Bari nel 1990. Esordisce nel 1991 con la mostra Alchemy presso il Palazzo di Città di Bari e successivamente con l'esposizione "La terra, il bacio la morte" nell'ex ospedale Umberto I. Prima personale nel 1993 presso la galleria Zelig di Bari con 'Il velo della sposa" - in connubio con il coreografo G. Mintrone. Nel 1995 perfeziona gli studi sull'iconografia sacra presso la chiesa di San Donino a Bologna. Realizza numerosi allestimenti scenici presso la Fondazione Piccinni di Bari, collaborando con coreografi e registi. Espone presso il Palazzo Corvaja di Taormina, con un'istallazione ambientale. Nel 2009 è selezionato a Chicago con il video "GB, 3,14", esposto nella sede della Philip Collection.
Autore del quadro raffigurante "l'estasi di Santa Teresa", che fa da scenografia a una celebre scena del film "Che bella giornata" (regia di G. Nunziante, 2011).
Dipinge in real time all'EXPO 2015 di Milano nell'ambito del progetto "Nel nome del padre, storie di grano e di terra", promosso da Casillo Group e ideato dallo scrittore e regista Carlos Solito.
Diverse sue opere si trovano in chiese delle città di Trani (Santa Maria di Colonna; Spirito Santo), Terlizzi (Santa Maria della Stella), Martina Franca (basilica di San Martino), Ruvo di Puglia (San Giacomo Apostolo), Corato (chiesa Matrice).
Chi è Gregorio Sgarra?
«Un artista in cerca di sè stesso».
"Sacri sguardi": di cosa tratta questa sua mostra personale?
«La mostra rivisita dipinti ispirati all'arte bizantina, realizzati con le tecniche antiche della tempera all'uovo e i fondi in foglia oro. Un'interpretazione - rivisitazione di temi e archetipi universali come la maternità, ponendo al centro la poetica dello sguardo: uno sguardo che penetra l'intimità del soggetto, attraversato da sentimenti e stati d'animo. Il titolo della rassegna, infatti, sublima lo sguardo come mezzo per entrare in contatto con la presenza del mistero non al di là del mondo, ma dal di dentro».
E' corretto definirla un'artista specializzato in arte sacra?
«La mia ricerca esplora la Spiritualità anche nei lavori che non rappresentano soggetti o scene religiose: mi affascina l'idea che nella natura e nell'uomo si nasconda un codice segreto, Divino, in cui l'arte possa farsi interprete e scorgere le leggi formanti del suo farsi e divenire. Nei dipinti ciò che si vede non rappresenta né interpreta la realtà: si pone come un'altra realtà. È pura speculazione e il suo contatto col mondo è puramente occasionale».
Una speculazione spirituale?
«L'aspetto sacro delle cose non nasce da una situazione straordinaria ma, al contrario, essa è contenuta in oggetti e circostanze del tutto ordinarie, collocate però in contesti inusuali. Avviene così la trasformazione di ciò che è noto e familiare in estraneo e inquietante, cioè in perturbante - concetto che Freud descrive bene nel suo saggio Das Unheimliche».
Come definirebbe la sua cifra artistica?
«La nozione di perturbante sembra calzare bene alla mia pittura, che si caratterizza per la chiarezza compositiva - tecnica classica a olio - che raffigura oggetti e forme riconoscibili collocati in spazi architettonicamente definiti seppure inabitabili, ma la cui presenza in quei luoghi risulta del tutto inspiegabile ed enigmatica.
Non riesco a definire con ulteriore precisione la mia cifra artistica perché in continua ricerca: la mia ricerca indaga il Mistero e il perturbante: anche le rappresentazioni del Sacro sono "perturbanti"».
Ci sono altri progetti artistici e collaborazioni in programma?
«Ci sono progetti in corso, sia con il linguaggio della tradizione che con linguaggi contemporanei. Avrò sicuramente il piacere di condividere con i lettori di CoratoViva queste iniziative, non appena ve ne sarà l'ufficialità».
Cos'è l'arte contemporanea?
«Non credo ci sia un'arte contemporanea per come là si intende comunemente; la vera arte è senza "Spazio/Tempo": un dipinto di Juseppe Ribera o di Mattia Preti possono essere contemporanei alla stregua di un video di Bill Viola o di una performance di Rebecca Horn».
Secondo Salvador Dalì "essere artista non significa essere ispirato, ma ispirare gli altri". Cosa significa essere artista?
«Occorre essere entrambe le cose: se non sono ispirato quando lavoro, non riesco a creare. Credo, quindi, che se l'artista è ispirato, riesce anche a ispirare gli altri: l'atro inevitabilmente legge, sente che c'è qualcosa».
Data la sua esperienza ultra decennale e conoscenza del campo, ha mai pensato di aprire una galleria d'arte a Corato?
«Al momento preferisco concentrarmi sul lavoro e sulla ricerca; non avrei il tempo sufficiente per dedicarmi a quest'altra attività».
Un sogno nel cassetto.
«Ho tanti desideri che vorrei realizzare. Mi interessa la ricerca artistica; voglio continuare a ricercare me stesso nell'arte; l'arte in me stesso».
La rassegna "Sacri sguardi" sarà visitabile fino al 14 ottobre 2024 dalle ore 18:00 alle 20:00.
Dopo aver conseguito la Laurea presso l'Accademia di Belle Arti di Bari, Sgarra viene scelto per rappresentare l'istituto presso l'ExpoArte di Bari nel 1990. Esordisce nel 1991 con la mostra Alchemy presso il Palazzo di Città di Bari e successivamente con l'esposizione "La terra, il bacio la morte" nell'ex ospedale Umberto I. Prima personale nel 1993 presso la galleria Zelig di Bari con 'Il velo della sposa" - in connubio con il coreografo G. Mintrone. Nel 1995 perfeziona gli studi sull'iconografia sacra presso la chiesa di San Donino a Bologna. Realizza numerosi allestimenti scenici presso la Fondazione Piccinni di Bari, collaborando con coreografi e registi. Espone presso il Palazzo Corvaja di Taormina, con un'istallazione ambientale. Nel 2009 è selezionato a Chicago con il video "GB, 3,14", esposto nella sede della Philip Collection.
Autore del quadro raffigurante "l'estasi di Santa Teresa", che fa da scenografia a una celebre scena del film "Che bella giornata" (regia di G. Nunziante, 2011).
Dipinge in real time all'EXPO 2015 di Milano nell'ambito del progetto "Nel nome del padre, storie di grano e di terra", promosso da Casillo Group e ideato dallo scrittore e regista Carlos Solito.
Diverse sue opere si trovano in chiese delle città di Trani (Santa Maria di Colonna; Spirito Santo), Terlizzi (Santa Maria della Stella), Martina Franca (basilica di San Martino), Ruvo di Puglia (San Giacomo Apostolo), Corato (chiesa Matrice).
Chi è Gregorio Sgarra?
«Un artista in cerca di sè stesso».
"Sacri sguardi": di cosa tratta questa sua mostra personale?
«La mostra rivisita dipinti ispirati all'arte bizantina, realizzati con le tecniche antiche della tempera all'uovo e i fondi in foglia oro. Un'interpretazione - rivisitazione di temi e archetipi universali come la maternità, ponendo al centro la poetica dello sguardo: uno sguardo che penetra l'intimità del soggetto, attraversato da sentimenti e stati d'animo. Il titolo della rassegna, infatti, sublima lo sguardo come mezzo per entrare in contatto con la presenza del mistero non al di là del mondo, ma dal di dentro».
E' corretto definirla un'artista specializzato in arte sacra?
«La mia ricerca esplora la Spiritualità anche nei lavori che non rappresentano soggetti o scene religiose: mi affascina l'idea che nella natura e nell'uomo si nasconda un codice segreto, Divino, in cui l'arte possa farsi interprete e scorgere le leggi formanti del suo farsi e divenire. Nei dipinti ciò che si vede non rappresenta né interpreta la realtà: si pone come un'altra realtà. È pura speculazione e il suo contatto col mondo è puramente occasionale».
Una speculazione spirituale?
«L'aspetto sacro delle cose non nasce da una situazione straordinaria ma, al contrario, essa è contenuta in oggetti e circostanze del tutto ordinarie, collocate però in contesti inusuali. Avviene così la trasformazione di ciò che è noto e familiare in estraneo e inquietante, cioè in perturbante - concetto che Freud descrive bene nel suo saggio Das Unheimliche».
Come definirebbe la sua cifra artistica?
«La nozione di perturbante sembra calzare bene alla mia pittura, che si caratterizza per la chiarezza compositiva - tecnica classica a olio - che raffigura oggetti e forme riconoscibili collocati in spazi architettonicamente definiti seppure inabitabili, ma la cui presenza in quei luoghi risulta del tutto inspiegabile ed enigmatica.
Non riesco a definire con ulteriore precisione la mia cifra artistica perché in continua ricerca: la mia ricerca indaga il Mistero e il perturbante: anche le rappresentazioni del Sacro sono "perturbanti"».
Ci sono altri progetti artistici e collaborazioni in programma?
«Ci sono progetti in corso, sia con il linguaggio della tradizione che con linguaggi contemporanei. Avrò sicuramente il piacere di condividere con i lettori di CoratoViva queste iniziative, non appena ve ne sarà l'ufficialità».
Cos'è l'arte contemporanea?
«Non credo ci sia un'arte contemporanea per come là si intende comunemente; la vera arte è senza "Spazio/Tempo": un dipinto di Juseppe Ribera o di Mattia Preti possono essere contemporanei alla stregua di un video di Bill Viola o di una performance di Rebecca Horn».
Secondo Salvador Dalì "essere artista non significa essere ispirato, ma ispirare gli altri". Cosa significa essere artista?
«Occorre essere entrambe le cose: se non sono ispirato quando lavoro, non riesco a creare. Credo, quindi, che se l'artista è ispirato, riesce anche a ispirare gli altri: l'atro inevitabilmente legge, sente che c'è qualcosa».
Data la sua esperienza ultra decennale e conoscenza del campo, ha mai pensato di aprire una galleria d'arte a Corato?
«Al momento preferisco concentrarmi sul lavoro e sulla ricerca; non avrei il tempo sufficiente per dedicarmi a quest'altra attività».
Un sogno nel cassetto.
«Ho tanti desideri che vorrei realizzare. Mi interessa la ricerca artistica; voglio continuare a ricercare me stesso nell'arte; l'arte in me stesso».
La rassegna "Sacri sguardi" sarà visitabile fino al 14 ottobre 2024 dalle ore 18:00 alle 20:00.