L'arte di Michele Macchia a New York per guardare al futuro dopo la pandemia
L'artista coratino espone per "Art after Pandemic", progetto della Galleria di arte moderna newyorkese "Artifact"
lunedì 4 maggio 2020
In questo periodo il mondo dell'arte vive uno dei suoi momenti più bui, con l'impossibilità di intraprendere, presentare e fruire dello spettacolo in ogni sua forma d'espressione dovuta all'emergenza epidemiologica da coronavirus, cui si aggiunge anche una mancata attenzione per il comparto da parte del governo lamentata dai rappresentati del settore.
Eppure, si fa sempre più evidente il bisogno di arte e di espressione, come luogo di evasione dalla quotidianità contrassegnata dalla cronaca sull'epidemia, dalle restrizioni sociali, spesso anche dalla solitudine. L'arte diventa anche simbolo di vitalità, di entusiasmo, passione, speranza e rinascita, con i suoi molteplici linguaggi.
L'arte può salvare il mondo ed è su questo assunto che si basa il progetto "Art after Pandemic" ideato dalla Galleria di arte moderna "Artifact" di New York che ha voluto coinvolgere, fra i vari artisti internazionali, anche il coratino Michele Macchia, noto esponente dell'arte moderna e contemporanea per le sue opere e il suo stile.
«Qualche settimana fa sono stato invitato dalla Galleria di arte moderna newyorkese a partecipare a questo importante progetto sull'osservazione dell'attuale situazione a livello globale della pandemia da Covid19. - racconta Macchia. - Il progetto si chiama "Art after Pandemic" e prevede la realizzazione di una decina di opere realizzate nel periodo che va da gennaio 2020 fino ad oggi che ci apprestiamo ad entrare, almeno in Italia, nella cosiddetta Fase 2. E in questo breve periodo, mosso da uno spirito di solidarietà, ho lavorato in maniera incessante realizzando più di 20 opere, scegliendone poi 11 per l'occorrenza dell'esposizione di New York.
Il progetto interroga gli artisti - spiega Michele Macchia - Ci chiede come stiamo attraversando le sfide della pandemia. Ci invita anche a guardare indietro per vedere una profonda trasformazione del nostro mondo. Questo è un momento veramente unico nella storia in cui l'umanità prende una pausa involontaria per adattarsi alle nuove circostanze. Memori di questo cambiamento esistenziale, ci si propone di documentare registrazioni visive della nostra attuale esperienza comune».
Quelle di Macchia sono opere del trionfo dei colori, della luce, della sinuosità dei movimenti, con un particolare richiamo alla natura e al mondo animale, a ricordare all'uomo il legame ancestrale con la nostra Terra e la necessità di averne più cura e a sottolineare come la natura sia un'opera d'arte indiscussa, capace di fiorire e far rifiorire le nostre vite, guardando al futuro con speranza.
Solo pochi giorni fa, ad aprile, è stato pubblicato il catalogo "World Art Magazine" che promuove attività culturali internazionali ai più prestigiosi musei, dal MoMA, al Guggenheim, alla Biennale di Venezia, e che annovera, fra gli artisti di tendenza internazionale anche il nostro concittadino, il cui nome è ormai presenza stabile negli ambienti d'arte specializzati a livello mondiale.
Eppure, si fa sempre più evidente il bisogno di arte e di espressione, come luogo di evasione dalla quotidianità contrassegnata dalla cronaca sull'epidemia, dalle restrizioni sociali, spesso anche dalla solitudine. L'arte diventa anche simbolo di vitalità, di entusiasmo, passione, speranza e rinascita, con i suoi molteplici linguaggi.
L'arte può salvare il mondo ed è su questo assunto che si basa il progetto "Art after Pandemic" ideato dalla Galleria di arte moderna "Artifact" di New York che ha voluto coinvolgere, fra i vari artisti internazionali, anche il coratino Michele Macchia, noto esponente dell'arte moderna e contemporanea per le sue opere e il suo stile.
«Qualche settimana fa sono stato invitato dalla Galleria di arte moderna newyorkese a partecipare a questo importante progetto sull'osservazione dell'attuale situazione a livello globale della pandemia da Covid19. - racconta Macchia. - Il progetto si chiama "Art after Pandemic" e prevede la realizzazione di una decina di opere realizzate nel periodo che va da gennaio 2020 fino ad oggi che ci apprestiamo ad entrare, almeno in Italia, nella cosiddetta Fase 2. E in questo breve periodo, mosso da uno spirito di solidarietà, ho lavorato in maniera incessante realizzando più di 20 opere, scegliendone poi 11 per l'occorrenza dell'esposizione di New York.
Il progetto interroga gli artisti - spiega Michele Macchia - Ci chiede come stiamo attraversando le sfide della pandemia. Ci invita anche a guardare indietro per vedere una profonda trasformazione del nostro mondo. Questo è un momento veramente unico nella storia in cui l'umanità prende una pausa involontaria per adattarsi alle nuove circostanze. Memori di questo cambiamento esistenziale, ci si propone di documentare registrazioni visive della nostra attuale esperienza comune».
Quelle di Macchia sono opere del trionfo dei colori, della luce, della sinuosità dei movimenti, con un particolare richiamo alla natura e al mondo animale, a ricordare all'uomo il legame ancestrale con la nostra Terra e la necessità di averne più cura e a sottolineare come la natura sia un'opera d'arte indiscussa, capace di fiorire e far rifiorire le nostre vite, guardando al futuro con speranza.
Solo pochi giorni fa, ad aprile, è stato pubblicato il catalogo "World Art Magazine" che promuove attività culturali internazionali ai più prestigiosi musei, dal MoMA, al Guggenheim, alla Biennale di Venezia, e che annovera, fra gli artisti di tendenza internazionale anche il nostro concittadino, il cui nome è ormai presenza stabile negli ambienti d'arte specializzati a livello mondiale.