Incappucciato deruba una donna in auto: «Ora mi fa paura la quiete della notte»
Il terribile episodio denunciato sui social network
giovedì 7 marzo 2019
11.38
Non è il danno ricevuto quanto l'amara constatazione di non sentirsi al sicuro neanche nella propria auto, neanche in un luogo proprio. Di non poter girare liberamente in città senza doversi guardare le spalle, senza dover chiudere le sicure della propria auto.
Amarezza intrisa di paura, quella manifestata questa mattina, attraverso i social network da una cittadina di Corato rimasta vittima ieri sera di un furto, proprio mentre si trovava nella sua autovettura.
Un ragazzo a volto coperto ha aperto lo sportello dell'auto rubando la borsa. Un grande spavento per la donna che scrive: «negli occhi l'immagine fissa del ragazzo incappucciato e senza volto che ieri sera mentre ero in macchina ha aperto lo sportello per rubarmi la borsa».
Nel suo sfogo la concitazione di quei brevi ma interminabili attimi: «attimi di smarrimento...incredulità...»
«Erano solo le 23.30 ma il centro cittadino era già deserto e regnava un silenzio assordante... mi è sempre piaciuta la notte proprio per quel senso di quiete...ma ora mi fa paura e mi sento un po' incosciente per tutte le volte che sono tornata a casa anche a notte fonda ammirando quelle strade vuote e quel silenzio...».
Quello che lascia il segno non è soltanto il valore sottratto e il fastidio per intraprendere «il percorso insidioso e macchinoso per il recupero dei documenti» ma «soprattutto la sensazione di impotenza ed invasione di una sfera privata...»
Amarezza intrisa di paura, quella manifestata questa mattina, attraverso i social network da una cittadina di Corato rimasta vittima ieri sera di un furto, proprio mentre si trovava nella sua autovettura.
Un ragazzo a volto coperto ha aperto lo sportello dell'auto rubando la borsa. Un grande spavento per la donna che scrive: «negli occhi l'immagine fissa del ragazzo incappucciato e senza volto che ieri sera mentre ero in macchina ha aperto lo sportello per rubarmi la borsa».
Nel suo sfogo la concitazione di quei brevi ma interminabili attimi: «attimi di smarrimento...incredulità...»
«Erano solo le 23.30 ma il centro cittadino era già deserto e regnava un silenzio assordante... mi è sempre piaciuta la notte proprio per quel senso di quiete...ma ora mi fa paura e mi sento un po' incosciente per tutte le volte che sono tornata a casa anche a notte fonda ammirando quelle strade vuote e quel silenzio...».
Quello che lascia il segno non è soltanto il valore sottratto e il fastidio per intraprendere «il percorso insidioso e macchinoso per il recupero dei documenti» ma «soprattutto la sensazione di impotenza ed invasione di una sfera privata...»