Impiantato pacemaker senza fili, coratino nell'équipe sanitaria
Alessandro Caricati, in servizio a Conegliano Veneto, ha partecipato all'intervento su un paziente di 81 anni
martedì 30 agosto 2022
8.28
L'équipe aritmologica del reparto di cardiologia dell'ospedale "Santa Maria dei battuti" di Conegliano, nel trevigiano, ha effettuato nei giorni scorsi l'applicazione di un dispositivo pacemaker senza fili all'interno del cuore di un paziente di 81 anni con precedenti infezioni. Tra i componenti dello staff che ha eseguito l'intervento anche l'operatorio sanitario Alessandro Caricati, originario di Corato.
«È il primo pacemaker di questo tipo che impiantiamo nella nostra struttura» ha sottolineato il dottor Roberto Mantovan, primario dell'ospedale veneto. «Si tratta di un dispositivo inserito nel ventricolo destro, adatto per pazienti con caratteristiche cliniche particolari e che lavora autonomamente per molti anni. L'operazione è piuttosto rapida perché dura circa 40 minuti ma richiede una consolidata esperienza di interventistica aritmologica».
Il pacemaker senza fili è un dispositivo molto piccolo, circa tre cm di lunghezza, che al suo interno contiene la batteria che dura circa sette anni e un micro computer con tutte le funzioni di un normale pacemaker. «È dotato di quattro microganci esterni che si attaccano all'interno del muscolo cardiaco» ha spiegato il medico. «Per essere posizionato non necessita di una procedura chirurgica, ma si infila con appositi strumenti attraverso una vena femorale fino al cuore. L'assenza di fili e di approccio chirurgico lo rende ideale per evitare i rischi di infezione. Il sistema può essere poi controllato anche a distanza con la telemedicina. Si tratta di una tecnologia già consolidata, ma ancora in evoluzione». Fondamentale è la presenza, nell'équipe, di personale altamente qualificato, come il coratino Caricati, che presta servizio nell'ospedale dell'Aulss 2 Veneto da qualche anno, occupandosi di radiologia interventistica, elettrofisiologia ed emodinamica.
«È il primo pacemaker di questo tipo che impiantiamo nella nostra struttura» ha sottolineato il dottor Roberto Mantovan, primario dell'ospedale veneto. «Si tratta di un dispositivo inserito nel ventricolo destro, adatto per pazienti con caratteristiche cliniche particolari e che lavora autonomamente per molti anni. L'operazione è piuttosto rapida perché dura circa 40 minuti ma richiede una consolidata esperienza di interventistica aritmologica».
Il pacemaker senza fili è un dispositivo molto piccolo, circa tre cm di lunghezza, che al suo interno contiene la batteria che dura circa sette anni e un micro computer con tutte le funzioni di un normale pacemaker. «È dotato di quattro microganci esterni che si attaccano all'interno del muscolo cardiaco» ha spiegato il medico. «Per essere posizionato non necessita di una procedura chirurgica, ma si infila con appositi strumenti attraverso una vena femorale fino al cuore. L'assenza di fili e di approccio chirurgico lo rende ideale per evitare i rischi di infezione. Il sistema può essere poi controllato anche a distanza con la telemedicina. Si tratta di una tecnologia già consolidata, ma ancora in evoluzione». Fondamentale è la presenza, nell'équipe, di personale altamente qualificato, come il coratino Caricati, che presta servizio nell'ospedale dell'Aulss 2 Veneto da qualche anno, occupandosi di radiologia interventistica, elettrofisiologia ed emodinamica.