Il teatro delle ombre per sconfiggere la paura del buio
I piccoli studenti della Tattoli giocano con la propria ombra
lunedì 22 gennaio 2018
9.07
Nei pomeriggi di del 18 e 19 gennaio 2018 gli alunni delle classi prime a tempo pieno della scuola "via Gravina" (Istituto comprensivo "Tattoli- De Gasperi" (sita in viale Arno ), per nulla affaticati dalla giornata scolastica che li ha visti protagonisti, si sono esibiti con una performance finale, a coronamento dei numerosi incontri effettuati nell'ambito del laboratorio del teatro delle ombre a cura delle docenti del team e con il prezioso contributo del maestro Gianni Todisco (un docente che si è formato all'arte del teatro delle ombre con una compagnia francese, ha collaborato con la compagnia "la lanterna magica" e ha frequentato la scuola di mimo di Jacques Tati).
Numerose ricerche, nell'ambito della psicologia evolutiva, hanno ormai reso nota la relazione tra manualità, immaginazione e sviluppo intellettivo.
Gli studi di Gardner sulla struttura multipla dell'intelligenza hanno dimostrato, inoltre, come un intervento di educazione globale (educazione alla manualità, alla musica, al movimento, al teatro…) abbia una grande ripercussione sul sistema di rappresentazione della realtà che l'individuo costruisce dentro di sé.
Pertanto, stimolare la creatività e l'immaginazione attraverso laboratori che riscoprano il valore della sensorialità, diventa non solo un mezzo pedagogico formativo, che consente lo sviluppo dei processi di dinamicità ed elasticità del pensiero, ma anche un mezzo che favorisce la crescita sociale e un pretesto per far conoscere e potenziare le risorse creative ed espressive personali. Una scuola in quest'ottica (quella laboratoriale) è possibile soprattutto con un'organizzazione di tempo prolungato, quale è quella del tempo pieno.
Ma perché la scelta di una attività didattico- educativa relativa al teatro delle ombre da parte delle docenti operanti nelle classi prime dell'I.C. "Tattoli- De Gasperi"?
L'ombra, nel nostro immaginario, rappresenta tutto ciò che è sconosciuto e pertanto misterioso, minaccioso, sfuggevole.
Essa richiama il buio, l'assenza di luce; in realtà, paradossalmente, vive proprio grazie alla presenza della luce, divenendo sagoma scura, disegno fatto solo di contorni, ritratto fedele al suo modello anche se deformato, allungato, accorciato, una specie di doppio che sembra animarsi di vita propria.
L'ombra costituisce un rompicapo per filosofi e psicanalisti, un problema di pianificazione delle metropoli per gli urbanisti, una grande difficoltà per i maestri del pennello.
Il laboratorio "Io e la mia ombra" è stato progettato in primis per scoprire un gioco semplice e immediato: l'ombra è un'amica immaginaria che ci segue ed è sempre con noi ma della quale spesso non ci accorgiamo, essa è quanto di più vicino al mondo fantastico del bambino, ha un forte impatto emotivo e socializzante e rappresenta un modo semplice e immediato di esprimersi.
Altra motivazione pedagogica è stata quella di voler esorcizzare la paura del buio: il buio affascina e impaurisce tutti i bambini. Ogni genitore si è trovato almeno una volta a dover consolare e rassicurare il proprio bambino, mostrandogli che nella penombra della sua stanza non si nascondeva nessun mostro cattivo; a volte qualche ombra e tanta immaginazione riescono a rendere tutto così reale da paralizzarli dalla paura! Durante incontri relativi al laboratorio, invece, i bimbi hanno avuto modo di capire che il buio non è metafora antropologica e culturale della paura, ma permette di scoprire il mondo in modo diverso, fino a diventare addirittura rassicurante e protettivo, diversamente dalla luce che rivela e scopre.
Ulteriore considerazione ad aver spinto le docenti del tempo pieno verso la scelta del teatro delle ombre sta nel fatto che esso è un modo povero di fare teatro: i bimbi hanno avuto modo di sperimentare il valore di un teatro essenziale, che favorisce l'immaginazione, che esalta l'utilizzo di materiali poveri, che non usa costosi costumi, impegnativi accessori, ecc…:serve solo un filo di voce e soprattutto il linguaggio del corpo…ed è tutto!!!
Quindi l'utilizzo di questo prezioso linguaggio espressivo (il corpo!) . Il nostro corpo "parla"e si esprime, ma ha bisogno di essere educato al contenimento e alla calibrazione dei movimenti. Percorrendo questo sentiero, l'obiettivo a lungo termine sarà il raggiungimento e la consapevolezza dei propri segmenti corporei, la loro conoscenza e il loro dominio, fino alla strutturazione del sé maturo, sicuro e autonomo. In definitiva, una efficace lezione di "autoregolazione" ( cosa della quale si ha bisogno a tutte le età!)
In ultimo, si è dato valore all' educare alla concentrazione e al dominio dell'emotività: lavorare in ombra ha permesso a 37 meravigliosi bimbi di limitare le distrazioni, favorire la concentrazione, abbassare il tono di voce e ridurre la tendenza alla conflittualità. Inoltre, all'ombra del telo non c'è ansia da prestazione: "non vedo il pubblico e quindi mi esprimo liberamente", rimuovendo le inibizioni, sbloccando le resistenze, acquisendo sicurezza di sé in modo dolce, protetto, rassicurante e naturale. Una scuola, quindi attenta alla delicata sfera emotivo-affettiva-intellettiva del bambino , base sulla quale si potrà sicuramente ben "edificare" in un futuro neanche tanto lontano!!!
Numerose ricerche, nell'ambito della psicologia evolutiva, hanno ormai reso nota la relazione tra manualità, immaginazione e sviluppo intellettivo.
Gli studi di Gardner sulla struttura multipla dell'intelligenza hanno dimostrato, inoltre, come un intervento di educazione globale (educazione alla manualità, alla musica, al movimento, al teatro…) abbia una grande ripercussione sul sistema di rappresentazione della realtà che l'individuo costruisce dentro di sé.
Pertanto, stimolare la creatività e l'immaginazione attraverso laboratori che riscoprano il valore della sensorialità, diventa non solo un mezzo pedagogico formativo, che consente lo sviluppo dei processi di dinamicità ed elasticità del pensiero, ma anche un mezzo che favorisce la crescita sociale e un pretesto per far conoscere e potenziare le risorse creative ed espressive personali. Una scuola in quest'ottica (quella laboratoriale) è possibile soprattutto con un'organizzazione di tempo prolungato, quale è quella del tempo pieno.
Ma perché la scelta di una attività didattico- educativa relativa al teatro delle ombre da parte delle docenti operanti nelle classi prime dell'I.C. "Tattoli- De Gasperi"?
L'ombra, nel nostro immaginario, rappresenta tutto ciò che è sconosciuto e pertanto misterioso, minaccioso, sfuggevole.
Essa richiama il buio, l'assenza di luce; in realtà, paradossalmente, vive proprio grazie alla presenza della luce, divenendo sagoma scura, disegno fatto solo di contorni, ritratto fedele al suo modello anche se deformato, allungato, accorciato, una specie di doppio che sembra animarsi di vita propria.
L'ombra costituisce un rompicapo per filosofi e psicanalisti, un problema di pianificazione delle metropoli per gli urbanisti, una grande difficoltà per i maestri del pennello.
Il laboratorio "Io e la mia ombra" è stato progettato in primis per scoprire un gioco semplice e immediato: l'ombra è un'amica immaginaria che ci segue ed è sempre con noi ma della quale spesso non ci accorgiamo, essa è quanto di più vicino al mondo fantastico del bambino, ha un forte impatto emotivo e socializzante e rappresenta un modo semplice e immediato di esprimersi.
Altra motivazione pedagogica è stata quella di voler esorcizzare la paura del buio: il buio affascina e impaurisce tutti i bambini. Ogni genitore si è trovato almeno una volta a dover consolare e rassicurare il proprio bambino, mostrandogli che nella penombra della sua stanza non si nascondeva nessun mostro cattivo; a volte qualche ombra e tanta immaginazione riescono a rendere tutto così reale da paralizzarli dalla paura! Durante incontri relativi al laboratorio, invece, i bimbi hanno avuto modo di capire che il buio non è metafora antropologica e culturale della paura, ma permette di scoprire il mondo in modo diverso, fino a diventare addirittura rassicurante e protettivo, diversamente dalla luce che rivela e scopre.
Ulteriore considerazione ad aver spinto le docenti del tempo pieno verso la scelta del teatro delle ombre sta nel fatto che esso è un modo povero di fare teatro: i bimbi hanno avuto modo di sperimentare il valore di un teatro essenziale, che favorisce l'immaginazione, che esalta l'utilizzo di materiali poveri, che non usa costosi costumi, impegnativi accessori, ecc…:serve solo un filo di voce e soprattutto il linguaggio del corpo…ed è tutto!!!
Quindi l'utilizzo di questo prezioso linguaggio espressivo (il corpo!) . Il nostro corpo "parla"e si esprime, ma ha bisogno di essere educato al contenimento e alla calibrazione dei movimenti. Percorrendo questo sentiero, l'obiettivo a lungo termine sarà il raggiungimento e la consapevolezza dei propri segmenti corporei, la loro conoscenza e il loro dominio, fino alla strutturazione del sé maturo, sicuro e autonomo. In definitiva, una efficace lezione di "autoregolazione" ( cosa della quale si ha bisogno a tutte le età!)
In ultimo, si è dato valore all' educare alla concentrazione e al dominio dell'emotività: lavorare in ombra ha permesso a 37 meravigliosi bimbi di limitare le distrazioni, favorire la concentrazione, abbassare il tono di voce e ridurre la tendenza alla conflittualità. Inoltre, all'ombra del telo non c'è ansia da prestazione: "non vedo il pubblico e quindi mi esprimo liberamente", rimuovendo le inibizioni, sbloccando le resistenze, acquisendo sicurezza di sé in modo dolce, protetto, rassicurante e naturale. Una scuola, quindi attenta alla delicata sfera emotivo-affettiva-intellettiva del bambino , base sulla quale si potrà sicuramente ben "edificare" in un futuro neanche tanto lontano!!!