Il messaggio nella bottiglia del coratino Alessandro riaffiora dopo quasi 30 anni

È stato ritrovato nella grave di Faraualla

mercoledì 23 febbraio 2022 10.52
A cura di Giuseppe Di Bisceglie
Quando ha scritto la lettera che avrebbe inserito in una bottiglia, con la speranza che qualcuno la leggesse, aveva appena sette anni. Alessandro si era fatto aiutare da un amico di famiglia a compilare quel manoscritto che poi aveva scelto di mettere nella bottiglia e di lanciare nella grave di Faraualla, a Gravina.
Aveva sentito da qualcuno che in fondo a quel dirupo scorreva un fiume sotterraneo che sfociava nel mare di Taranto. Una leggenda che lo aveva affascinato a tal punto da chiedere ai suoi genitori di visitare la gravina per vedere con i suoi occhi se quel leggendario fiume scorresse davvero. Troppo profondo per saperlo. Allora il tentativo: scrivere una lettera, lasciarla in una bottiglia e mandarla giù in fondo alla grave. Se il mare l'avesse riconsegnata Alessandro avrebbe avuto la risposta che cercava, ossia che il fiume esisteva davvero.
Dopo 27 anni da quel settembre del 1995 qualcuno gli ha restituito la bottiglia e la lettera. Ma non è stato il mare.
«Sono stato contattato telefonicamente. Qualcuno aveva ritrovato, a 300 metri di profondità, durante una esplorazione, la mia bottiglia. Ha ricostruito i pezzi della lettera e mi ha trovato» racconta Alessandro.

In realtà il ritrovamento era stato fatto due anni fa. Poi la difficoltà a ritrovare il mittente, la pandemia, e altri contrattempi hanno rese un po' più lento il ritrovamento di quel ragazzo che oggi è quasi 35enne.

«Ho ricordato con emozione il momento in cui abbiamo scritto la lettera e l'abbiamo lanciata in quella gravina. Non mi sarei mai aspettato di ritrovarla, non avrei immaginato di poterla riottenere in questo modo. In fondo chiedevo che il mare me la riconsegnasse. In qualche modo mi è ritornata» racconta.

Una esperienza piena di stupore, un salto nel passato, in quei tempi in cui l'emozione di un bambino aveva coinvolto i più grandi, in cui un pezzo di carta lanciato tra le rocce costituiva la gioia di una scoperta.
Una esperienza che Alessandro ha potuto rivivere grazie soprattutto allo zelo di chi si è impegnato a ritrovarlo, a scoprire chi oggi si nasconde dietro quel bambino che quasi trent'anni voleva scoprire il fiume sotterraneo.