Il concorso letterario Cataldo Leone ricorda Orazio Caputo e Antonietta Di Bari Bruno
Sabato la presentazione ufficiale in sala verde
mercoledì 14 dicembre 2016
12.07
Giunge all'ottava edizione il concorso letterario "Cataldo Leone", organizzato dall'omonima associazione in collaborazione con la Pro Loco Quadratum e con il patrocinio del Comune di Corato.
Obiettivo del concorso, come spiegato dal presidente dell'associazione Massimo Martinelli, è quello di «continuare un percorso di recupero della memoria storica nel solco che lo stesso prof. Cataldo Leone, docente liceale di elevatissima cultura umanistica, uomo libero e di grande umanità volle tracciare nel corso della sua vita».
Quest'anno il concorso sarà dedicato a due figure di spicco della cultura coratina, primi fra tutti ad elevare in poesia i loro pensieri: Orazio Caputo e Antonietta Di Bari Bruno.
Orazio Caputo: fabbro ferraio
Poco si sa sulla vita di Orazio Caputo, poeta e primo fabbro colto di Corato. Nato nel seicento, scrisse poesie e sonetti con la grazia del fabbro nel seno di una forte capacità narrativa trasmessa alla parola, ma anche di voli pindarici emblematici. Pessimismo e metafore si mescolano con martellante angoscia vivisezionando il mistero della vita e della morte. Il sonetto "Che cosa è la vita umana" di cui si citano alcuni versi, ne è lapidaria testimonianza:
Antonietta di Bari Bruno
Antonietta Di Bari Bruno
Se Orazio Caputo è il primo poeta colto, Antonietta Di Bari Bruno, è la prima poetessa coratlna. Nacque a Torino nel 1896, morì a Corato nel 1977. È stata anche valente pittrice.
Pubblicò diversi libri di poesia: "Accordi in sordina", "Amore e poesia deila natura", "Azzurro corsiero", "Petali al vento", "Eterni incanti". Notevoli anche le opere in prosa fra le quali ricordiamo "Girotondo sulla giostra" e "Vivere".
Sul piano stilistico e immaginario, la scrittrice è sideralmente diversa dal fabbro colto. L'ispirazione letteraria nasce dai sentimenti dell'animo femminile e, dunque, elude il sentimentalismo vacuo e retorico ed esalta la melanconia come rifugio di valori etici. Si legga la poesia "lo canto: atmosfere autunnali, respiri, sospiri, fiori e speranze, illusioni e disillusioni, speranze e progetti vergati con purezza stilistica. Centellina ogni virgola, esalta la natura bella amica dell'umanità. Com'è vicino il verso lucreziano "le belle stagioni cospargono di fiori le verdi erbette". La tersa scrittura della poetessa corailna, durerà nel tempo per essere stata un sogno costante di donna e di intellettuale.
Di entrambi i poeti si è ampiamente occupato il professor Gaetano Bucci nella sua opera "Cor sine labe" - Storia antologica della poesia di CORATO.
I coratini siano memori ed orgogliosi della poetessa silenziosa.
Calura (di Antonietta Di Bari Bruno)
Obiettivo del concorso, come spiegato dal presidente dell'associazione Massimo Martinelli, è quello di «continuare un percorso di recupero della memoria storica nel solco che lo stesso prof. Cataldo Leone, docente liceale di elevatissima cultura umanistica, uomo libero e di grande umanità volle tracciare nel corso della sua vita».
Quest'anno il concorso sarà dedicato a due figure di spicco della cultura coratina, primi fra tutti ad elevare in poesia i loro pensieri: Orazio Caputo e Antonietta Di Bari Bruno.
Orazio Caputo: fabbro ferraio
Poco si sa sulla vita di Orazio Caputo, poeta e primo fabbro colto di Corato. Nato nel seicento, scrisse poesie e sonetti con la grazia del fabbro nel seno di una forte capacità narrativa trasmessa alla parola, ma anche di voli pindarici emblematici. Pessimismo e metafore si mescolano con martellante angoscia vivisezionando il mistero della vita e della morte. Il sonetto "Che cosa è la vita umana" di cui si citano alcuni versi, ne è lapidaria testimonianza:
Dopo secoli da quando i sonetti nacquero, non slamo più abituati, forse, a leggere tanta sofferenza ma la profonda conoscenza della mitologia greca, l'erudizione letteraria, il rigore metrico, l'immaginario fantastico del fabbro ferraio, Orazio Caputo, meritano non solo il ricordo dei coratini ma lo studio e l'interesse da parte di specialisti di prestigiosa caratura....Alga, foglia, erba, fiore o uomo, tu fosti nella culla;
ora nella pienezza della vita, sei lampo, raggio, aria, fumo.
Nella tomba cosa sarai? Polvere, ombra, nulla".
Antonietta di Bari Bruno
Antonietta Di Bari Bruno
Se Orazio Caputo è il primo poeta colto, Antonietta Di Bari Bruno, è la prima poetessa coratlna. Nacque a Torino nel 1896, morì a Corato nel 1977. È stata anche valente pittrice.
Pubblicò diversi libri di poesia: "Accordi in sordina", "Amore e poesia deila natura", "Azzurro corsiero", "Petali al vento", "Eterni incanti". Notevoli anche le opere in prosa fra le quali ricordiamo "Girotondo sulla giostra" e "Vivere".
Sul piano stilistico e immaginario, la scrittrice è sideralmente diversa dal fabbro colto. L'ispirazione letteraria nasce dai sentimenti dell'animo femminile e, dunque, elude il sentimentalismo vacuo e retorico ed esalta la melanconia come rifugio di valori etici. Si legga la poesia "lo canto: atmosfere autunnali, respiri, sospiri, fiori e speranze, illusioni e disillusioni, speranze e progetti vergati con purezza stilistica. Centellina ogni virgola, esalta la natura bella amica dell'umanità. Com'è vicino il verso lucreziano "le belle stagioni cospargono di fiori le verdi erbette". La tersa scrittura della poetessa corailna, durerà nel tempo per essere stata un sogno costante di donna e di intellettuale.
Di entrambi i poeti si è ampiamente occupato il professor Gaetano Bucci nella sua opera "Cor sine labe" - Storia antologica della poesia di CORATO.
I coratini siano memori ed orgogliosi della poetessa silenziosa.
Calura (di Antonietta Di Bari Bruno)
Sole di luglio
Avvampa nel cielo di rame
Con spietati barbagli di lame roventi.
Crepitar di cicale
condensa nell'aria stagnante
grumi di smania afosa;
li scioglie nel plenilunio
che spruzza boccate di pallore
sopra i rossi riflessi del tramonto,
il canto estroso dei grilli
invocanti rugiada.