Il candidato Nobel Gjeke Marinaj illustre ospite per "Incontriamo la Poesia"

Un dialogo vibrante tra l'autore albanese e la scrittrice Angela De Leo presso Open

martedì 30 maggio 2023 15.45
A cura di Martina Musto
«Ho lasciato l'Albania quando ero molto piccolo e, si sa, a quell'età si perdona tutto. Adesso sento arrivare gratitudine per Dio, per l'ispirazione poetica, per il dono delle persone che incontro ogni giorno».


Ospite dell'evento "Incontriamo la poesia", tenutosi Lunedì 29 Maggio 2023 all'Open Space di Corato, in collaborazione con la casa editrice Secop Edizioni, Gjeke Marinaj, candidato Nobel per la letteratura, delizia i presenti parlando dell'importanza della poesia al giorno d'oggi.


Moderato da Angela De Leo e tradotto in tempo reale dalla prof.ssa Luisa Varesano, l'incontro ha rilanciato la concezione di poesia. Quest'ultima, dice lo scrittore, è mistero, un qualcosa che preme per venire fuori soltanto se si tende finemente un orecchio per ascoltarla.


L'animo sensibile di Gjeke Marinaj domina la scena lasciando incantati e trasognanti gli uditori, perché crea sinfonie di parole che fluttuano nell'aria e poi si disperdono nella sorpresa collettiva. Gjeke ha rischiato la sua vita quando era molto giovane, ma il coraggio di andare contro corrente, di opporsi, rivendicare le proprie idee gli ha permesso di vincere.


Primo presidente della Society of Albanian-American Writers, ha pubblicato negli anni diversi libri di poesia, prosa e critica letteraria. Nel 2008 vince il premio Pjeter Arbnori per la letteratura da QNK, parte del Ministero del Turismo, degli Affari Culturali, della Gioventù e dello Sport dell'Albania, è anche autore della teoria del protonismo, secondo cui pace e pensiero positivo vanno trasmessi attraverso la critica letteraria.


Lo dice anche nel corso della serata, nella sua teoria le emozioni della gioia e del dolore provocano gli stessi effetti nell'uomo, sebbene agiscano in modalità diverse. Gli interrogativi nella vita sono tanti, la scrittura e le altre arti sono la chiave per il regno delle risposte.


Speranzoso, ammette che il passato è relativo nella poesia, non vuole che quei fantasmi lo perseguitino. È orgoglioso, piuttosto, di tutta la gioia che ricava dal presente. La sua magnanimità di spirito gli consente di vivere felicemente, di lottare per riconsiderare il ruolo della poesia nel mondo, sperando che smetta di essere (soprattutto in Italia) un genere di nicchia, per pochi eletti. Si augura che tra lettori perfetti e imperfetti si nasconda quello che, come lui, diventi «l'aria tra le lettere sul foglio, gli spazi vuoti all'interno della parola, la luce che brilla sulla pagina… parte del libro che si sta leggendo».


Gjeke Marinaj si augura un futuro prospero dove la scuola non ostacoli il pensiero creativo dei giovani, ma che spinga alla sublimazione che avviene nell'interessarsi alla poesia e nel lasciandosi travolgere accogliendola.


Sono i giovani il bene più prezioso: soltanto quando si accorgono che la poesia non è fatta di regole e vincoli, ma di attimi fuggenti, piccoli gesti e bellezza inaudita, essa si risemantizza nella sua accezione più alta.