Il 25 aprile della Comunità Braccianti nel nome di Teresio Olivelli
La nota della Comunità Braccianti
mercoledì 25 aprile 2018
"Signore, che fra gli uomini drizzasti la tua croce segno di contraddizione, che predicasti e soffristi la rivolta dello spirito contro le perfidie e gli interessi dominanti, la sordità inerte della massa, A NOI, oppressi da un giogo numeroso e crudele che in noi e prima di noi ha calpestato TE FONTE DI LIBERA VITA, da' la forza della ribellione.
… Sui monti ventosi e nelle catacombe della città, dal fondo delle prigioni, noi ti preghiamo : sia in noi la pace che tu solo sai dare.
Signore della pace e degli eserciti, Signore che porti la spada e la gioia, ascolta la preghiera di noi ribelli per amore."
Con la lettura di queste sequenza della commovente preghiera di Teresio Olivelli è iniziato il workshop dei quadri direttivi sezionali della Comunità dei Braccianti, convocati per l'annuale riflessione socio-culturale-politica-comunitaria sulla Festa della Liberazione, sulla Festa di tutti gli italiani che il 25 Aprile di ogni anno, dal 1946 in poi, sono chiamati, "senza riaprire le ferite del passato", a rendere omaggio non rituale alla liberazione dal nazifascismo come riconquista dell'indipendenza e della dignità della patria e della dignità umana di ogni cittadino.
Quest'anno la Comunità dei Braccianti celebra il 25 Aprile, la Festa di tutti gli italiani, nel nome di Teresio Olivelli che Papa Francesco, il 3 Febbraio u.s , ha iscritto nell'albo dei beati come " laico martire" ucciso dai nazisti nel campo di concentramento tedesco di Hersbruck, dove diede testimonianza suprema difendendo " i deboli e gli oppressi fino al dono della vita" .
Il Prof. Giuseppe Scaringella, Presidente Generale dell'Associazione, tratteggiando un breve e sintetico profilo della vita di Teresio Olivelli, " ribelle per amore" , "patriota eroico" e "cattolico virtuoso" , come spesso è chiamato, ha sottolineato particolarmente quanto stimato da Papa Francesco, che afferma "combattè il male con tutte le sue forze di fede e intelligenza" mai con armi letali, ma "con quella energia benefica e divinamente invincibile che è la carità".
La carità, terreno fertile e fecondo dei valori di solidarietà, sussidiarietà , pace, libertà e giustizia sociale, fu cibo e bevanda per il giovane Teresio - aveva da poco compiuto 29 anni quando spirò il 17 Gennaio 1945, picchiato a morte da un Kapò perché accusato di aver difeso un giovane detenuto ucraino.
La Comunità dei Braccianti , fuori da ogni viscida e ipocrita retorica, si accosta con spirito di ascolto alla cattedra dei valori testimoniati sino allo spargimento di sangue da Teresio Olivelli, additandolo all'attenzione e conoscenza di tutti, giovani e adulti dell'ITALIA repubblicana, democratica ed antifascista.