Giorno del ricordo, Forza Italia Giovani: "Ricorrenza dimenticata"
Una nota del coordinamento cittadino
venerdì 10 febbraio 2017
9.26
Il Giorno del ricordo è una solennità civile nazionale italiana, celebrata il 10 febbraio di ogni anno. Istituita con la legge 30 marzo 2004 n. 92, essa vuole conservare e rinnovare «la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale».
Non ci sono eccidi di Serie A e di Serie B, né stragi di cui è conveniente o sconveniente parlare, né morti di Destra o di Sinistra. Né ricordi doverosi che ne infangano altri. Possibile che ci siano voluti anni per decidere di rendere omaggio a quelle vittime dell'ideologia, del nazionalismo sfrenato, dell'odio? Fu istituita dal Parlamento su proposta governativa ed approvata a maggioranza quasi totale.
Anche quel "quasi" lascia sgomenti: possibile che ci siano ancora nostri rappresentanti, sia pure in piccola schiera, che non sentono il bisogno di fare uscire dall'oblio quella pagina tragica e dolorosa della nostra storia? Eppure ne hanno parlato in pochi e per poco. Forse perché da quando è stata istituita nel 2004, questa giornata presta, purtroppo, il fianco a strumentalizzazioni politiche. Eppure si discute sempre più spesso dell'importanza della memoria, di tutte le memorie.
Un silenzio che rimbomba dalle pagine di giornale mute, o dalle scuole in cui di Foibe, nella maggior parte dei casi, non si parla. Ricordare. Ma come si fa a ricordare qualcosa di cui non si sa nulla o quasi; di cui per decenni non si è voluto parlare e di cui, quando se n'è parlato, è stato più per polemizzare che per informare sui fatti?
Come si fa a ricordare, o meglio sapere, se sui dizionari, perfino nelle Enciclopedie, alla parola "foiba" si trova solo il significato geologico di "fossa, cavità carsica, voragine", e neanche un accenno alle vittime che vi morirono in quegli anni? Come fanno i giovani a conoscere, onorare e trarre insegnamento da quella barbara infamia, se sui libri scolastici quel biennio sanguinoso e crudele o non è citato o è riassunto in poche righe dalle quali non è possibile né comprendere i motivi della strage, né individuarne i responsabili, né appurarne la reale entità? Tra qualche anno, se già quasi non lo facciamo ora, chi resterà a ricordarci le Foibe?
Basti pensare che anche il Quirinale snobba il giorno del ricordo per la tragedia dell'esodo e delle foibe, per di più nell'occasione dei 70 anni dalla firma del trattato di pace del 1947, che ha mutilato l'Italia dell'Istria e della Dalmazia. Il 10 febbraio alla foiba di Basovizza, unico monumento nazionale del genere, sul Carso vicino a Trieste, non ci sarà il capo dello Stato, Sergio Mattarella, impegnato a Madrid "all'importantissimo simposio Cotec" (?) e nemmeno il presidente del Senato, che avrebbe dovuto sostituirlo, ha dato forfait dopo che la visita era stata annunciata sui media.
Infine ricordiamo all'amministrazione comunale che il movimento Forza Italia Giovani Corato, in data 19/01/2016, ha protocollato un'istanza in merito all'intitolazione di una via o piazza ai martiri delle foibe.
Non ci sono eccidi di Serie A e di Serie B, né stragi di cui è conveniente o sconveniente parlare, né morti di Destra o di Sinistra. Né ricordi doverosi che ne infangano altri. Possibile che ci siano voluti anni per decidere di rendere omaggio a quelle vittime dell'ideologia, del nazionalismo sfrenato, dell'odio? Fu istituita dal Parlamento su proposta governativa ed approvata a maggioranza quasi totale.
Anche quel "quasi" lascia sgomenti: possibile che ci siano ancora nostri rappresentanti, sia pure in piccola schiera, che non sentono il bisogno di fare uscire dall'oblio quella pagina tragica e dolorosa della nostra storia? Eppure ne hanno parlato in pochi e per poco. Forse perché da quando è stata istituita nel 2004, questa giornata presta, purtroppo, il fianco a strumentalizzazioni politiche. Eppure si discute sempre più spesso dell'importanza della memoria, di tutte le memorie.
Un silenzio che rimbomba dalle pagine di giornale mute, o dalle scuole in cui di Foibe, nella maggior parte dei casi, non si parla. Ricordare. Ma come si fa a ricordare qualcosa di cui non si sa nulla o quasi; di cui per decenni non si è voluto parlare e di cui, quando se n'è parlato, è stato più per polemizzare che per informare sui fatti?
Come si fa a ricordare, o meglio sapere, se sui dizionari, perfino nelle Enciclopedie, alla parola "foiba" si trova solo il significato geologico di "fossa, cavità carsica, voragine", e neanche un accenno alle vittime che vi morirono in quegli anni? Come fanno i giovani a conoscere, onorare e trarre insegnamento da quella barbara infamia, se sui libri scolastici quel biennio sanguinoso e crudele o non è citato o è riassunto in poche righe dalle quali non è possibile né comprendere i motivi della strage, né individuarne i responsabili, né appurarne la reale entità? Tra qualche anno, se già quasi non lo facciamo ora, chi resterà a ricordarci le Foibe?
Basti pensare che anche il Quirinale snobba il giorno del ricordo per la tragedia dell'esodo e delle foibe, per di più nell'occasione dei 70 anni dalla firma del trattato di pace del 1947, che ha mutilato l'Italia dell'Istria e della Dalmazia. Il 10 febbraio alla foiba di Basovizza, unico monumento nazionale del genere, sul Carso vicino a Trieste, non ci sarà il capo dello Stato, Sergio Mattarella, impegnato a Madrid "all'importantissimo simposio Cotec" (?) e nemmeno il presidente del Senato, che avrebbe dovuto sostituirlo, ha dato forfait dopo che la visita era stata annunciata sui media.
Infine ricordiamo all'amministrazione comunale che il movimento Forza Italia Giovani Corato, in data 19/01/2016, ha protocollato un'istanza in merito all'intitolazione di una via o piazza ai martiri delle foibe.