Giornata internazionale della donna: dalle mimose alle violenze
Quanto è in salita ancora la strada
giovedì 8 marzo 2018
11.41
8 Marzo: festa della donna o giornata della donna? È una domanda a cui tutti tentano di dare una risposta. Certo, parlare delle donne in un momento in cui tanto si sta discutendo degli scandali Hollywoodiani e la protesta delle donne affermate nel mondo dello spettacolo assume un significato diverso.
Negli Usa il caso del produttore Weinstein, campione internazionale di molestie e di denunce, ha fatto esplodere il movimento #meetoo, che in italiano significa «anch'io» e che ha dato la stura alle tante attrici, anche nostrane, le quali hanno gridato al mondo «pure io molestata» Parlare delle donne, quando è di pochi giorni fa la notizia di Antonietta Gargiulo, mamma e moglie vittima dell'atrocità di suo marito, che ha tentato di ucciderla e ha tolto la vita alle sue due figlie, significa ben altro.
Perché non ricordare le spose bambine, una pratica ancora molto legale in alcuni paesi, o le donne che continuamente rimangono vittime di violenze e veri e propri atti di femminicidio. Prima le spose bambine, poi il burqa, poi l'acido del fidanzato molesto, poi la disoccupazione, la precarietà, l'aborto negato, eccetera eccetera. Un lungo elenco dietro cui si celano solitudini ed emergenze, delusioni e insicurezze e che riempie la cronaca quotidiana. Non mancano, poi, i gruppi di donne che decidono di trascorrere la serata dell'8 marzo in compagnia di feste, destinate a deliziarsi dinanzi alla presenza di spogliarellisti, dimenticando intanto che fanno lo stesso gioco perverso di uomini sempre alla ricerca di simili spettacoli. La donna sempre molto nascosta e riservata nel passato vuol sempre più mostrare ora il lato disinvolto e voluttuoso che, in molte lo credono, possa farle sentire emancipate.
Molte, però, dimenticano che donne erano quelle operaie che morirono nel 1911 nel rogo di quella fabbrica di New York, donne erano coloro che hanno riempito le schiere di movimenti femministi per rivendicare i loro diritti sociali e politici. Donne sono coloro che vogliono continuare a ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui molte sono state e sono ancora oggetto in quasi tutte le parti del mondo. Donna è una mamma che sacrifica ogni istante della sua vita al servizio della sua famiglia. Donne sono quelle che lottano per affermare i propri diritti e la propria naturalità a sedere un posto nella politica o nelle grandi aziende. Donne sono coloro che si svegliano al mattino con il solo pensiero di dare un senso alla propria giornata. Donna non si è solo l'8 marzo, ma le continue battaglie e gli innumerevoli atti violenti che riempiono i nostri giornali rendono ancora la strada verso questa consapevolezza ancora lunga.
Negli Usa il caso del produttore Weinstein, campione internazionale di molestie e di denunce, ha fatto esplodere il movimento #meetoo, che in italiano significa «anch'io» e che ha dato la stura alle tante attrici, anche nostrane, le quali hanno gridato al mondo «pure io molestata» Parlare delle donne, quando è di pochi giorni fa la notizia di Antonietta Gargiulo, mamma e moglie vittima dell'atrocità di suo marito, che ha tentato di ucciderla e ha tolto la vita alle sue due figlie, significa ben altro.
Perché non ricordare le spose bambine, una pratica ancora molto legale in alcuni paesi, o le donne che continuamente rimangono vittime di violenze e veri e propri atti di femminicidio. Prima le spose bambine, poi il burqa, poi l'acido del fidanzato molesto, poi la disoccupazione, la precarietà, l'aborto negato, eccetera eccetera. Un lungo elenco dietro cui si celano solitudini ed emergenze, delusioni e insicurezze e che riempie la cronaca quotidiana. Non mancano, poi, i gruppi di donne che decidono di trascorrere la serata dell'8 marzo in compagnia di feste, destinate a deliziarsi dinanzi alla presenza di spogliarellisti, dimenticando intanto che fanno lo stesso gioco perverso di uomini sempre alla ricerca di simili spettacoli. La donna sempre molto nascosta e riservata nel passato vuol sempre più mostrare ora il lato disinvolto e voluttuoso che, in molte lo credono, possa farle sentire emancipate.
Molte, però, dimenticano che donne erano quelle operaie che morirono nel 1911 nel rogo di quella fabbrica di New York, donne erano coloro che hanno riempito le schiere di movimenti femministi per rivendicare i loro diritti sociali e politici. Donne sono coloro che vogliono continuare a ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui molte sono state e sono ancora oggetto in quasi tutte le parti del mondo. Donna è una mamma che sacrifica ogni istante della sua vita al servizio della sua famiglia. Donne sono quelle che lottano per affermare i propri diritti e la propria naturalità a sedere un posto nella politica o nelle grandi aziende. Donne sono coloro che si svegliano al mattino con il solo pensiero di dare un senso alla propria giornata. Donna non si è solo l'8 marzo, ma le continue battaglie e gli innumerevoli atti violenti che riempiono i nostri giornali rendono ancora la strada verso questa consapevolezza ancora lunga.