Giornata della Memoria, il messaggio del sindaco di Corato

«Dopo decenni di insopportabile silenzio, è caduto il velo della dimenticanza»

sabato 27 gennaio 2024 9.29
«Quando l'Armata rossa aprì i cancelli di Auschwitz il mondo cercò di non vedere la brutalità di cui l'essere umano è capace. Dopo decenni di insopportabile silenzio, con l'istituzione dell'odierna Giornata, è caduto il velo della dimenticanza e a livello sociale si è cominciato a conoscere e a capire l'immenso orrore commesso nei campi di sterminio nazisti».

Inizia così il messaggio del sindaco di Corato, Corrado De Benedittis, per la Giornata della Memoria, che ricorre in data odierna.

«Gli ebrei d'Europa, insieme a Rom e Sinti, pagarono il prezzo più alto. Le leggi razziste, approvate nel nostro Paese nel 1938, resero impossibile che, qualche anno più tardi, si potesse impedire, come in tanti chiedevano, la deportazione nei campi di sterminio degli ebrei italiani, ormai schedati e obbligati a risiedere nei ghetti.

In molti, però, donne e uomini, si opposero a tale barbarie. Gente comune, militanti politici, religiosi, studenti, militari capirono che si era di fronte a una scelta di civiltà. In tanti, pagarono con la vita la scelta di nascondere i propri concittadini ebrei, nelle abitazioni, nei conventi, nelle campagne.

Questa gente comune fu il fondamento morale della Resistenza. Migliaia furono i giovani che, con grande rischio e sacrificio, diedero vita alle organizzazioni partigiane e circa 700 mila furono gli Internati militari italiani (IMI) che non accettarono di collaborare con l'esercito tedesco pagando anche con la vita la loro scelta di civiltà. Con forza, oggi, siamo chiamati ad altrettanta scelta di civiltà dicendo con chiarezza il nostro "no" alla guerra e alla compravendita delle armi. Il conflitto israeliano-palestinese è più che mai insidioso.

In modo implicito, rischia di risucchiarci nella logica amico/nemico e nella spirale senza ritorno dell'antisemitismo. Seme che l'Europa si faccia promotrice di una Conferenza di Pace che apra una prospettiva nuova per il Medioriente e per il mondo».