Gelata di febbraio, le associazioni di categoria: «Olivicoltura in ginocchio»
Le associazioni stimano danni per un miliardo di euro
mercoledì 11 aprile 2018
Un miliardo di euro di danni tra produzione dimezzata, grave crisi dell'indotto e drastica riduzione delle giornate lavorative.
L'olivicoltura italiana è in ginocchio dopo le gelate del mese di febbraio che hanno colpito tutto il territorio nazionale.
Le stime dei danni sono di CNO (Consorzio Nazionale degli Olivicoltori), Unasco e Unapol, che in queste settimane hanno analizzato gli effetti nefasti provocati dall'ondata di freddo anomalo che si è abbattuta sull'Italia nelle scorse settimane.
Pochi i territori immuni: alberi seriamente danneggiati, cascola delle gemme, defogliazione, raccolti futuri compromessi si registrano in gran parte degli uliveti italiani dalla Liguria alla Calabria, passando per Toscana, Lazio e Campania.
Particolarmente colpito è il cuore dell'olivicoltura nazionale, la Puglia, nella zona compresa tra le province di Bari e Bat, che vedrà una riduzione superiore al 50% della produzione olearia nella prossima campagna.
Un'altra mazzata, dunque, che si aggiunge all'avanzata ancora incontrastata della xylella, giunta ormai alle porte della provincia di Bari.
"La situazione è drammatica, molto più grave di quanto si potesse immaginare - hanno sottolineato i Presidenti Gennaro Sicolo (CNO), Luigi Canino (Unasco) e Tommaso Loiodice (Unapol) - Abbiamo atteso l'arrivo della primavera per quantificare i danni sui territori che sono davvero spaventosi".
"È un dramma nazionale, una vera e propria sciagura per l'olivicoltura italiana che rischia di ripercuotersi non solo per la stagione che verrà, ma anche per quelle successive", hanno continuato i rappresentanti della produzione olivicola nazionale.
"Chiediamo l'attivazione di tutte le misure possibili a sostegno degli olivicoltori seriamente colpiti dalle gelate, a partire dalla richiesta di riconoscimento dello stato di calamità naturale nelle zone maggiormente interessate su tutto il territorio nazionale - hanno rimarcato CNO, Unasco e Unapol -. Chiediamo interventi come la sospensione degli oneri previdenziali a carico delle aziende agricole colpite e la sospensione dei rimborsi delle rate di mutui e prestiti agrari".
"Il Ministero dell'Agricoltura ed il prossimo governo si attivino per programmare un concreto supporto all'olivicoltura nazionale", hanno concluso i Presidenti dei tre più importanti consorzi della produzione olivicola italiana.
Confragricoltura, intanto, fa sapere che sono iniziati gli accertamenti relativi ai danni causati dalle gelate che a fine febbraio hanno colpito le colture agricole delle province di Bari e Barletta - Andria - Trani.
I funzionari regionali, accompagnati da dirigenti e funzionari di Agrinsieme, hanno avviato i sopralluoghi per stabilire l'entità dei danni provocati dall'ondata di gelo nei Comuni di Andria, Bisceglie e Trani.
Gli accertamenti continueranno nei prossimi giorni negli altri Comuni, nel frattempo Agrinsieme Puglia ha sollecitato l'assessore Di Gioia a fornire informazioni sullo stato dell'arte della delimitazione relativa alla Siccità 2017 che, com'è noto, ha colpito in modo devastante il territorio regionale.
L'olivicoltura italiana è in ginocchio dopo le gelate del mese di febbraio che hanno colpito tutto il territorio nazionale.
Le stime dei danni sono di CNO (Consorzio Nazionale degli Olivicoltori), Unasco e Unapol, che in queste settimane hanno analizzato gli effetti nefasti provocati dall'ondata di freddo anomalo che si è abbattuta sull'Italia nelle scorse settimane.
Pochi i territori immuni: alberi seriamente danneggiati, cascola delle gemme, defogliazione, raccolti futuri compromessi si registrano in gran parte degli uliveti italiani dalla Liguria alla Calabria, passando per Toscana, Lazio e Campania.
Particolarmente colpito è il cuore dell'olivicoltura nazionale, la Puglia, nella zona compresa tra le province di Bari e Bat, che vedrà una riduzione superiore al 50% della produzione olearia nella prossima campagna.
Un'altra mazzata, dunque, che si aggiunge all'avanzata ancora incontrastata della xylella, giunta ormai alle porte della provincia di Bari.
"La situazione è drammatica, molto più grave di quanto si potesse immaginare - hanno sottolineato i Presidenti Gennaro Sicolo (CNO), Luigi Canino (Unasco) e Tommaso Loiodice (Unapol) - Abbiamo atteso l'arrivo della primavera per quantificare i danni sui territori che sono davvero spaventosi".
"È un dramma nazionale, una vera e propria sciagura per l'olivicoltura italiana che rischia di ripercuotersi non solo per la stagione che verrà, ma anche per quelle successive", hanno continuato i rappresentanti della produzione olivicola nazionale.
"Chiediamo l'attivazione di tutte le misure possibili a sostegno degli olivicoltori seriamente colpiti dalle gelate, a partire dalla richiesta di riconoscimento dello stato di calamità naturale nelle zone maggiormente interessate su tutto il territorio nazionale - hanno rimarcato CNO, Unasco e Unapol -. Chiediamo interventi come la sospensione degli oneri previdenziali a carico delle aziende agricole colpite e la sospensione dei rimborsi delle rate di mutui e prestiti agrari".
"Il Ministero dell'Agricoltura ed il prossimo governo si attivino per programmare un concreto supporto all'olivicoltura nazionale", hanno concluso i Presidenti dei tre più importanti consorzi della produzione olivicola italiana.
Confragricoltura, intanto, fa sapere che sono iniziati gli accertamenti relativi ai danni causati dalle gelate che a fine febbraio hanno colpito le colture agricole delle province di Bari e Barletta - Andria - Trani.
I funzionari regionali, accompagnati da dirigenti e funzionari di Agrinsieme, hanno avviato i sopralluoghi per stabilire l'entità dei danni provocati dall'ondata di gelo nei Comuni di Andria, Bisceglie e Trani.
Gli accertamenti continueranno nei prossimi giorni negli altri Comuni, nel frattempo Agrinsieme Puglia ha sollecitato l'assessore Di Gioia a fornire informazioni sullo stato dell'arte della delimitazione relativa alla Siccità 2017 che, com'è noto, ha colpito in modo devastante il territorio regionale.