Gäbe presenta ufficialmente la sua "Open Day": l'intervista
All'interno si Teatri Di.Versi un vero e proprio allestimento museale, che ha fatto da cornice alla musica di Gäbe
sabato 20 maggio 2023
4.51
Il mondo della musica è sempre in fermento e alla continua ricerca di nuove voci che possano fare la differenza. In questo contesto, emerge Gäbe, giovane cantautore originario di Corato che sta progressivamente conquistando consensi nel sottobosco del panorama Indie.
Nella serata di giovedì, con un mini-live spettacolare e concettuale, Gäbe ha presentato il suo terzo singolo, dal titolo "Open Day", prodotto da Red Tomato Production, all'interno dell'open space di Teatri Di.Versi.
Tra cubi di Rubik giganti, televisori col tubo catodico che riprendono magicamente (o giù di lì) vita e costumi di scena utilizzati nel suo Videoclip ed esposte come reliquie, l'evento del lancio del singolo ed annesso video, è stato molto apprezzato dal nutrito pubblico.
Immagini, font, grafiche e allestimenti (della serata e del video) trasudano anni ottanta da tutti i pori, il risultato però non risulta affatto nostalgico, anzi, cavalca la wave di artisti indie (Tommaso Paradiso su tutti) che hanno riportato in auge la moda degli Eighties.
Il timbro è inconfondibile, il ritornello funziona alla grande ed il motivetto entra sin dai primissimi ascolti. Gäbe ha talento, Open Day è un pezzo "radiofonico" (nell'accezione più positiva del termine), funziona e può tranquillamente diventare un pezzo importante, avendone le carte in regola.
Dopo gli ottimi numeri dei primi due singoli, "Open Day" fa un salto qualitativo non da poco, che sfrutta la maturazione artistica di Luigi Gabriele (nome di battesimo di Gäbe).
A ridosso dell'evento l'abbiamo intervistato. Ecco cosa ci ha detto.
«Open Day è un dilemma esistenziale, come i miei primi due brani. Con questo brano ho voluto esplorare l'interno della mente. Cosa troveremmo all'interno della nostra testa se fosse accessibile in una sorta di Open Day in un museo? Concetto che ho tentato di trasportare anche in maniera minimalista all'interno del videoclip. Stanze con la porta, stanze senza porta, alcune come labirinti, rappresentano la varietà della nostra mente».
Open Day che diventa realtà all'interno di Teatri Di.Versi:
«Ho voluto unire la presentazione del brano con il lancio del videoclip. Ho voluto trasportare il concetto di Open Day in questo spazio fisico, che abbiamo allestito a mo' di museo, con oggetti e costumi di scena. Un viaggio concettuale che aiuta l'ascoltatore ad addentrarsi meglio nel brano».
Una serata certamente interessante e ricca di spunti dunque, con una solida certezza: presto molti di noi finiranno per canticchiare "Open Day"... nelle nostre teste!
Nella serata di giovedì, con un mini-live spettacolare e concettuale, Gäbe ha presentato il suo terzo singolo, dal titolo "Open Day", prodotto da Red Tomato Production, all'interno dell'open space di Teatri Di.Versi.
Tra cubi di Rubik giganti, televisori col tubo catodico che riprendono magicamente (o giù di lì) vita e costumi di scena utilizzati nel suo Videoclip ed esposte come reliquie, l'evento del lancio del singolo ed annesso video, è stato molto apprezzato dal nutrito pubblico.
Immagini, font, grafiche e allestimenti (della serata e del video) trasudano anni ottanta da tutti i pori, il risultato però non risulta affatto nostalgico, anzi, cavalca la wave di artisti indie (Tommaso Paradiso su tutti) che hanno riportato in auge la moda degli Eighties.
Il timbro è inconfondibile, il ritornello funziona alla grande ed il motivetto entra sin dai primissimi ascolti. Gäbe ha talento, Open Day è un pezzo "radiofonico" (nell'accezione più positiva del termine), funziona e può tranquillamente diventare un pezzo importante, avendone le carte in regola.
Dopo gli ottimi numeri dei primi due singoli, "Open Day" fa un salto qualitativo non da poco, che sfrutta la maturazione artistica di Luigi Gabriele (nome di battesimo di Gäbe).
A ridosso dell'evento l'abbiamo intervistato. Ecco cosa ci ha detto.
«Open Day è un dilemma esistenziale, come i miei primi due brani. Con questo brano ho voluto esplorare l'interno della mente. Cosa troveremmo all'interno della nostra testa se fosse accessibile in una sorta di Open Day in un museo? Concetto che ho tentato di trasportare anche in maniera minimalista all'interno del videoclip. Stanze con la porta, stanze senza porta, alcune come labirinti, rappresentano la varietà della nostra mente».
Open Day che diventa realtà all'interno di Teatri Di.Versi:
«Ho voluto unire la presentazione del brano con il lancio del videoclip. Ho voluto trasportare il concetto di Open Day in questo spazio fisico, che abbiamo allestito a mo' di museo, con oggetti e costumi di scena. Un viaggio concettuale che aiuta l'ascoltatore ad addentrarsi meglio nel brano».
Una serata certamente interessante e ricca di spunti dunque, con una solida certezza: presto molti di noi finiranno per canticchiare "Open Day"... nelle nostre teste!