Estate, in Puglia cresce la voglia di gelato. Meglio se artigianale
I consumi hanno superato i 6 chili a testa all’anno in Italia secondo stime della Coldiretti
domenica 11 luglio 2021
Nell'estate 2021, inizia con un'ondata di caldo eccezionale, con le lunghe giornate al mare sulle spiagge assolate o le passeggiate nei borghi, cresce in Puglia il consumo di gelato, concentrato nei 3 mesi più caldi da giugno a settembre, quando il 50% dei pugliesi preferisce il gelato artigianale a quello industriale. È quanto stima la Coldiretti nel sottolineare che in Puglia lavorano circa 3.000 gelaterie artigianali, con 5.500 addetti, un settore che si sta espandendo anche grazie ai gelati 'inventati' dagli agricoltori che stanno proponendo il gelato al latte d'asina, al latte di capra, fino ad arrivare al gelato all'olio extravergine di oliva.
"Il successo del gelato è dovuto anche alla destagionalizzazione dei consumi dovuta ai cambiamenti climatici in atto e al consumo come rompi digiuno nelle pause di lavoro, ma anche in relax al mare in spiaggia o anche come alternativa al pasto nelle giornate più calde", commenta Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
I consumi di gelato hanno superato i 6 chili a testa all'anno in Italia secondo stime della Coldiretti e ad essere preferito è di gran lunga il gelato artigianale nei gusti storici anche se cresce la tendenza nelle diverse gelaterie ad offrire "specialità della casa" che incontrano le attese dei diverse target di consumatori, tradizionale, esterofilo, naturalista, dietetico o a chilometri zero come i gelati con frutta e verdura locali ma anche con formaggi DOP o grandi vini.
"Da segnalare negli ultimi anni il boom delle agrigelaterie che garantiscono – spiega il presidente Muraglia - la provenienza della materia prima dalla stalla alla coppetta con gusti che vanno dal latte di asina a quello di capra fino alla bufala e all'olio extravergine di oliva. Nelle agrigelaterie è particolarmente curata la selezione degli ingredienti, dal latte alla frutta, rigorosamente freschi con gusti a "chilometro zero" perché ottenuti da prodotti locali che non devono essere trasportati con mezzi che sprecano energia ed inquinano l'ambiente".
Una risposta alla ricerca di genuinità nel consumo di gelato che è dimostrata dal fatto che tra le ultime tendenze si è assistito ad una crescente attenzione ai gusti di stagione e locali ottenuti da prodotti caratteristici del territorio. Una spinta che ha favorito la creatività nella scelta di ingredienti che valorizzano i primati di varietà e qualità della produzione agroalimentare nazionale, dal gusto di basilico fino al prosecco ma ci sono anche le gelaterie tradizionali che si riforniscono dai produttori agricoli, creando gusti rigorosamente a km zero.
La produzione del gelato nel mondo ha oltre 500 anni di storia con le prime notizie che risalgono alla metà del XVI secolo nella corte medicea di Firenze con l'introduzione stabile di sorbetti e cremolati nell'ambito di feste e banchetti, anche se fu il successo dell'export in Francia a fare da moltiplicatore globale con il debutto ufficiale in terra americana: con l'apertura della prima gelateria a New York nel 1770 grazie all'imprenditore genovese Giovanni Bosio. Da allora la corsa del gelato non si è più fermata.
"Il successo del gelato è dovuto anche alla destagionalizzazione dei consumi dovuta ai cambiamenti climatici in atto e al consumo come rompi digiuno nelle pause di lavoro, ma anche in relax al mare in spiaggia o anche come alternativa al pasto nelle giornate più calde", commenta Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
I consumi di gelato hanno superato i 6 chili a testa all'anno in Italia secondo stime della Coldiretti e ad essere preferito è di gran lunga il gelato artigianale nei gusti storici anche se cresce la tendenza nelle diverse gelaterie ad offrire "specialità della casa" che incontrano le attese dei diverse target di consumatori, tradizionale, esterofilo, naturalista, dietetico o a chilometri zero come i gelati con frutta e verdura locali ma anche con formaggi DOP o grandi vini.
"Da segnalare negli ultimi anni il boom delle agrigelaterie che garantiscono – spiega il presidente Muraglia - la provenienza della materia prima dalla stalla alla coppetta con gusti che vanno dal latte di asina a quello di capra fino alla bufala e all'olio extravergine di oliva. Nelle agrigelaterie è particolarmente curata la selezione degli ingredienti, dal latte alla frutta, rigorosamente freschi con gusti a "chilometro zero" perché ottenuti da prodotti locali che non devono essere trasportati con mezzi che sprecano energia ed inquinano l'ambiente".
Una risposta alla ricerca di genuinità nel consumo di gelato che è dimostrata dal fatto che tra le ultime tendenze si è assistito ad una crescente attenzione ai gusti di stagione e locali ottenuti da prodotti caratteristici del territorio. Una spinta che ha favorito la creatività nella scelta di ingredienti che valorizzano i primati di varietà e qualità della produzione agroalimentare nazionale, dal gusto di basilico fino al prosecco ma ci sono anche le gelaterie tradizionali che si riforniscono dai produttori agricoli, creando gusti rigorosamente a km zero.
La produzione del gelato nel mondo ha oltre 500 anni di storia con le prime notizie che risalgono alla metà del XVI secolo nella corte medicea di Firenze con l'introduzione stabile di sorbetti e cremolati nell'ambito di feste e banchetti, anche se fu il successo dell'export in Francia a fare da moltiplicatore globale con il debutto ufficiale in terra americana: con l'apertura della prima gelateria a New York nel 1770 grazie all'imprenditore genovese Giovanni Bosio. Da allora la corsa del gelato non si è più fermata.