Enoturismo, M5S: «Modernizzare il turismo legato al mondo del vino»
Un proposta di legge per aggiornare la normativa attualmente vigente
mercoledì 13 settembre 2017
La produzione enologica degli ultimi decenni è cresciuta sia dal punto di vista quantitativo che da quello qualitativo ed è stata accompagnata dallo sviluppo del cosiddetto "enoturismo", un turismo tematico che pone al centro dell'attenzione il vino, la sua produzione e la sua degustazione.
Questa forma particolare di turismo legata al vino oggi costituisce un asset strategico per il territorio nazionale, a cui va riconosciuta una sua peculiarità nell'ambito delle forme tradizionali di attività turistiche di alcune regioni come può essere la Puglia. Uno studio condotto dallo staff della prof. Magda Antonioli, docente e coordinatore del Master in Economia del Turismo presso l'Università Bocconi di Milano, in collaborazione con il Movimento Turismo del Vino Puglia ne ha tratteggiato le caratteristiche. Dalla ricerca statistica, denominata "L'enoturismo in Puglia: verso una scoperta culturale", emerge un tipo di turismo in gruppi che vanno dagli 11 ai 20 visitatori (soprattutto famiglie e coppie) che effettuano visite con dura medie dai 30 ai 60 minuti, quasi sempre accompagnate da passeggiate tra le vigne (in oltre il 90% dei casi) che si concludono con la degustazione finale dei vini di produzione in apposite accoglienti salette. Ma, a fronte delle sempre più numerose attività legate alle strade del vino, la normativa attuale necessità di un aggiornamento attraverso una maggiore e migliore qualificazione dell'accoglienza enoturistica.
"Per questo, con il collega Filippo Gallinella (M5S) abbiamo presentato una proposta di legge in materia – dichiara il deputato Giuseppe L'Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura alla Camera – Il punto di partenza rimane la legge 27 luglio 1999, n. 268 che riconosce le strade del vino quali percorsi lungo i quali insistono valori naturali, culturali e ambientali, vigneti e cantine di aziende agricole aperte al pubblico, tenendo conto del percorso che è stato fatto con le 'strade del vino' e dei requisiti minimi indicati. Diviene indispensabile, però, aggiungere il diploma di sommelier per il responsabile delle attività, in quanto figura professionale in grado non solo di effettuare analisi organolettiche – prosegue L'Abbate (M5S) – ma anche di 'comunicare' il vino, ovvero il suo contesto e la cultura che lo caratterizza. Si tratta di una legge semplice, composta di pochi articoli, che però può modernizzare il settore e qualificarlo ancor di più. Il Governo deve dare risposte a queste nuove esigenze e la nostra proposta di legge intende andare in questa direzione riconoscendo valore e concretezza al percorso del vino, che prevede numerosi step. La normativa – conclude il deputato pugliese 5 Stelle – necessita di un aggiornamento, anche in considerazione delle richieste di riconoscimento del concetto specifico di enoturismo, attraverso una maggiore e migliore qualificazione dell'accoglienza enoturistica, quale forma di turismo dotata di specifica identità. La proposta è ovviamente aperta ai contributi degli interessati, come da prassi 5 Stelle, ed è in discussione sul portale Lex".
Questa forma particolare di turismo legata al vino oggi costituisce un asset strategico per il territorio nazionale, a cui va riconosciuta una sua peculiarità nell'ambito delle forme tradizionali di attività turistiche di alcune regioni come può essere la Puglia. Uno studio condotto dallo staff della prof. Magda Antonioli, docente e coordinatore del Master in Economia del Turismo presso l'Università Bocconi di Milano, in collaborazione con il Movimento Turismo del Vino Puglia ne ha tratteggiato le caratteristiche. Dalla ricerca statistica, denominata "L'enoturismo in Puglia: verso una scoperta culturale", emerge un tipo di turismo in gruppi che vanno dagli 11 ai 20 visitatori (soprattutto famiglie e coppie) che effettuano visite con dura medie dai 30 ai 60 minuti, quasi sempre accompagnate da passeggiate tra le vigne (in oltre il 90% dei casi) che si concludono con la degustazione finale dei vini di produzione in apposite accoglienti salette. Ma, a fronte delle sempre più numerose attività legate alle strade del vino, la normativa attuale necessità di un aggiornamento attraverso una maggiore e migliore qualificazione dell'accoglienza enoturistica.
"Per questo, con il collega Filippo Gallinella (M5S) abbiamo presentato una proposta di legge in materia – dichiara il deputato Giuseppe L'Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura alla Camera – Il punto di partenza rimane la legge 27 luglio 1999, n. 268 che riconosce le strade del vino quali percorsi lungo i quali insistono valori naturali, culturali e ambientali, vigneti e cantine di aziende agricole aperte al pubblico, tenendo conto del percorso che è stato fatto con le 'strade del vino' e dei requisiti minimi indicati. Diviene indispensabile, però, aggiungere il diploma di sommelier per il responsabile delle attività, in quanto figura professionale in grado non solo di effettuare analisi organolettiche – prosegue L'Abbate (M5S) – ma anche di 'comunicare' il vino, ovvero il suo contesto e la cultura che lo caratterizza. Si tratta di una legge semplice, composta di pochi articoli, che però può modernizzare il settore e qualificarlo ancor di più. Il Governo deve dare risposte a queste nuove esigenze e la nostra proposta di legge intende andare in questa direzione riconoscendo valore e concretezza al percorso del vino, che prevede numerosi step. La normativa – conclude il deputato pugliese 5 Stelle – necessita di un aggiornamento, anche in considerazione delle richieste di riconoscimento del concetto specifico di enoturismo, attraverso una maggiore e migliore qualificazione dell'accoglienza enoturistica, quale forma di turismo dotata di specifica identità. La proposta è ovviamente aperta ai contributi degli interessati, come da prassi 5 Stelle, ed è in discussione sul portale Lex".